PD: Menis, sui sindaci da Tondo risposte tardive e incomplete
(ACON) Trieste, 13 nov - COM/AB - "Cinque anni di immobilismo
non si possono nascondere semplicemente cambiando nome o
accomodando un programma fatto di proposte tardive e incomplete".
A dirlo è il consigliere PD Paolo Menis, che critica l'apertura
di Tondo su mandati ed eleggibilità degli amministratori locali,
declassandola a propaganda pre elettorale.
Il PD ha sempre difeso il ruolo chiave dei sindaci - ricorda
Menis - e si è sempre detto favorevole alla possibilità del terzo
mandato fino a 10.000 abitanti, ma si può e si deve fare di più.
A partire proprio dall'abolizione dell'obbligo di dimissioni che
il Pdl vorrebbe invece mantenere.
La giustificazione del poter approfittare della carica
istituzionale per la campagna elettorale non sta in piedi -
prosegue il democratico - come conferma il fatto che tale obbligo
non sussiste, ad esempio, per i consiglieri provinciali,
regionali, i parlamentari o per lo stesso presidente Tondo. Anzi,
tra tutti coloro che potrebbero abusare di questo potere sono
proprio i sindaci che, essendo più a stretto contatto con i
cittadini, sono più sottoposti al giudizio e al controllo
popolare.
In un momento di grande difficoltà per gli Enti locali, dove è
sempre più raro trovare persone disposte a spendere tempo ed
energie - aggiunge Menis - non vedo il motivo per cui chi ha ben
governato non possa mettersi ancora a disposizione sottoponendosi
al giudizio dei cittadini.
Il presidente Tondo - conclude Menis - sa di avere pesanti
responsabilità perché né lui né i suoi assessori sono mai stati
in grado di coinvolgere il territorio e chi li rappresenta in
questi cinque anni e adesso cercano, disperatamente, di
recuperare credibilità con proposte dal chiaro sapore elettorale.
Basta rileggersi i giornali di un mese fa per capire che proprio
dal centrodestra venivano i maggiori ostacoli alla richiesta di
un maggiore coinvolgimento degli Enti locali, che fu bollata come
legate a singole e legittime aspirazioni.