CR: valorizzazione strutture alpine, la legge e i relatori (5)
(ACON) Trieste, 24 ott - AB - La valorizzazione delle strutture
alpine è l'obiettivo che si pone un disegno di legge sul quale
hanno riferito all'Aula, come relatori di maggioranza Franco
Baritussio (Pdl) e Mara Piccin (LN), e di minoranza Sandro Della
Mea (PD).
Quindici articoli, a partire dall'ambito di azione (favorire la
conoscenza e la frequentazione in sicurezza a scopo turistico,
ricreativo, culturale e sportivo dell'ambiente alpino nel
rispetto dell'ambiente), per passare ai sentieri e alle strutture
alpine (rifugi alpini, rifugi escursionistici, bivacchi), al
ruolo del CAI, all'istituzione di un elenco delle strutture.
Previsto anche l'aggiornamento della cartografia regionale
(consultabile anche in Internet), precisata la classificazione
delle strutture, si individua una segnaletica uniforme, si
disciplinano le modalità per l'apertura di nuove strutture alpine
e per queste ultime si istituisce un apposito Comitato. Infine,
non viene trascurato un aspetto di fondamentale importanza come
la manutenzione e la tutela di sentieri e strutture.
Baritussio ha sottolineato le positive ricadute che la legge
potrà avere per questo settore, mettendo ordine a tutte le
problematiche che interessano sentieri e strutture e introducendo
un sistema moderno di informazione on-line, utile a una migliore
e più pratica consultazione da parte dell'utenza.
Piccin ha posto l'accento su come le nostre montagne siano un
rivolo continuo di sentieri che sono storia, guerra, fatica,
sudore, bellezza, che si misurano in oltre 5.600 chilometri di
sentieri alpini - comprensivi di vie ferrate e di 30 sentieri
attrezzati - un patrimonio che va tutelato e valorizzato per
essere competitivo con i sistemi alpini di Austria e Slovenia.
Della Mea ha invece messo in luce quello che per lui è un vizio
di fondo: si parte dalla necessità di rafforzare e sostenere
l'attività di intervento del CAI e si finisce per occuparsi in
termini generali di tutte le strutture alpine, nello spirito di
una legge quadro. Buone intenzioni, che però finiscono per
complicare ulteriormente il quadro normativo di riferimento, con
il risultato di non riuscire a raggiungere la valorizzazione
voluta.
(segue)