PD: Marsilio su bocciatura del Governo di norme sulla caccia
(ACON) Trieste, 10 ott - COM/AB - Sull'impugnazione da parte
del Governo delle norme sulla caccia contenute nella legge
comunitaria regionale, si registra il seguente intervento del
consigliere regionale del PD Enzo Marsilio.
"I cinque motivi di impugnativa costituzionale riguardano norme
attinenti l'esercizio venatorio e, in particolare, relative
all'esercizio dei prelievi in deroga e alla immissione di fauna
selvatica.
È particolarmente grave rilevare che, per l'ennesima volta, la
Regione viene bocciata dal Governo su una materia delicatissima
come quella dei prelievi in deroga per provvedimenti legislativi
che mirano sostanzialmente a demolire le procedure sancite
dall'art. 6 della legge regionale 14/2007.
Il maldestro tentativo di eliminare il parere dell'ISPRA sulle
richieste di prelievo in deroga risultava in evidente contrasto
con le norme comunitarie e nazionali di tutela della fauna, come
già evidenziato dai tecnici della Regione e dal dibattito
consigliare. La volontà di perseguire obbiettivi elettoralistici
in materie delicate e sensibili come quelle ambientali non può
che alimentare un senso di sfiducia nei confronti della politica
e delle istituzioni regionali.
È gravissima pertanto la responsabilità della maggioranza
consiliare che, pur di salvaguardare i precari equilibri politici
interni, ha consentito l'adozione di norme palesemente viziate da
illegittimità costituzionale. La corretta e puntuale applicazione
dell'art. 6 della l.r.14/2007 è l'unico modo per affrontare
legittimamente ed efficacemente il problema dei prelievi in
deroga, riaffidandone l'esclusiva gestione alla struttura tecnica
regionale senza l'uso di furbesche scorciatoie normative.
È altrettanto grave dover constatare che si sia voluto affrontare
il problema delle immissioni di fauna selvatica con una norma
permissiva e squilibrata. La sua bocciatura renderà ancora più
complicata la gestione venatoria nelle zone faunisticamente meno
vocate del territorio regionale nelle quali l'esercizio del così
detto pronto caccia rappresenta una modalità contrastata anche
dallo stesso mondo venatorio.
La mancanza di una gestione politica della caccia a livello
regionale, dimostrata dal palese disinteresse dell'assessore
competente e dal prevalere di iniziative normative di singoli
consiglieri, relega il settore in un ambito di marginalità e
disinteresse che umiliano il mondo venatorio regionale".