Venezia: Franz a conferenza adriatica su estrazione petrolio
(ACON) Trieste, 9 nov - MPB - Il Friuli Venezia Giulia,
presente a Venezia (a Palazzo Ferro-Fini sede del Consiglio
regionale del Veneto) alla Conferenza internazionale per la
salvaguardia delle coste del Mediterraneo dall'estrazione di
idrocarburi in mare, ha espresso attraverso il presidente del
Consiglio Maurizio Franz la contrarietà alle trivellazioni e ai
pozzi di ricerca di giacimenti di petrolio nel fondale marino.
L'appuntamento, frutto della collaborazione tra i Consigli
regionali di Veneto e Puglia, rappresentanti dai rispettivi
presidenti Clodovaldo Ruffato e Onofrio Introna, e la Conferenza
dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle
Province autonome, è stato un momento di confronto al quale sono
stati invitati, assieme ai Consigli delle Regioni italiane
adriatiche e ioniche, anche i rappresentanti dei governi degli
Stati che si affacciano sull'altra sponda dell'Adriatico, dalla
Slovenia all'Albania.
Presenti il direttore generale del ministero dell'ambiente Renato
Grimaldi e i presidenti delle Commissioni ambiente della Camera
on. Angelo Alessandri, e del Senato sen. Antonio D'Alì, i lavori
hanno visto la partecipazione anche del viceministro per lo
sviluppo sostenibile e il turismo del Montenegro Andro Drecun e,
per la Slovenia, del consulente del ministero dell'agricoltura e
dell'ambiente Iure Likar, a riprova del legame che unisce
ambiente, turismo, attività produttive e sviluppo.
Franz, che ha ribadito il ruolo delle Regioni e dei Consigli
regionali nel rappresentare i territori, ha sottolineato
l'importanza di promuovere lo sviluppo ambientale e proteggere
non solo le aree naturali tutelate esistenti lungo la costa
(dove, per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia, il complesso
ambientale della laguna di Grado e Marano rappresenta un'area
avifaunistica di importanza internazionale), ma anche le attività
produttive, in primis il turismo balneare, che da noi
costituisce la componente più rilevante del turismo regionale, e
poi la pesca (il nostro settore ittico si avvale di una flotta di
circa 420 pescherecci), e naturalmente tutto l'indotto che da
essi deriva.
Su questo è stato chiaro il monito del presidente, che ha
evidenziato come il petrolio stia già avvelenando il
Mediterraneo, mare che costituisce lo 0,7 % delle acque del
globo, precisando che da qui passa il 25% del traffico
petrolifero mondiale; questo bacino vanta il triste primato
mondiale per la concentrazione di catrame in mare aperto - ha
affermato il presidente del Consiglio sottolineando quanto la
questione sia ancora più rilevante per il mare Adriatico,
pressoché chiuso, poco profondo, inadatto a smaltire sostanze
inquinanti, interessato da forte riscaldamento delle acque, da
fenomeni di eutrofizzazione e da inquinamento derivante da
scarichi industriali e civili.
Un fragile ecosistema e un bene comune delle Regioni e degli
Stati che vi si affacciano e che deve essere assolutamente difeso
- è stato l'appello di Franz, per il quale l'estrazione di
idrocarburi in mare va perlomeno limitata. Seguiamo con
attenzione la problematica e accogliamo favorevolmente le
iniziative poste in essere per la sua salvaguardia - ha aggiunto
il presidente ricordando che già nell'estate 2011 il Consiglio
della Puglia ha approvato una proposta di legge alle Camere
(fatta propria anche dai Consigli di Veneto e Abruzzo) per il
"divieto di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi
nelle acque del mar Adriatico".
Ci aspettiamo - ha concluso Franz - che il nostro Paese e i
Governi degli altri Stati interessati possano, attraverso un
confronto costruttivo, condividere criteri comuni e collaborare
attivamente in questo campo.
E l'ordine del giorno votato al termine dei lavori della
Conferenza internazionale va proprio in questa direzione. Con
esso, le Assemblee delle Regioni e delle Province autonome,
promotrici dell'iniziativa, infatti, invitano il Parlamento
italiano a sostenere la ratifica da parte dell'Ue del protocollo
offshore che impone una serie di condizioni da soddisfare prima
che sia consentito l'avvio delle attività, e a promuovere con i
Paesi dell'Ue e non che si affacciano su Adriatico e Ionio una
cooperazione interistituzionale che porti a breve a firmare un
protocollo di intesa per una regolamentazione comune delle
attività estrattive e di esplolarazione degli idrocarburi.
L'odg, inoltre, impegna presidenti, Giunte regionali e assessori
all'ambiente a concorrere al miglioramento della governance del
piano energetico nazionale per promuovere i territori come
potenziali sorgenti di sviluppo energetico sostenibile e non come
terminali di sfruttamento di attività estrattive conciliando
così, in modo coerente, politiche di sviluppo energetico,
ambientale, climatico ed economico.
Le Assemblee presenti alla Conferenza si impegnano a promuovere
un'azione istituzionale per attivare il comma 2 dell'articolo 138
della Costituzione per sottoporre a referendum l'abrogazione
dell'articolo 35 del decreto legge 83 del 22 giugno scorso, in
materia di ricerca ed estrazione di idrocarburi. Infine, tutti i
soggetti partecipanti alla Conferenza internazionale hanno
condiviso la necessità di un Tavolo di confronto e di
approfondimento tra tutti i soggetti istituzionali delle Regioni
e dei Paesi rivieraschi che definisca principi e regole comuni
per contemperare le attività di sviluppo energetico ambientale,
climatico ed economico.
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