PD: Moretton, su terza corsia pesa il silenzio di Riccardi
(ACON) Trieste, 28 ott - COM/AB - Non è stata ancora digerita
la cruda realtà, evidenziata nel corso dell'attività ispettiva
doverosamente disposta dai ministeri competenti, che i
protagonisti della vicenda della terza corsia ci costringono ad
assistere a un'altra puntata della vicenda.
Lo afferma Gianfranco Moretton, capogruppo PD in Consiglio
regionale, che mette in evidenza la grande confusione di chi,
dopo aver paradossalmente nello scorso luglio salutato con grande
entusiasmo l'arrivo dell'ispettore romano, oggi diversamente non
si risparmia azioni e dichiarazioni sconclusionate.
Da un lato - precisa Moretton - il RUP Enrico Razzini, l'uomo di
fiducia del commissario Riccardi, che non trovando argomenti
migliori scarica le responsabilità su Autovie Venete che, a suo
dire, aveva l'obbligo di reperire le risorse finanziarie ancora
mancanti, evidentemente dimenticandosi che é lui stesso il
direttore generale di quella società.
Dall'altro il presidente Tondo che minimizza, dichiarando che le
censure mosse dall'ispettore, di cui prudentemente prende atto,
fanno il paio con le attestazioni di merito espresse dalla BEI e
da CDP. Noi non ricordiamo alcuna di tali dichiarazioni (e ci
mancherebbe altro).
E' da sottolineare inoltre che gli istituti si sono espressi solo
nel merito della bontà del progetto, e non certo sulle
spericolate condotte del commissario, orientato più alla ricerca
dei processi acceleratori che all'osservanza delle regole,
all'interesse della procedura e della speditezza per la
realizzazione dell'opera.
Con il risultato oramai inconfutabile che la gestione
straordinaria del commissario è stata più lenta di qualsiasi
altra di natura ordinaria (vedi crono programmi ampiamente
disattesi).
Sterile pure il tentativo di catalogare la vicenda nel novero
della battaglia, se non addirittura della persecuzione politica,
essendo i rilievi mossi dall'ispettore ministeriale del tutto
estranei ad argomenti politici, ma piuttosto di natura tecnica e
giuridica, rispetto ai quali si attende puntuale risposta.
Ci sembra poi puerile il tentativo di addossare al centrosinistra
la volontà di affossare il progetto della terza corsia, perché
tutte le prove del disastro in cui versa la gestione
commissariale sono davanti agli occhi di tutti.
Ogni altra considerazione è destituita da ogni fondamento, come
risulta dagli atti delle innumerevoli Commissioni consiliari
regionali che hanno affrontato l'argomento.
Come nelle migliori storie, anche in tutto questo polverone c'è
qualcosa che brilla: il silenzio assordante dell'indiscusso
regista e protagonista di tutto questo enorme pasticcio, le cui
dimensioni restano ancora inesplorate, tanto che rischia di
trascinare nel baratro Autovie Venete e l'intera Regione: il
commissario Riccardo Riccardi.
Con senso di responsabilità, in tempi non sospetti e in diverse
occasioni - conclude Moretton - abbiamo offerto la disponibilità
a dare il nostro contributo a migliorare una gestione che
appariva ai più confusa e del tutto inadeguata, dando soluzioni
positive alle problematiche emerse. Disponibilità sempre respinta
al mittente che, tra l'altro, veniva tacciato di essere "gufo o
Cassandra". Ora non ci rimane che conoscere il pensiero del
commissario Riccardi, ammesso che il tema lo interessi ancora.