PD: Codega, Testo unico cultura, riforma con vistose lacune
(ACON) Trieste, 3 ott - COM/MPB - Dopo quattro anni e più di
incubazione, finalmente è uscito il nuovo Testo unico sulla
cultura. A dire il vero non è ancora un testo ufficiale, in
quanto si tratta di uno schema di disegno di legge, segno che
siamo ancora al livello di bozza e che ancora ci si dovrà tornare
su. Comunque, l'assessore De Anna lo ha già presentato alla
Commissione e ieri è stato presentato al Consiglio delle
Autonomie locali.
A parlare è il consigliere regionale del PD Franco Codega che al
proposito formula alcune osservazioni.
"La considerazione di fondo è di un provvedimento che viene
presentato quasi a fine legislatura e che entrerà in vigore nel
2014. Fa il paio con quanto già succede con la riforma sanitaria
che altrettanto entrerà in vigore nel 2014. È evidente che tali
riforme avranno gambe per camminare solo se il centrodestra
vincerà le prossime elezioni, il che non è assolutamente detto,
ovviamente. Quindi hanno tutto il sapore di grandi annunci, cui
probabilmente non seguirà nulla.
"Poi, ci sono alcune vistose lacune - dichiara Codega elencando.
Innanzitutto si assiste a un processo di centralizzazione della
cultura in capo alla Regione: non si fa cenno infatti a eventuali
ruoli che Comuni e Province possono avere, così come ora avviene,
nella gestione delle attività culturali. E per fortuna che da
tutte le parti si invoca l'alleggerimento amministrativo della
Regione.
"In secondo luogo si introduce questa nuova figura dei Centri
pubblici socioculturali (Spazi cultura) comprensivi di mediateca
e fototeca, situati nei comuni, in un numero che si avvicina alle
110-120 unità. Centri pubblici che costeranno alla Regione alcuni
milioni di euro ogni anno, e di cui non si sentiva proprio il
bisogno in un epoca di impoverimento delle risorse.
"In terzo luogo, nonostante si proclami di voler diminuire lo
spazio discrezionale nella distribuzione degli incentivi, in
realtà avviene esattamente il contrario: eliminate le tabelle, le
convenzioni e i bandi saranno guidati da regolamenti che
introdurranno elementi di valutazione e quindi di
discrezionalità.
"Se si unisce questo alla centralizzazione regionale - prosegue
il consigliere - lo scenario non può non destare qualche
preoccupazione.
"Infine, non si parla dei musei. È vero che il testo non è ancora
definitivo e quindi c'è tutto il tempo per reintrodurli nella
stesura finale, però nel frattempo non se ne parla, mentre al
contempo si abroga la legge sui musei.
"Insomma - conclude Codega - bisognerà lavorare parecchio per
avere un testo finale accettabile".