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LN: Narduzzi, col Governo centralista il tramonto dell'autonomia

10.10.2012
15:01
(ACON) Trieste, 10 ott - COM/AB - Dura presa di posizione del capogruppo della Lega Nord in Consiglio regionale, Danilo Narduzzi, in merito all'ultima manovra economico-finanziaria del Governo Monti.

Chi pensava che dopo aver liquidato le Province, Monti si sarebbe fermato, non aveva capito nulla. Adesso passa alle altre Autonomie locali. La chiave? Il qualunquismo e l'antipolitica. Semplice e geniale. Sfruttando il caso Fiorito, ecco confezionato il teorema in base al quale le Regioni sono un centro di spreco e vanno liquidate.

Perché, per questo Governo, bastano gli ovattati e riservati salottini di Bruxelles, con i suoi club esclusivi, dove l'alta finanza decide con la speculazione finanziaria le sorti dei Paesi europei, come al Monopoli. Basta e avanza Roma Capitale (degli sprechi). La gente del Nord? Pensino a lavorare e a pagare le tasse, che è la sola cosa che san fare bene.

Peccato - puntualizza Narduzzi - che il debito pubblico lo abbiano fatto a Roma elargendo soldi a fiumi al Mezzogiorno, soldi che hanno fatto solo prosperare assistenzialismo e criminalità organizzata. Fiumi di soldi facili, prelevati dai governi centralisti, tutti, con le tasse ai lavoratori e alle imprese del Nord. Soldi facili che hanno bruciato ogni stimolo d'impresa nel Meridione.

Adesso però a Roma servono altri soldi e subito. Così, per spremere bene il limone devono svuotare le Regioni alpine. Non ci devono essere interferenze nel prelievo forzato, quindi ci vuole un centralismo assoluto, definitivo.

E con gli ultimi due ultimi decreti ammazza-Regioni ci stanno riuscendo. Prima hanno colpito e disarticolato le politiche delle Regioni, adesso passano addirittura a cancellare il timido regionalismo del titolo V della Costituzione, con l'impotente silenzio dei partiti che al Nord lo maledicono, ma a Roma lo sostengono senza vergogna.

Intanto, giù manovre di tasse e aumenti come grandinasse.

L'ultima martedì notte con la legge di stabilità. Limano l'Irpef per il prossimo anno, briciole, e intanto aumenta l'Iva di un altro punto. Tagli profondi e indiscriminati alla sanità e all'assistenza per i disabili. Giusto per difendere i più deboli! E i costi standard? Cancellati. Con buona pace dei contribuenti che volevano sapere perché all'ospedale di Pordenone pagano una siringa 1 euro e invece all'ospedale di Catanzaro la pagano 6 euro.

Ma il presidente Monti non doveva tagliare gli sprechi?

Il Governo centralista ha tolto al Friuli Venezia Giulia 370 milioni di euro per il fondo di solidarietà sul federalismo. Adesso che il federalismo fiscale lo hanno cancellato non ce li vogliono tornare. Il Governo centralista non vuole tornarci i decimi IRPEF che ci deve, secondo gli accordi sottoscritti, sui suoi 42.000 dipendenti pubblici in Friuli Venezia Giulia e su chi paga l'IRPEF fuori regione.

Come la mettiamo?

Le voragini di bilancio delle sanità della Campania, Sicilia, Calabria, sempre ripianate a piè di lista dai Governi centralisti, come le compariamo col fatto che in Friuli Venezia Giulia invece la Regione tiene i conti in pareggio e ci paghiamo tutto?

Quando Monti dice di voler tagliare gli sprechi delle Regioni sa di non dire il vero. La prova? Contestualmente regala 900 milioni alla Sicilia (la Regione più indebitata d'Europa), altri 160 alla Campania e altri 130 ai Comuni in dissesto del Sud. È questo il sistema per premiare i virtuosi?

Inutile negarlo, nel marasma generale il Friuli Venezia Giulia trattiene quasi il 65% delle tasse pagate allo Stato centralista, il restante 35% finisce nella Capitale e non fa più ritorno. Ma quanti sanno che il vicino Veneto trattiene solo il 30%, lasciando a Roma il 70% delle tasse pagate? Se non fermiamo la deriva, entro un pugno di mesi anche il Friuli Venezia Giulia diverrà una regione "normale" e cioè perderemo completamente il controllo della gestione sanitaria, con disastrose conseguenze sulla qualità dei servizi di salute e tutela dei più deboli.

È questo che vogliamo?

Sta nascendo una "Tirannia elegante", in doppiopetto grigio, fatta attraverso un linguaggio forbito e pacato. Ma è sempre una tirannia che va fermata prima che combini grossi guai. Il Nord - conclude Narduzzi - deve reagire ora, prima che sia troppo tardi. È un dovere morale che riguarda tutte le forze politiche e sociali del Friuli Venezia Giulia. Nessuno può chiamarsi fuori dalla difesa dei nostri diritti. Per i nostri cittadini, per i nostri lavoratori, per le nostre imprese, per chi è più debole, per il futuro dei nostri figli.