PD: Menis, astenuto su legge Teatro Verdi per chiedere trasparenza
(ACON) Trieste, 1 ott - COM/AB - Un'astensione per chiedere più
trasparenza e una seria riflessione per garantire un futuro al
Teatro Verdi. Così il consigliere regionale del Partito
Democratico Paolo Menis ha motivato il suo voto di astensione
sullo stralcio che prevede l'abbuono della terza rata consecutiva
del prestito da 20 milioni di euro all'ente lirico triestino.
Un dibattito che effettivamente c'è stato - ricorda Menis - e,
anche se con molti anni di ritardo, ha registrato prese di
posizione pesanti: d'altronde non poteva essere altrimenti di
fronte alla gravissima situazione in cui si trova il Teatro.
Oggi, per fortuna, la rotta è cambiata, soprattutto per merito
dell'ottimo lavoro che sta portando avanti il commissario Orazi,
il cui impegno è stato sottolineato in maniera unanime. Purtroppo
però questo potrebbe non bastare.
Da ripianare c'è infatti un debito di quasi 20 milioni di euro,
un fardello che rischia di appesantire il bilancio in maniera
insostenibile e di rendere difficile il raggiungimento del
pareggio, condizione imprescindibile per evitare la liquidazione
coatta, nonostante l'intervento della Regione.
Di fronte a questa situazione si può anche valutare l'ipotesi di
abbuonare definitivamente il credito, se l'alternativa è dover
ricorrere a questa farsa ogni anno. Un percorso, quello della
cancellazione totale di tutto il debito, che lega il Verdi alla
Regione, che può anche essere percorribile a patto che esista un
piano di ristrutturazione dei bilanci serio e credibile, che
riporti quella trasparenza e quella chiarezza che negli ultimi
anni è mancata.
Ogni anno la Regione contribuisce con 2 milioni e mezzo di euro a
sostegno dell'attività ordinaria dell'ente, gli anni scorsi è
stata garantita una fideiussione di 4 milioni di euro e, appunto,
il prestito di 20 milioni euro che rischia - come ha confermato
il vice commissario in sede di audizione - di non essere mai
restituito. Tutto questo richiede una riflessione prima che
davvero sia troppo tardi.
Con questo mio voto, che non è contro la Fondazione in sé, né
contro i suoi lavoratori e non c'entra nulla con le logiche di
campanile - ha concluso Menis, anche per replicare alle polemiche
di questi giorni - ho voluto lanciare un segnale forte per
chiedere di fare definitivamente chiarezza e garantire al Verdi
un futuro all'altezza della sua storia e del suo indiscusso
valore.