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PD: Codega, Testo unico cultura, riforma con vistose lacune

03.10.2012
15:04
(ACON) Trieste, 3 ott - COM/MPB - Dopo quattro anni e più di incubazione, finalmente è uscito il nuovo Testo unico sulla cultura. A dire il vero non è ancora un testo ufficiale, in quanto si tratta di uno schema di disegno di legge, segno che siamo ancora al livello di bozza e che ancora ci si dovrà tornare su. Comunque, l'assessore De Anna lo ha già presentato alla Commissione e ieri è stato presentato al Consiglio delle Autonomie locali.

A parlare è il consigliere regionale del PD Franco Codega che al proposito formula alcune osservazioni.

"La considerazione di fondo è di un provvedimento che viene presentato quasi a fine legislatura e che entrerà in vigore nel 2014. Fa il paio con quanto già succede con la riforma sanitaria che altrettanto entrerà in vigore nel 2014. È evidente che tali riforme avranno gambe per camminare solo se il centrodestra vincerà le prossime elezioni, il che non è assolutamente detto, ovviamente. Quindi hanno tutto il sapore di grandi annunci, cui probabilmente non seguirà nulla.

"Poi, ci sono alcune vistose lacune - dichiara Codega elencando. Innanzitutto si assiste a un processo di centralizzazione della cultura in capo alla Regione: non si fa cenno infatti a eventuali ruoli che Comuni e Province possono avere, così come ora avviene, nella gestione delle attività culturali. E per fortuna che da tutte le parti si invoca l'alleggerimento amministrativo della Regione.

"In secondo luogo si introduce questa nuova figura dei Centri pubblici socioculturali (Spazi cultura) comprensivi di mediateca e fototeca, situati nei comuni, in un numero che si avvicina alle 110-120 unità. Centri pubblici che costeranno alla Regione alcuni milioni di euro ogni anno, e di cui non si sentiva proprio il bisogno in un epoca di impoverimento delle risorse.

"In terzo luogo, nonostante si proclami di voler diminuire lo spazio discrezionale nella distribuzione degli incentivi, in realtà avviene esattamente il contrario: eliminate le tabelle, le convenzioni e i bandi saranno guidati da regolamenti che introdurranno elementi di valutazione e quindi di discrezionalità.

"Se si unisce questo alla centralizzazione regionale - prosegue il consigliere - lo scenario non può non destare qualche preoccupazione.

"Infine, non si parla dei musei. È vero che il testo non è ancora definitivo e quindi c'è tutto il tempo per reintrodurli nella stesura finale, però nel frattempo non se ne parla, mentre al contempo si abroga la legge sui musei.

"Insomma - conclude Codega - bisognerà lavorare parecchio per avere un testo finale accettabile".