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CR: valorizzazione strutture alpine, la legge e i relatori (5)

24.10.2012
17:21
(ACON) Trieste, 24 ott - AB - La valorizzazione delle strutture alpine è l'obiettivo che si pone un disegno di legge sul quale hanno riferito all'Aula, come relatori di maggioranza Franco Baritussio (Pdl) e Mara Piccin (LN), e di minoranza Sandro Della Mea (PD).

Quindici articoli, a partire dall'ambito di azione (favorire la conoscenza e la frequentazione in sicurezza a scopo turistico, ricreativo, culturale e sportivo dell'ambiente alpino nel rispetto dell'ambiente), per passare ai sentieri e alle strutture alpine (rifugi alpini, rifugi escursionistici, bivacchi), al ruolo del CAI, all'istituzione di un elenco delle strutture. Previsto anche l'aggiornamento della cartografia regionale (consultabile anche in Internet), precisata la classificazione delle strutture, si individua una segnaletica uniforme, si disciplinano le modalità per l'apertura di nuove strutture alpine e per queste ultime si istituisce un apposito Comitato. Infine, non viene trascurato un aspetto di fondamentale importanza come la manutenzione e la tutela di sentieri e strutture.

Baritussio ha sottolineato le positive ricadute che la legge potrà avere per questo settore, mettendo ordine a tutte le problematiche che interessano sentieri e strutture e introducendo un sistema moderno di informazione on-line, utile a una migliore e più pratica consultazione da parte dell'utenza.

Piccin ha posto l'accento su come le nostre montagne siano un rivolo continuo di sentieri che sono storia, guerra, fatica, sudore, bellezza, che si misurano in oltre 5.600 chilometri di sentieri alpini - comprensivi di vie ferrate e di 30 sentieri attrezzati - un patrimonio che va tutelato e valorizzato per essere competitivo con i sistemi alpini di Austria e Slovenia.

Della Mea ha invece messo in luce quello che per lui è un vizio di fondo: si parte dalla necessità di rafforzare e sostenere l'attività di intervento del CAI e si finisce per occuparsi in termini generali di tutte le strutture alpine, nello spirito di una legge quadro. Buone intenzioni, che però finiscono per complicare ulteriormente il quadro normativo di riferimento, con il risultato di non riuscire a raggiungere la valorizzazione voluta.

(segue)