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Venezia: Franz a conferenza adriatica su estrazione petrolio

09.11.2012
15:20
(ACON) Trieste, 9 nov - MPB - Il Friuli Venezia Giulia, presente a Venezia (a Palazzo Ferro-Fini sede del Consiglio regionale del Veneto) alla Conferenza internazionale per la salvaguardia delle coste del Mediterraneo dall'estrazione di idrocarburi in mare, ha espresso attraverso il presidente del Consiglio Maurizio Franz la contrarietà alle trivellazioni e ai pozzi di ricerca di giacimenti di petrolio nel fondale marino.

L'appuntamento, frutto della collaborazione tra i Consigli regionali di Veneto e Puglia, rappresentanti dai rispettivi presidenti Clodovaldo Ruffato e Onofrio Introna, e la Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, è stato un momento di confronto al quale sono stati invitati, assieme ai Consigli delle Regioni italiane adriatiche e ioniche, anche i rappresentanti dei governi degli Stati che si affacciano sull'altra sponda dell'Adriatico, dalla Slovenia all'Albania.

Presenti il direttore generale del ministero dell'ambiente Renato Grimaldi e i presidenti delle Commissioni ambiente della Camera on. Angelo Alessandri, e del Senato sen. Antonio D'Alì, i lavori hanno visto la partecipazione anche del viceministro per lo sviluppo sostenibile e il turismo del Montenegro Andro Drecun e, per la Slovenia, del consulente del ministero dell'agricoltura e dell'ambiente Iure Likar, a riprova del legame che unisce ambiente, turismo, attività produttive e sviluppo.

Franz, che ha ribadito il ruolo delle Regioni e dei Consigli regionali nel rappresentare i territori, ha sottolineato l'importanza di promuovere lo sviluppo ambientale e proteggere non solo le aree naturali tutelate esistenti lungo la costa (dove, per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia, il complesso ambientale della laguna di Grado e Marano rappresenta un'area avifaunistica di importanza internazionale), ma anche le attività produttive, in primis il turismo balneare, che da noi costituisce la componente più rilevante del turismo regionale, e poi la pesca (il nostro settore ittico si avvale di una flotta di circa 420 pescherecci), e naturalmente tutto l'indotto che da essi deriva.

Su questo è stato chiaro il monito del presidente, che ha evidenziato come il petrolio stia già avvelenando il Mediterraneo, mare che costituisce lo 0,7 % delle acque del globo, precisando che da qui passa il 25% del traffico petrolifero mondiale; questo bacino vanta il triste primato mondiale per la concentrazione di catrame in mare aperto - ha affermato il presidente del Consiglio sottolineando quanto la questione sia ancora più rilevante per il mare Adriatico, pressoché chiuso, poco profondo, inadatto a smaltire sostanze inquinanti, interessato da forte riscaldamento delle acque, da fenomeni di eutrofizzazione e da inquinamento derivante da scarichi industriali e civili.

Un fragile ecosistema e un bene comune delle Regioni e degli Stati che vi si affacciano e che deve essere assolutamente difeso - è stato l'appello di Franz, per il quale l'estrazione di idrocarburi in mare va perlomeno limitata. Seguiamo con attenzione la problematica e accogliamo favorevolmente le iniziative poste in essere per la sua salvaguardia - ha aggiunto il presidente ricordando che già nell'estate 2011 il Consiglio della Puglia ha approvato una proposta di legge alle Camere (fatta propria anche dai Consigli di Veneto e Abruzzo) per il "divieto di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi nelle acque del mar Adriatico".

Ci aspettiamo - ha concluso Franz - che il nostro Paese e i Governi degli altri Stati interessati possano, attraverso un confronto costruttivo, condividere criteri comuni e collaborare attivamente in questo campo.

E l'ordine del giorno votato al termine dei lavori della Conferenza internazionale va proprio in questa direzione. Con esso, le Assemblee delle Regioni e delle Province autonome, promotrici dell'iniziativa, infatti, invitano il Parlamento italiano a sostenere la ratifica da parte dell'Ue del protocollo offshore che impone una serie di condizioni da soddisfare prima che sia consentito l'avvio delle attività, e a promuovere con i Paesi dell'Ue e non che si affacciano su Adriatico e Ionio una cooperazione interistituzionale che porti a breve a firmare un protocollo di intesa per una regolamentazione comune delle attività estrattive e di esplolarazione degli idrocarburi.

L'odg, inoltre, impegna presidenti, Giunte regionali e assessori all'ambiente a concorrere al miglioramento della governance del piano energetico nazionale per promuovere i territori come potenziali sorgenti di sviluppo energetico sostenibile e non come terminali di sfruttamento di attività estrattive conciliando così, in modo coerente, politiche di sviluppo energetico, ambientale, climatico ed economico.

Le Assemblee presenti alla Conferenza si impegnano a promuovere un'azione istituzionale per attivare il comma 2 dell'articolo 138 della Costituzione per sottoporre a referendum l'abrogazione dell'articolo 35 del decreto legge 83 del 22 giugno scorso, in materia di ricerca ed estrazione di idrocarburi. Infine, tutti i soggetti partecipanti alla Conferenza internazionale hanno condiviso la necessità di un Tavolo di confronto e di approfondimento tra tutti i soggetti istituzionali delle Regioni e dei Paesi rivieraschi che definisca principi e regole comuni per contemperare le attività di sviluppo energetico ambientale, climatico ed economico.

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