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PD: Menis, astenuto su legge Teatro Verdi per chiedere trasparenza

01.10.2012
16:02
(ACON) Trieste, 1 ott - COM/AB - Un'astensione per chiedere più trasparenza e una seria riflessione per garantire un futuro al Teatro Verdi. Così il consigliere regionale del Partito Democratico Paolo Menis ha motivato il suo voto di astensione sullo stralcio che prevede l'abbuono della terza rata consecutiva del prestito da 20 milioni di euro all'ente lirico triestino.

Un dibattito che effettivamente c'è stato - ricorda Menis - e, anche se con molti anni di ritardo, ha registrato prese di posizione pesanti: d'altronde non poteva essere altrimenti di fronte alla gravissima situazione in cui si trova il Teatro. Oggi, per fortuna, la rotta è cambiata, soprattutto per merito dell'ottimo lavoro che sta portando avanti il commissario Orazi, il cui impegno è stato sottolineato in maniera unanime. Purtroppo però questo potrebbe non bastare. Da ripianare c'è infatti un debito di quasi 20 milioni di euro, un fardello che rischia di appesantire il bilancio in maniera insostenibile e di rendere difficile il raggiungimento del pareggio, condizione imprescindibile per evitare la liquidazione coatta, nonostante l'intervento della Regione. Di fronte a questa situazione si può anche valutare l'ipotesi di abbuonare definitivamente il credito, se l'alternativa è dover ricorrere a questa farsa ogni anno. Un percorso, quello della cancellazione totale di tutto il debito, che lega il Verdi alla Regione, che può anche essere percorribile a patto che esista un piano di ristrutturazione dei bilanci serio e credibile, che riporti quella trasparenza e quella chiarezza che negli ultimi anni è mancata. Ogni anno la Regione contribuisce con 2 milioni e mezzo di euro a sostegno dell'attività ordinaria dell'ente, gli anni scorsi è stata garantita una fideiussione di 4 milioni di euro e, appunto, il prestito di 20 milioni euro che rischia - come ha confermato il vice commissario in sede di audizione - di non essere mai restituito. Tutto questo richiede una riflessione prima che davvero sia troppo tardi. Con questo mio voto, che non è contro la Fondazione in sé, né contro i suoi lavoratori e non c'entra nulla con le logiche di campanile - ha concluso Menis, anche per replicare alle polemiche di questi giorni - ho voluto lanciare un segnale forte per chiedere di fare definitivamente chiarezza e garantire al Verdi un futuro all'altezza della sua storia e del suo indiscusso valore.