LN: le scelte per un nuovo patto fiscale con Roma
(ACON) Trieste, 25 ott - COM/AB - Rinegoziare il patto fiscale
con Roma azzerando il patto Tremonti, trattenendo l'Irpef dei
dipendenti pubblici e privati che lavorano qui, ma pagano le
tasse a Roma e rifiutando vessazioni inique sulla sanità,
comparto che il Friuli Venezia Giulia gestisce e si paga in
totale autonomia, con standard di eccellenza assoluta.
Sono gli impegni che il Consiglio regionale ha affidato alla
Giunta Tondo, approvando a larga maggioranza la mozione
presentata dal gruppo della Lega Nord (contrari solo i
consiglieri di PRC e SEL).
I consiglieri del Carroccio Ugo De Mattia, Danilo Narduzzi, Mara
Piccin, Enore Picco e Federico Razzini spiegano: "Senza opportune
modifiche, spending review, decreto Salva Italia e patto Tremonti
prosciugherebbero le casse di questa Regione. Complessivamente,
evaporerebbe circa un miliardo di euro l'anno, che Roma userebbe
solo per tamponare le copiose emorragie del Sud. Con un bilancio
regionale che pareggia a circa 4,5 miliardi, di cui 2,5 vanno
alla sanità, alla Regione resterebbe circa 1 miliardo, al netto
dei salassi romani. Sfida ciclopica, forse impossibile. Sarebbe
più saggio - hanno provocatoriamente abbozzato i leghisti -
alzare bandiera bianca e affidare le chiavi del palazzo di piazza
Unità al professor Monti".
La Lega rivendica il diritto/dovere di esercitare l'autonomia
come strumento di avanguardia federalistica, e non certo come
privilegio anacronistico. Come? Attraverso poche, decisive mosse.
La prima tappa è data dal trattenere l'Irpef dei 42.000
dipendenti statali che lavorano in Friuli Venezia Giulia e aprire
un nuovo fronte sui lavoratori di aziende private.
Ugo De Mattia, vicecapogruppo e estensore di uno specifico ordine
del giorno spiega: "Solo nella scuola, ci sono oltre 20.000
lavoratori cui la Regione garantisce servizi sanitari,
assistenziali, trasporti senza che da Roma arrivi un centesimo.
Se ci aggiungiamo i dipendenti di forze dell'ordine, poste e
altre strutture, arriviamo a un esercito di 42.000 persone che
beneficiano dei servizi della regione e pagano le tasse a Roma.
Non meno importante è la partita sui dipendenti delle aziende
private. I dipendenti lavorano qui, ma le loro tasse finiscono
nella regione dove l'azienda ha sede legale. Sbagliato
concettualmente, gravissimo economicamente.
La seconda tappa non è meno impervia: l'azzeramento del patto
Tremonti, anticamera di un federalismo smantellato, cancellato da
questo Governo. Quindi, l'accordo raggiunto con l'Esecutivo
precedente è carta straccia a tutti gli effetti.
Secondo la Lega, solo con questi due semplici accorgimenti si
recupererebbero "dai 550 ai 600 milioni l'anno.
Infine, la sanità: "La nostra sanità ce la paghiamo noi al 100%.
È al top a livello europeo per standard qualitativi. Non
chiediamo un centesimo a Roma. Ma non pensiamo minimamente a
farci vessare da uno Stato che, su questo capitolo, dovrebbe
commissariare le solite 4-5 Regioni, anziché perseguitare i primi
della classe".