PD: Menis su importanza mozione a difesa del friulano
(ACON) Trieste, 24 ott - COM/AB - Durante la scorsa estate
abbiamo imparato a fare i conti con la spending review il cui
obiettivo, come ben sappiamo, è quello di ridurre i costi della
pubblica amministrazione attraverso diversi interventi. Tra i
tanti passaggi ve n'è uno, molto tecnico, che è intervenuto sul
mondo della scuola e, in particolare, sul dimensionamento
scolastico (ovvero nella definizione del numero di studenti
necessari ad ottenere l'autonomia dell'istituto). Un
provvedimento chirurgico che, in nome dei risparmi, riduce il
campo di applicazione delle deroghe concesse alle minoranze
linguistiche riconosciute dalla legge 482/99, escludendo tutte
quelle che non siano di origine straniera.
Via libera dunque a sloveno, francese, tedesco a scapito di
friulano, occitano e sardo che, con questo passaggio, vengono di
fatto declassati a semplici dialetti.
A metterlo in evidenza è il consigliere regionale del PD Paolo
Menis, che sottolinea come l'incompatibilità giuridica con la
legge nazionale sia di tutta evidenza, le conseguenze sociali e
politiche di questa scelta avventata solo ipotizzabili. Perché
essa cancella vent'anni di storia delle minoranze nel nostro
Paese e, con esse, il riconoscimento dei valori e dell'identità e
delle tradizioni dei popoli su cui esso si fonda. Una scelta che
provocherà, anche sul piano tecnico didattico, solo per limitarci
al nostro territorio, la cancellazione di ben dieci autonomie
scolastiche, quasi tutte in provincia di Udine.
Da questa consapevolezza nasce la decisione di proporre la
mozione discussa in Consiglio regionale, che vuole esprimere il
sostegno all'intenzione dell'assessore e della Giunta di
ricorrere alla Corte costituzionale per difendere la dignità
della popolazione friulana, le cui famiglie, giova ricordarlo,
hanno scelto nel 74% dei casi (39.000 studenti) di chiedere
volontariamente l'insegnamento di questa lingua ai loro figli.
L'hanno fatto per libera scelta e nella coscienza che questa è
una delle ragioni che giustifica la stessa specialità della
nostra Regione.
Abbiamo spesso sentito esprimere il timore per i pesanti tagli in
finanziaria che potrebbero abbattersi sulla nostra Regione - si
parla di quasi due miliardi di euro - ma non possiamo dimenticare
che anche queste scelte rischiano di avere profonde conseguenze
sulla vita delle famiglie che si vedranno costrette a sostenere
pesanti disagi.
Sono particolarmente soddisfatto - conclude Menis -
dell'approvazione quasi all'unanimità perché sono convinto che
arretrare di fronte a questa forma di censura culturale possa
aprire la strada alla perdita dei nostri diritti in molti altri
settori e mettere in crisi l'autonomia e la specialità regionale.