PD: Brussa, punti nascita in provincia di Gorizia
(ACON) Trieste, 25 ott - COM/AB - Ennesima brutta figura della
Giunta regionale sulla vicenda della chiusura dei punti nascita
in provincia di Gorizia. Il vicepresidente e assessore alla
sanità Luca Ciriani, rispondendo a un'interrogazione del
consigliere del PD Franco Brussa relativa alla sua iscrizione al
gruppo di un social network denominato "voglio nascere a
Gorizia-noi mamme di Gorizia e dell'Isontino", che fa riferimento
all'omonimo comitato Goriziano, iscrizione questa che sarebbe
seguita alle perplessità manifestate dallo stesso Ciriani
rispetto all'atto di indirizzo approvato nei giorni scorsi dalla
Giunta in sua assenza, e che pare orientarsi verso il
mantenimento del punto nascita di Monfalcone, non ha saputo che
fornire risposte poco convincenti, se non addirittura fuorvianti.
Il giudizio è dello stesso Brussa, che aggiunge.
Rispetto al problema del social network, Ciriani ha affermato di
essere stato iscritto a sua insaputa e di non aver quindi mai
utilizzato quel mezzo per esprime un giudizio di merito sulla
vicenda punto nascita. Ha anche respinto le affermazioni
riportate dalla stampa locale qualche giorno fa, secondo le quali
egli è favorevole al mantenimento del punto nascita di Gorizia,
al di là dei numeri. È del tutto evidente come queste risposte
contraddicono quanto invece affermato sulla stampa da un
assessore comunale di Gorizia.
Ciriani ha negato anche di essere in contrasto con l'indirizzo
della Giunta sul tema e che la decisione che verrà assunta sarà
da lui condivisa.
Sull'altro elemento sollevato da Brussa, che poi è la questione
centrale dell'interrogazione, ossia se si riteneva
istituzionalmente corretto il comportamento dell'assessore alla
sanità, non c'è stata ovviamente risposta, considerando che a
intervenire in Aula è stato lo stesso Ciriani e non già, come di
dovere, il presidente Tondo.
Continua dunque - conclude Brussa - il gioco della parti su
questa vicenda delicata e spinosa che rischia di compromettere la
credibilità della stessa Amministrazione regionale. L'auspicio
allora è che la decisione sui punti nascita isontini avvenga
quanto prima per evitare il consolidarsi di contrapposizioni
territoriali, e che la scelta finale sia dettata da logiche che
guardino all'interesse vero della salute del nascituro e della
puerpera e non da ragioni campanilistiche o, peggio ancora,
partitiche.