PD: Menis, recuperare risorse dai capitoli sicurezza
(ACON) Trieste, 6 nov - COM/AB - Se è vero che la spending
review nazionale rischia di rendere la prossima Finanziaria
un'operazione davvero complicata per le casse della Regione,
esistono ancora sacche di spreco da cui è possibile attingere
preziose risorse.
Ne è convinto il consigliere regionale del PD Paolo Menis, che ha
presentato un'interrogazione alla Giunta per chiedere conto di
una delle voci di spesa che ritiene più inutili, quella del
capitolo sicurezza.
Per colpa di queste norme, vero caposaldo della politica
populista della Lega Nord - afferma l'esponente PD - la Giunta
Tondo ha dilapidato decine di milioni di euro per dare una
risposta alla presunta emergenza sicurezza che in realtà non è
mai esistita. Oggi, a tre anni di distanza dai primi
provvedimenti, in particolare la legge 9/2009, possiamo tirare le
somme di un fallimento clamoroso che continua a drenare soldi
dalle tasche dei cittadini.
Le cifre, contenute nella relazione della clausola valutativa
diffusa qualche mese fa, parlano da sole: meno di 100 volontari
in tutta la Regione. Tutto dovrebbe ruotare attorno
all'Osservatorio e ai suoi dati che, nelle intenzioni leghiste,
avrebbero dovuto sancire la progressiva affermazione di ronde e
volontari che si sarebbero dovuti iscrivere in massa. Peccato
che, al 31 gennaio 2012, il totale dei volontari attivi iscritti
nell'elenco regionale sia pari a 429, dei quali solo 95 per
l'impiego in tutte le attività del regolamento. Tutti gli altri
(334) svolgono attività di "supporto alla sicurezza stradale".
Insomma progetti come il Pedibus o i ben noti "nonni vigile" che
già esistevano prima di questa legge.
Quanto all'Osservatorio, come si legge nelle prime righe della
relazione, non è mai stato costituito, né lo sarà in futuro,
nell'ottica del contenimento dei costi della pubblica
amministrazione. Chi l'ha progettato evidentemente ignorava che i
dati più importanti per l'analisi delle criticità regionali in
materia di sicurezza in realtà sono già forniti dalle Prefetture
regionali e dunque era del tutto inutile creare un doppione.
Mancano i dati, si cambiano le regole. Spesso, si sa, la
sicurezza è anche una condizione soggettiva. Ecco perché la legge
prevedeva la realizzazione di uno specifico sondaggio sulla
"sicurezza percepita dai cittadini". Tutto rimasto nelle
intenzioni perché, di fatto, la Regione non ha mai stanziato le
risorse.
La legge non parla solo di sicurezza, ma anche di ordinamento
della polizia locale. All'approvazione della 9/2009 i padani
preannunciavano un'imminente riorganizzazione e ottimizzazione di
uno dei più importanti servizi locali. Nella norma erano fissati,
infatti, standard minimi a cui tutti i Comuni avrebbero dovuto
conformarsi. Anche in questo caso l'insuccesso è totale.
Pressoché tutti i servizi, si legge nella relazione, non
rispettano i parametri previsti, e la situazione non ha
registrato alcun progresso rispetto al 2010, anno dell'ultimo
rilevamento. L'Unità di coordinamento organizzativo, che avrebbe
dovuto essere avviata entro pochi mesi, in realtà attende ancora
che il regolamento che la disciplina veda la luce. Nel frattempo,
il competente Servizio regionale sta continuando a rilasciare
pareri scritti ed esaminare bozze di convenzioni di servizi
associati da più di tre anni, senza di fatto riuscire a
esercitare alcun controllo o azione propositiva sugli stessi.
Anzi, non si riesce nemmeno a monitorarli in quanto la Regione,
si cita testualmente "non viene informata con tempestività delle
relative frequenti variazioni".
Peggio di così non potrebbe andare - conclude Menis - che adesso
chiede alla Giunta che il Consiglio sia informato dell'accaduto
per trarre le dovute considerazioni in vista del prossimo esame
della Finanziaria, anche perché continuano, seppure sotto
traccia, le proroghe ai rendiconti di questi contributi.