PD-Ssk: Gabrovec, pochi assunti con i centri per l'impiego
(ACON) Trieste, 21 nov - COM/RC - In Friuli Venezia Giulia, la
percentuale di lavoratori collocati attraverso i centri per
l'impiego pubblico è drammaticamente bassa, seppur leggermente
migliore della media nazionale.
È il dato essenziale della risposta fornita dall'assessore Angela
Brandi al consigliere regionale Igor Gabrovec. L'esponente del
PD-Slovenska skupnost, infatti, a settembre aveva presentato
un'interrogazione urgente per sapere quali fossero i risultati
ottenuti dai "Progetti speciali per l'affidamento di servizi di
ricollocazione di lavoratori in situazione di difficoltà
occupazionale a soggetti accreditati per lo svolgimento di
servizi per il lavoro".
Con la legge regionale 18/2005 - ricorda Gabrovec - si sono
previste misure in risposta al sempre più pressante problema
della disoccupazione, ma le testimonianze raccolte tra alcuni
diretti interessati sono discordanti, per cui rimane dubbia la
buona riuscita dell'iniziativa.
L'assessore Brandi ha spiegato che il progetto ha rappresentato
una sperimentazione di collaborazione tra i servizi pubblici,
gestiti dalle Province attraverso i Centri per l'impiego, e un
soggetto privato accreditato. L'appalto è stato aggiudicato a una
società di Piacenza, che si è presentata quale unico concorrente
a tutti e quattro i lotti della gara (uno per provincia). Da
giugno 2011 ad aprile 2012, sono stati affidati al progetto oltre
1.800 lavoratori disoccupati: 250 nella provincia di Gorizia, 434
in quella di Pordenone, 228 a Trieste e 930 a Udine. Ai fini
della remunerazione della società, è stata presa in
considerazione esclusivamente la ricollocazione dei lavoratori
con assunzioni a tempo determinato per almeno sei mesi fino a
quelle a tempo indeterminato. La percentuale di lavoratori
collocati sul numero di soggetti trattati supera il 10% nella
provincia di Gorizia, il 9% nelle province di Trieste e
Pordenone, mentre si attesta attorno al 7% a Udine.
Nella sua replica, il consigliere Gabrovec ha ribadito che
"sebbene il dato totale di riuscita del programma, poco oltre il
5%, superi comunque quello medio nazionale, non si può certo
parlare di un grande successo. L'iniziativa va comunque
proseguita, ma rivedendo i punti che hanno presentato maggiori
difficoltà".