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PD: Menis su importanza mozione a difesa del friulano

24.10.2012
17:20
(ACON) Trieste, 24 ott - COM/AB - Durante la scorsa estate abbiamo imparato a fare i conti con la spending review il cui obiettivo, come ben sappiamo, è quello di ridurre i costi della pubblica amministrazione attraverso diversi interventi. Tra i tanti passaggi ve n'è uno, molto tecnico, che è intervenuto sul mondo della scuola e, in particolare, sul dimensionamento scolastico (ovvero nella definizione del numero di studenti necessari ad ottenere l'autonomia dell'istituto). Un provvedimento chirurgico che, in nome dei risparmi, riduce il campo di applicazione delle deroghe concesse alle minoranze linguistiche riconosciute dalla legge 482/99, escludendo tutte quelle che non siano di origine straniera.

Via libera dunque a sloveno, francese, tedesco a scapito di friulano, occitano e sardo che, con questo passaggio, vengono di fatto declassati a semplici dialetti. A metterlo in evidenza è il consigliere regionale del PD Paolo Menis, che sottolinea come l'incompatibilità giuridica con la legge nazionale sia di tutta evidenza, le conseguenze sociali e politiche di questa scelta avventata solo ipotizzabili. Perché essa cancella vent'anni di storia delle minoranze nel nostro Paese e, con esse, il riconoscimento dei valori e dell'identità e delle tradizioni dei popoli su cui esso si fonda. Una scelta che provocherà, anche sul piano tecnico didattico, solo per limitarci al nostro territorio, la cancellazione di ben dieci autonomie scolastiche, quasi tutte in provincia di Udine. Da questa consapevolezza nasce la decisione di proporre la mozione discussa in Consiglio regionale, che vuole esprimere il sostegno all'intenzione dell'assessore e della Giunta di ricorrere alla Corte costituzionale per difendere la dignità della popolazione friulana, le cui famiglie, giova ricordarlo, hanno scelto nel 74% dei casi (39.000 studenti) di chiedere volontariamente l'insegnamento di questa lingua ai loro figli. L'hanno fatto per libera scelta e nella coscienza che questa è una delle ragioni che giustifica la stessa specialità della nostra Regione.

Abbiamo spesso sentito esprimere il timore per i pesanti tagli in finanziaria che potrebbero abbattersi sulla nostra Regione - si parla di quasi due miliardi di euro - ma non possiamo dimenticare che anche queste scelte rischiano di avere profonde conseguenze sulla vita delle famiglie che si vedranno costrette a sostenere pesanti disagi. Sono particolarmente soddisfatto - conclude Menis - dell'approvazione quasi all'unanimità perché sono convinto che arretrare di fronte a questa forma di censura culturale possa aprire la strada alla perdita dei nostri diritti in molti altri settori e mettere in crisi l'autonomia e la specialità regionale.