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III Comm: riordino servizio sanitario, terminato dibattito (1)

31.10.2012
17:24
(ACON) Trieste, 31 ott - MPB - Sanità ancora all'attenzione della III Commissione consiliare - presieduta da Giorgio Venier Romano (UDC), presente l'assessore competente Luca Ciriani - con il disegno di legge della Giunta per il riordino istituzionale e organizzativo del Servizio sanitario regionale scelto come testo di riferimento fra quattro progetti, due dei quali per l'istituzione di una Azienda ospedaliera "Ospedali Riuniti" di Monfalcone e Gorizia e uno per l'istituzione di una Azienda unica per i servizi sanitari.

Al termine della discussione generale, l'intervento dell'assessore alla sanità Luca Ciriani che ha risposto soprattutto alle critiche mosse, in due giorni di dibattito, dall'opposizione che - attraverso Lupieri, Menosso, Zvech, Menis e Brussa del PD, e Pustetto (SA-SEL), Agnola (Idv) e Colussi (Cittadini-Libertà Civica) - avevano evidenziato, portando una serie di dati precisi, le lacune del provvedimento (gli argomenti spaziano dalle convenzioni che consentono grandi economie alla logistica, dalla prevenzione alla appropriatezza prescrittiva, dall'integrazione delle cure primarie con quelle ospedaliere al sistema informativo) e il fatto che, dimezzando i distretti e i dipartimenti di prevenzione, delle dipendenze, di salute mentale, si andrebbero a ridurre le strutture più vicine ai cittadini, ridimensionando fortemente l'offerta ai bisogni di salute sul territorio. Ridurre numericamente di per sé non è garanzia di risparmio e di buon funzionamento, specie se in una legge di riordino manca un confronto macroeconomico e non risulta chiara la dinamica del sistema di governo complessivo, è stata la sottolineatura, con la preoccupazione che mettere in moto meccanismi di destrutturazione di un sistema di eccellenza così articolato dal 1996 richiederebbe un tempo molto più lungo per recuperare. Perciò non è mancato l'invito a congelare o a ritirare la riforma che dovrebbe avere decorso dal 2014, pur continuando a ragionare di sanità e lasciando alla prossima legislatura il compito di riaffrontare l'argomento.

E mentre Dal Mas (Pdl) aveva avvertito di non avere intenzione di retrocedere neppure di un millimetro dalle posizioni espresse con il progetto di cui è primo firmatario (e sottoscritto dai colleghi di Gruppo Pedicini, Camber e Santin) per l'istituzione dell'Azienda unica per i servizi sanitari), Blasoni (Pdl) aveva definito ozioso stabilire se prima il contenuto o il contenitore quando si sta parlando di riassetto, perché è più facile gestire le semplificazioni per dimensioni di area vasta.

Così infine Ciriani, ricordando anche i contenuti delle audizioni oltre che del dibattito, ha domandato se chi è intervenuto, onestamente, ritenga che oggi si possa governare la sanità con l'ordinamento di 10 anni fa e che si possa farlo anche per i prossimi 5-10 anni. Qui - e anche nelle audizioni - nessuno ha avanzato una sola proposta concreta; questo riassetto, pur con i suoi limiti, è importante per la governance: la struttura genera i contenuti. Pensare alle aree vaste e all'alleanza dei territori è dentro i ragionamenti che hanno portato a questa proposta, forse meno coraggiosa di quella di Dal Mas che si spinge oltre, ma che affronta un tema - quello dell'organizzazione del sistema sanitario - del quale tutte le Regioni si stanno occupando. Una governance coerente, efficace e sostenibile è l'obiettivo per ridurre i costi conservando qualità dei servizi. Il disegno di legge viene sì a fine legislatura, in un momento in cui questa regione, che pur con alti e bassi ha mantenuto sempre un filo rosso virtuoso, dimostra di essere capace di anticipare scelte e che l'autonomia e la specialità ce la siamo meritata. La macchina della sanità ha bisogno di una manutenzione continua e il disposto combinato di spending review e decreto Balduzzi ci costringeranno a tagli per 100 milioni di euro: quest'anno non toccheremo la parte sociosanitaria, ma non so se si potrà fare anche il prossimo. Quanto alla riduzione dei distretti, nei territori montani ci potranno essere deroghe. Infine, riguardo la preoccupazione avanzata a più riprese di una svolta verso una sanità sempre più privata, Ciriani ha detto: non ci sono notizie che stia arrivando un modello Lombardia; se qualcuno sa qualcosa lo dica che provvedo a stopparlo perchè non lo condivido.

La Commissione ha quindi avviato l'esame dell'articolato.

(immagini tv)

(segue)