LN: Narduzzi, col Governo centralista il tramonto dell'autonomia
(ACON) Trieste, 10 ott - COM/AB - Dura presa di posizione del
capogruppo della Lega Nord in Consiglio regionale, Danilo
Narduzzi, in merito all'ultima manovra economico-finanziaria del
Governo Monti.
Chi pensava che dopo aver liquidato le Province, Monti si sarebbe
fermato, non aveva capito nulla. Adesso passa alle altre
Autonomie locali. La chiave? Il qualunquismo e l'antipolitica.
Semplice e geniale. Sfruttando il caso Fiorito, ecco confezionato
il teorema in base al quale le Regioni sono un centro di spreco e
vanno liquidate.
Perché, per questo Governo, bastano gli ovattati e riservati
salottini di Bruxelles, con i suoi club esclusivi, dove l'alta
finanza decide con la speculazione finanziaria le sorti dei Paesi
europei, come al Monopoli. Basta e avanza Roma Capitale (degli
sprechi). La gente del Nord? Pensino a lavorare e a pagare le
tasse, che è la sola cosa che san fare bene.
Peccato - puntualizza Narduzzi - che il debito pubblico lo
abbiano fatto a Roma elargendo soldi a fiumi al Mezzogiorno,
soldi che hanno fatto solo prosperare assistenzialismo e
criminalità organizzata. Fiumi di soldi facili, prelevati dai
governi centralisti, tutti, con le tasse ai lavoratori e alle
imprese del Nord. Soldi facili che hanno bruciato ogni stimolo
d'impresa nel Meridione.
Adesso però a Roma servono altri soldi e subito. Così, per
spremere bene il limone devono svuotare le Regioni alpine. Non ci
devono essere interferenze nel prelievo forzato, quindi ci vuole
un centralismo assoluto, definitivo.
E con gli ultimi due ultimi decreti ammazza-Regioni ci stanno
riuscendo. Prima hanno colpito e disarticolato le politiche delle
Regioni, adesso passano addirittura a cancellare il timido
regionalismo del titolo V della Costituzione, con l'impotente
silenzio dei partiti che al Nord lo maledicono, ma a Roma lo
sostengono senza vergogna.
Intanto, giù manovre di tasse e aumenti come grandinasse.
L'ultima martedì notte con la legge di stabilità. Limano l'Irpef
per il prossimo anno, briciole, e intanto aumenta l'Iva di un
altro punto. Tagli profondi e indiscriminati alla sanità e
all'assistenza per i disabili. Giusto per difendere i più deboli!
E i costi standard? Cancellati. Con buona pace dei contribuenti
che volevano sapere perché all'ospedale di Pordenone pagano una
siringa 1 euro e invece all'ospedale di Catanzaro la pagano 6
euro.
Ma il presidente Monti non doveva tagliare gli sprechi?
Il Governo centralista ha tolto al Friuli Venezia Giulia 370
milioni di euro per il fondo di solidarietà sul federalismo.
Adesso che il federalismo fiscale lo hanno cancellato non ce li
vogliono tornare. Il Governo centralista non vuole tornarci i
decimi IRPEF che ci deve, secondo gli accordi sottoscritti, sui
suoi 42.000 dipendenti pubblici in Friuli Venezia Giulia e su chi
paga l'IRPEF fuori regione.
Come la mettiamo?
Le voragini di bilancio delle sanità della Campania, Sicilia,
Calabria, sempre ripianate a piè di lista dai Governi
centralisti, come le compariamo col fatto che in Friuli Venezia
Giulia invece la Regione tiene i conti in pareggio e ci paghiamo
tutto?
Quando Monti dice di voler tagliare gli sprechi delle Regioni sa
di non dire il vero. La prova? Contestualmente regala 900 milioni
alla Sicilia (la Regione più indebitata d'Europa), altri 160 alla
Campania e altri 130 ai Comuni in dissesto del Sud. È questo il
sistema per premiare i virtuosi?
Inutile negarlo, nel marasma generale il Friuli Venezia Giulia
trattiene quasi il 65% delle tasse pagate allo Stato centralista,
il restante 35% finisce nella Capitale e non fa più ritorno. Ma
quanti sanno che il vicino Veneto trattiene solo il 30%,
lasciando a Roma il 70% delle tasse pagate? Se non fermiamo la
deriva, entro un pugno di mesi anche il Friuli Venezia Giulia
diverrà una regione "normale" e cioè perderemo completamente il
controllo della gestione sanitaria, con disastrose conseguenze
sulla qualità dei servizi di salute e tutela dei più deboli.
È questo che vogliamo?
Sta nascendo una "Tirannia elegante", in doppiopetto grigio,
fatta attraverso un linguaggio forbito e pacato. Ma è sempre una
tirannia che va fermata prima che combini grossi guai. Il Nord -
conclude Narduzzi - deve reagire ora, prima che sia troppo tardi.
È un dovere morale che riguarda tutte le forze politiche e
sociali del Friuli Venezia Giulia. Nessuno può chiamarsi fuori
dalla difesa dei nostri diritti. Per i nostri cittadini, per i
nostri lavoratori, per le nostre imprese, per chi è più debole,
per il futuro dei nostri figli.