Commissione speciale Province: quinta giornata di audizioni
(ACON) Trieste, 11 set - MPB - Ancora una giornata - la quinta
- all'insegna delle audizioni, per la Commissione speciale sulla
razionalizzazione delle Province e delle loro funzioni,
presieduta da Antonio Pedicini (Pdl). A parlare i componenti di
nomina regionale della Commissione paritetica Stato-Regione -
Mario Bertolissi, Leopoldo Coen e Pietro Fontanini -, dopo che
Pedicini aveva ricordato gli obiettivi che la Commissione si è
data.
Per Mario Bertolissi, sul tema si scontrano differenti visioni e
sensibilità. Che cosa del decreto legge vincola il Friuli
Venezia Giulia?, si è chiesto:gli obiettivi di finanza pubblica e
di pareggio di bilancio e i principi dell'ordinamento giuridico
della repubblica ovvero i requisiti minimi, con la precisazione
che la provincia del capoluogo di regione resta quella che è; per
il resto, vedo massima libertà. E quindi, che fare? Dato che solo
Udine e Trieste avrebbero i requisiti, è una occasione per
mettere ordine e prima di tutto fare l'identitik di cosa ciascuno
vuole essere. I temi sono quelli delle fusioni e unioni di comuni
e del riordino della amministrazione locale e, poiché le risorse
sono limitate, il problema della democrazia intercetta quello
della burocrazia. Il miglioramento deve avere una ricaduta sulle
istituzioni, si tratta di avere una amministrazione semplice ed
efficiente. Il punto decisivo è capire se definire prima le
funzioni o le perimetrazioni. Se non si rinnovano le istituzioni
non si risolvono i problemi, e quanto alla specialità, restano
intatte le ragioni dello statuto essendo il Friuli Venezia Giulia
regione di collegamento tra est e ovest. Avete sei mesi di tempo
-ha concluso - ma ci vuole uno sguardo lungo e prima di fare il
dipinto bisogna darsi le misure della cornice.
E' concorde Leopoldo Coen che ritiene la questione dei requisiti
minimi delle Province valida anche per le regioni speciali mentre
la clausola della finanza pubblica giustifica l'intromissione in
qualsiasi materia; ma per avere idee più chiare occorrerà
aspettare il 6 novembre quando la Corte Costituzionale si
pronuncerà sui ricorsi; se avvallerà il decreto Salva Italia ciò
costituirà un precedente anche per le regioni speciali e allora
bisognerà cogliere le opportunità che la specialità potrà
utilizzare. Infine ha avvertito: Nel por mano a un riassetto, non
è pensabile toccare il segmento Province lasciando il resto
intatto.
Per Pietro Fontanini occorre esercitare la potestà legislativa e
andare verso macrorealtà; inoltre, un elemento che non va
trascurato è quello della presenza di minoranze linguistiche. In
attesa del pronunciamento del 6 novembre la Commissione potrebbe
proporre un referendum consultivo sulla possibilità che ci siano
due entità amministrative forti cui dare maggiori competenze e
funzioni.
Altri spunti sono emersi dopo le domande e gli interventi dei
consiglieri: Franco Iacop e Franco Codega (PD), Enio Agnola
(Idv), Edoardo Sasco (UDC), e lo stesso Pedicini.
E se l'interrogativo ricorrente è stato se sia possibile fare a
meno di un ente intermedio, per Fontanini è necessario mantenere
le Province, poi si possono valutare le dimensioni, sapendo che
per risparmiare si possono tagliare altri enti. Per Coen le
Province non si possono abolire senza riforma costituzionale,
mentre per Bertolissi il numero dei livelli è valutazione che
appartiene alla politica, occorre ragionare su un mix di
territorio e funzioni, che però vanno specificate bene, tenendo
conto del principio di differenziazione.
La discussione della Commissione ha quindi fatto emergere la
volontà di tutti i componenti di arrivare a un risultato concreto
e condiviso. Obiettivo l'individuazione di una soluzione
legislativa di adeguamento ai principi del decreto monti, oltre
ad alcuni indirizzi da lasciare alla prossima legislatura in
merito alla riforma complessiva del riassetto amministrativo del
Friuli Venezia Giulia.
(foto; immagini tv)