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PD: Menis, recuperare risorse dai capitoli sicurezza

06.11.2012
15:42
(ACON) Trieste, 6 nov - COM/AB - Se è vero che la spending review nazionale rischia di rendere la prossima Finanziaria un'operazione davvero complicata per le casse della Regione, esistono ancora sacche di spreco da cui è possibile attingere preziose risorse. Ne è convinto il consigliere regionale del PD Paolo Menis, che ha presentato un'interrogazione alla Giunta per chiedere conto di una delle voci di spesa che ritiene più inutili, quella del capitolo sicurezza. Per colpa di queste norme, vero caposaldo della politica populista della Lega Nord - afferma l'esponente PD - la Giunta Tondo ha dilapidato decine di milioni di euro per dare una risposta alla presunta emergenza sicurezza che in realtà non è mai esistita. Oggi, a tre anni di distanza dai primi provvedimenti, in particolare la legge 9/2009, possiamo tirare le somme di un fallimento clamoroso che continua a drenare soldi dalle tasche dei cittadini. Le cifre, contenute nella relazione della clausola valutativa diffusa qualche mese fa, parlano da sole: meno di 100 volontari in tutta la Regione. Tutto dovrebbe ruotare attorno all'Osservatorio e ai suoi dati che, nelle intenzioni leghiste, avrebbero dovuto sancire la progressiva affermazione di ronde e volontari che si sarebbero dovuti iscrivere in massa. Peccato che, al 31 gennaio 2012, il totale dei volontari attivi iscritti nell'elenco regionale sia pari a 429, dei quali solo 95 per l'impiego in tutte le attività del regolamento. Tutti gli altri (334) svolgono attività di "supporto alla sicurezza stradale". Insomma progetti come il Pedibus o i ben noti "nonni vigile" che già esistevano prima di questa legge. Quanto all'Osservatorio, come si legge nelle prime righe della relazione, non è mai stato costituito, né lo sarà in futuro, nell'ottica del contenimento dei costi della pubblica amministrazione. Chi l'ha progettato evidentemente ignorava che i dati più importanti per l'analisi delle criticità regionali in materia di sicurezza in realtà sono già forniti dalle Prefetture regionali e dunque era del tutto inutile creare un doppione. Mancano i dati, si cambiano le regole. Spesso, si sa, la sicurezza è anche una condizione soggettiva. Ecco perché la legge prevedeva la realizzazione di uno specifico sondaggio sulla "sicurezza percepita dai cittadini". Tutto rimasto nelle intenzioni perché, di fatto, la Regione non ha mai stanziato le risorse. La legge non parla solo di sicurezza, ma anche di ordinamento della polizia locale. All'approvazione della 9/2009 i padani preannunciavano un'imminente riorganizzazione e ottimizzazione di uno dei più importanti servizi locali. Nella norma erano fissati, infatti, standard minimi a cui tutti i Comuni avrebbero dovuto conformarsi. Anche in questo caso l'insuccesso è totale. Pressoché tutti i servizi, si legge nella relazione, non rispettano i parametri previsti, e la situazione non ha registrato alcun progresso rispetto al 2010, anno dell'ultimo rilevamento. L'Unità di coordinamento organizzativo, che avrebbe dovuto essere avviata entro pochi mesi, in realtà attende ancora che il regolamento che la disciplina veda la luce. Nel frattempo, il competente Servizio regionale sta continuando a rilasciare pareri scritti ed esaminare bozze di convenzioni di servizi associati da più di tre anni, senza di fatto riuscire a esercitare alcun controllo o azione propositiva sugli stessi. Anzi, non si riesce nemmeno a monitorarli in quanto la Regione, si cita testualmente "non viene informata con tempestività delle relative frequenti variazioni". Peggio di così non potrebbe andare - conclude Menis - che adesso chiede alla Giunta che il Consiglio sia informato dell'accaduto per trarre le dovute considerazioni in vista del prossimo esame della Finanziaria, anche perché continuano, seppure sotto traccia, le proroghe ai rendiconti di questi contributi.