Conferenza lingua friulana: presidente Consiglio Maurizio Franz (1)
(ACON) Udine, 24 nov - AB - Il presidente del Consiglio
regionale Maurizio Franz ha aperto i lavori della prima
Conferenza regionale di verifica dello stato di attuazione delle
legge regionale 29/2007 per la tutela, valorizzazione e
promozione della lingua friulana, che si è svolta all'auditorium
del palazzo della Regione a Udine.
La tutela delle minoranze linguistiche non è materia di oggi - ha
ricordato, parlando in marilenghe - perché la nostra Regione si è
dotata di normative specifiche ben prima che se ne occupasse il
legislatore statale. Un'attenzione che non è mai scemata, anzi,
al termine della scorsa legislatura sono state approvate le nuove
leggi a tutela del friulano e dello sloveno, mentre all'inizio di
questa si è completata l'opera con l'approvazione della legge a
tutela della minoranza germanofona.
Il presidente Franz ha quindi voluto stigmatizzare quanto
recentemente accaduto con il decreto spending review, con il
quale il Governo centrale ha riconosciuto quali aree geografiche
caratterizzate da specificità linguistica solo quelle in cui
siano presenti minoranze di lingua straniera, misconoscendo con
un colpo si spugna la storia e la cultura della nostra gente e
quella delle altre minoranze linguistiche storiche non straniere
presenti nel nostro Paese, effettuando così un'odiosa
discriminazione e disparità di trattamento. Ancora una volta
l'azione di contenimento della spesa pubblica, seppur legittima
nelle sue intenzioni, tende a sopraffare principi
costituzionalmente garantiti. Per tale motivo la nostra Regione
non ha esitato a ricorrere davanti alla Corte costituzionale
contro questo e altri provvedimenti del Governo che, senza alcun
dubbio, risultano fortemente lesivi della nostra autonomia,
rischiando concretamente di svuotarla dei propri contenuti.
Sullo specifico tema della Conferenza, Franz ne ha riconosciuto
la grande valenza per fare il punto su quanto fatto finora per il
friulano e, in particolare, per il suo uso pubblico,
l'insegnamento nelle scuole, la diffusione attraverso i mezzi di
comunicazione nonché a sostegno delle realtà associative che
svolgono un'attività qualificata e continuativa per la diffusione
della lingua friulana. Dalla verifica dello stato di fatto si
potranno trovare soluzioni a eventuali problematiche che si siano
delineate in questo primo periodo di applicazione della legge.
Personalmente - ha evidenziato - ritengo che l'elemento più
qualificante e incisivo della norma sia rappresentato
dall'insegnamento del friulano nelle scuole perchè, come
sostenuto da illustri studiosi, nessuna lingua storica è in grado
di sopravvivere se non viene codificata ed esercitata nella fase
di scolarizzazione. Non si tratta di sostituire l'insegnamento
dell'italiano e delle lingue straniere con quello del friulano,
ma affiancarlo e integrarlo in maniera tale che possa divenire il
cardine dell'educazione linguistica e la chiave d'accesso al
ricco patrimonio culturale e alla memoria storica dell'intera
comunità friulana.
Le 39.000 famiglie del Friuli storico che hanno chiesto per i
loro figli l'insegnamento scolastico della lingua friulana - ha
concluso Franz - sono la palese dimostrazione della volontà della
nostra gente di mantenere viva la nostra storia, la nostra
cultura e la nostra lingua che, come ricordato recentemente da
Gianfranco D'Aronco, a buon diritto può essere considerata la
carta d'identità di un popolo.
(foto, immagini tv)
(segue)