PD: Brandolin, in legge energia la Giunta abdica le scelte a Roma
(ACON) Trieste, 4 ott - COM/AB - Il Gruppo consiliare regionale
del Partito Democratico non ha votato a favore della legge su
energia e carburanti, recentemente approvato in Consiglio
regionale, al quale è peraltro approdata dopo tre anni di ritardo
a causa dei continui rimpasti di Giunta e al valzer di competenze
tra gli assessori dell'Esecutivo Tondo.
A metterlo in evidenza è il consigliere regionale del PD Giorgio
Brandolin che aggiunge.
Si tratta di una legge/regolamento, già definita di tipo
procedurale dallo stesso relatore di maggioranza, che non
affronta le questioni strategiche in materia di energia,
rinviando tutte le scelte importanti al futuribile Piano
regionale dell'energia che non è dato sapere quando vedrà la luce.
La volontà della maggioranza di non scegliere si è resa palese
anche sulla questione degli impianti di rigassificazione, avendo
essa consapevolmente abrogato dal testo inizialmente presentato
la previsione che fosse la Regione a dare l'autorizzazione alla
realizzazione di questi impianti, e quindi lasciando al Governo
nazionale la decisione e rinunciando così a svolgere le proprie
competenze.
Proprio nel bel mezzo di un attacco agli sprechi perpetrati dalle
Regioni e ai presunti privilegi di quelle speciali, la
maggioranza cosa fa? Si comporta come Ponzio Pilato, dando fiato
a tutti quelli che sostengono che sia meglio che le decisioni
importanti spettino al potere centrale e come non vi sia ormai
più motivo plausibile di tenere in piedi tale specialità.
Il Gruppo regionale del PD ha manifestato con forza la propria
contrarietà anche sulla frammentazione delle competenze tra
Comuni, Province e Regione e sugli eccessivi strumenti, piani e
programmi che dovrebbero regolare la materia. Non si è voluto far
tesoro delle non lusinghiere esperienze di questa legislatura per
tentare una maggiore semplificazione dei centri decisionali,
richiesta a gran voce da cittadini e imprese.
C'è da registrare almeno un risultato positivo raggiunto dal
Gruppo del PD. Infatti, grazie a una nostra proposta, l'Aula ha
votato quasi all'unanimità, esclusa la Lega Nord, un emendamento
che elimina la possibilità del commissario ad acta per le
Amministrazioni comunali resesi inadempienti per il rilascio di
autorizzazioni per nuovi impianti energetici, e che al contempo
prevede un meccanismo di coinvolgimento attivo per il Consiglio
regionale e il Consiglio delle autonomie locali per gli impianti
ritenuti di pubblica utilità e quindi strategici dalla Giunta
regionale.
Si tratta dunque di una procedura che prevede l'espressione di un
parere vincolante da parte della Commissione consiliare
competente e di un altro parere vincolante espresso dal CAL. In
questo modo si è evitato che la Giunta regionale decida sulla
testa dei Comuni e delle loro comunità senza che questi possano
opporsi, e al tempo stesso si è superato il problema dell'empasse
che si crea molto spesso appunto quando bisogna decidere di
questioni importanti che hanno rilievo strategico.
Questa piccola, ma importante vittoria dimostra che è fattibile
trovare una strada democratica e partecipativa per fare bene le
cose, basta poi aver voglia di farle.