Citt: Colussi, 64% in meno i fondi alla cultura
(ACON) Trieste, 21 nov - COM/RC - Il consigliere regionale di
Cittadini-Libertà Civica Piero Colussi sottolinea le mancanze
della Giunta Tondo: "La proposta di riforma avanzata
dall'assessore Elio De Anna arriva fuori tempo massimo: hanno
avuto a disposizione cinque anni per cambiare le cose e non lo ha
fatto".
I numeri snocciolati da De Anna nel corso dell'incontro promosso
a Udine con la VI Commissione consiliare - commenta Colussi - non
lasciano alcun margine di dubbio. La riduzione del 64% dei fondi
destinati alle attività culturali (da 34,3 a 12,5 milioni di
euro) prevista nel documento di bilancio appena approvato dalla
Giunta rischia di far morire gran parte delle realtà del Friuli
Venezia Giulia e di mettere in serio pericolo anche quelle
manifestazioni che in questi anni hanno proiettato Pordenone e la
sua provincia ai primi posti di tutte le rilevazioni.
Basterà dare un'occhiata agli importi del 2012 e a quelli
previsti per il 2013 per rendersi conto di quanto stiamo dicendo.
Un taglio che non ha risparmiato nessuno - fa presente il
consigliere - e la cui logica, forse condivisibile, non è però
assolutamente sostenibile dal sistema regionale.
Per i 17 organismi primari della Destra Tagliamento, sono stati
3.122.000 gli euro stanziati nel 2012, 1.036.000 gli euro per il
2013. Peggiore appare la situazione per ciò che riguarda i 12
organismi culturali di interesse regionale sempre del
Pordenonese: 572.000 euro i finanziamenti per il 2012, zero per
il 2013. Nella tabella degli organismi culturali di interesse
regionale non sono ricompresi tutti gli enti culturali che
vengono finanziati tramite i Titoli II, III e IV della legge
regionale n.68 del 1981 per i quali, comunque, i capitoli sono
oggi pressoché azzerati.
Se non ci sarà un'integrazione di almeno 10-15 milioni di euro
per il comparto culturale regionale - conclude Colussi - è
difficile intravedere un futuro. Francamente si fa fatica a
comprendere l'insistenza dell'assessore De Anna nel chiedere che
venga approvata la sua proposta di riforma della cultura, una
riforma che arriva fuori tempo massimo visto che le elezioni sono
oramai prossime. La Giunta regionale ha avuto a disposizione
cinque anni per cambiare le cose e non lo ha fatto.