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UAR: Rosolen, proposta di legge contro incandidabilità sindaci

07.11.2012
14:50
(ACON) Trieste, 7 nov - COM/RC - La consigliera regionale di UAR (Un'Altra Regione), Alessia Rosolen, ha presentato una proposta di legge per rimuovere l'incandidabilità dei sindaci dei Comuni con più di 3.000 abitanti. La normativa regionale vigente - spiega la stessa Rosolen - prevede le dimissioni dalla loro carica 90 giorni prima dello scioglimento del Consiglio regionale, cosa che, nella pratica, significa non dare loro la possibilità di candidarsi alle prossime elezioni. In base all'attuale normativa, assessori comunali e provinciali non hanno paletti per candidarsi in Consiglio regionale; allora i sindaci devono poter avere le stesse possibilità e lo stesso trattamento.

Alla luce del dibattito politico sulle Province e soprattutto su una complessiva riforma degli enti locali, questa proposta di legge - afferma sempre la consigliera - rilancia e avalla il fondamentale apporto in termini di capacità, conoscenza e rappresentatività dei sindaci. L'aspetto politico è la rimozione del paletto dell'ineleggibilità, mantenendo gli attuali requisiti sull'incompatibilità elettiva. Inoltre, la vecchia normativa resterebbe in via residuale solo per i primi cittadini dei Comuni capoluogo di Provincia.

In un periodo di cambiamento e rinnovamento della politica, anche alla luce del neonato Partito del Friuli Venezia Giulia per Tondo Presidente, questo progetto - sostiene la Rosolen - può garantire la vera autonomia e specialità della Regione, dando la possibilità ai sindaci di essere protagonisti del futuro Consiglio regionale e della riforma di riordino degli enti locali.

La mia proposta di legge - è la conclusione dell'esponente di UAR - segue un percorso già intrapreso in termini di maggiore rappresentatività da Un'Altra Regione, che permette già a chi ha compiuto 21 anni (e non più 25) di essere eletto in Consiglio regionale a cominciare dalle prossime elezioni del 2013. Essere portatori del consenso popolare è il vero valore aggiunto per rappresentare le istanze del territorio; essere eletti come assessori esterni senza aver preso neanche un voto significa esattamente l'opposto.