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PD: Marsilio su bocciatura del Governo di norme sulla caccia

10.10.2012
17:01
(ACON) Trieste, 10 ott - COM/AB - Sull'impugnazione da parte del Governo delle norme sulla caccia contenute nella legge comunitaria regionale, si registra il seguente intervento del consigliere regionale del PD Enzo Marsilio.

"I cinque motivi di impugnativa costituzionale riguardano norme attinenti l'esercizio venatorio e, in particolare, relative all'esercizio dei prelievi in deroga e alla immissione di fauna selvatica.

È particolarmente grave rilevare che, per l'ennesima volta, la Regione viene bocciata dal Governo su una materia delicatissima come quella dei prelievi in deroga per provvedimenti legislativi che mirano sostanzialmente a demolire le procedure sancite dall'art. 6 della legge regionale 14/2007.

Il maldestro tentativo di eliminare il parere dell'ISPRA sulle richieste di prelievo in deroga risultava in evidente contrasto con le norme comunitarie e nazionali di tutela della fauna, come già evidenziato dai tecnici della Regione e dal dibattito consigliare. La volontà di perseguire obbiettivi elettoralistici in materie delicate e sensibili come quelle ambientali non può che alimentare un senso di sfiducia nei confronti della politica e delle istituzioni regionali.

È gravissima pertanto la responsabilità della maggioranza consiliare che, pur di salvaguardare i precari equilibri politici interni, ha consentito l'adozione di norme palesemente viziate da illegittimità costituzionale. La corretta e puntuale applicazione dell'art. 6 della l.r.14/2007 è l'unico modo per affrontare legittimamente ed efficacemente il problema dei prelievi in deroga, riaffidandone l'esclusiva gestione alla struttura tecnica regionale senza l'uso di furbesche scorciatoie normative.

È altrettanto grave dover constatare che si sia voluto affrontare il problema delle immissioni di fauna selvatica con una norma permissiva e squilibrata. La sua bocciatura renderà ancora più complicata la gestione venatoria nelle zone faunisticamente meno vocate del territorio regionale nelle quali l'esercizio del così detto pronto caccia rappresenta una modalità contrastata anche dallo stesso mondo venatorio.

La mancanza di una gestione politica della caccia a livello regionale, dimostrata dal palese disinteresse dell'assessore competente e dal prevalere di iniziative normative di singoli consiglieri, relega il settore in un ambito di marginalità e disinteresse che umiliano il mondo venatorio regionale".