III Comm: riordino servizio sanitario, terminato dibattito (1)
(ACON) Trieste, 31 ott - MPB - Sanità ancora all'attenzione
della III Commissione consiliare - presieduta da Giorgio Venier
Romano (UDC), presente l'assessore competente Luca Ciriani - con
il disegno di legge della Giunta per il riordino istituzionale e
organizzativo del Servizio sanitario regionale scelto come testo
di riferimento fra quattro progetti, due dei quali per
l'istituzione di una Azienda ospedaliera "Ospedali Riuniti" di
Monfalcone e Gorizia e uno per l'istituzione di una Azienda unica
per i servizi sanitari.
Al termine della discussione generale, l'intervento
dell'assessore alla sanità Luca Ciriani che ha risposto
soprattutto alle critiche mosse, in due giorni di dibattito,
dall'opposizione che - attraverso Lupieri, Menosso, Zvech, Menis
e Brussa del PD, e Pustetto (SA-SEL), Agnola (Idv) e Colussi
(Cittadini-Libertà Civica) - avevano evidenziato, portando una
serie di dati precisi, le lacune del provvedimento (gli argomenti
spaziano dalle convenzioni che consentono grandi economie alla
logistica, dalla prevenzione alla appropriatezza prescrittiva,
dall'integrazione delle cure primarie con quelle ospedaliere al
sistema informativo) e il fatto che, dimezzando i distretti e i
dipartimenti di prevenzione, delle dipendenze, di salute mentale,
si andrebbero a ridurre le strutture più vicine ai cittadini,
ridimensionando fortemente l'offerta ai bisogni di salute sul
territorio. Ridurre numericamente di per sé non è garanzia di
risparmio e di buon funzionamento, specie se in una legge di
riordino manca un confronto macroeconomico e non risulta chiara
la dinamica del sistema di governo complessivo, è stata la
sottolineatura, con la preoccupazione che mettere in moto
meccanismi di destrutturazione di un sistema di eccellenza così
articolato dal 1996 richiederebbe un tempo molto più lungo per
recuperare. Perciò non è mancato l'invito a congelare o a
ritirare la riforma che dovrebbe avere decorso dal 2014, pur
continuando a ragionare di sanità e lasciando alla prossima
legislatura il compito di riaffrontare l'argomento.
E mentre Dal Mas (Pdl) aveva avvertito di non avere intenzione di
retrocedere neppure di un millimetro dalle posizioni espresse con
il progetto di cui è primo firmatario (e sottoscritto dai
colleghi di Gruppo Pedicini, Camber e Santin) per l'istituzione
dell'Azienda unica per i servizi sanitari), Blasoni (Pdl) aveva
definito ozioso stabilire se prima il contenuto o il contenitore
quando si sta parlando di riassetto, perché è più facile gestire
le semplificazioni per dimensioni di area vasta.
Così infine Ciriani, ricordando anche i contenuti delle audizioni
oltre che del dibattito, ha domandato se chi è intervenuto,
onestamente, ritenga che oggi si possa governare la sanità con
l'ordinamento di 10 anni fa e che si possa farlo anche per i
prossimi 5-10 anni. Qui - e anche nelle audizioni - nessuno ha
avanzato una sola proposta concreta; questo riassetto, pur con i
suoi limiti, è importante per la governance: la struttura genera
i contenuti. Pensare alle aree vaste e all'alleanza dei territori
è dentro i ragionamenti che hanno portato a questa proposta,
forse meno coraggiosa di quella di Dal Mas che si spinge oltre,
ma che affronta un tema - quello dell'organizzazione del sistema
sanitario - del quale tutte le Regioni si stanno occupando. Una
governance coerente, efficace e sostenibile è l'obiettivo per
ridurre i costi conservando qualità dei servizi. Il disegno di
legge viene sì a fine legislatura, in un momento in cui questa
regione, che pur con alti e bassi ha mantenuto sempre un filo
rosso virtuoso, dimostra di essere capace di anticipare scelte e
che l'autonomia e la specialità ce la siamo meritata. La macchina
della sanità ha bisogno di una manutenzione continua e il
disposto combinato di spending review e decreto Balduzzi ci
costringeranno a tagli per 100 milioni di euro: quest'anno non
toccheremo la parte sociosanitaria, ma non so se si potrà fare
anche il prossimo. Quanto alla riduzione dei distretti, nei
territori montani ci potranno essere deroghe. Infine, riguardo la
preoccupazione avanzata a più riprese di una svolta verso una
sanità sempre più privata, Ciriani ha detto: non ci sono notizie
che stia arrivando un modello Lombardia; se qualcuno sa qualcosa
lo dica che provvedo a stopparlo perchè non lo condivido.
La Commissione ha quindi avviato l'esame dell'articolato.
(immagini tv)
(segue)