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UAR: Rosolen, scenderemo in piazza contro il rigassificatore

27.11.2012
14:48
(ACON) Trieste, 27 nov - COM/AB - Il consigliere regionale di Un'Altra Regione Alessia Rosolen ritiene assolutamente necessario manifestare la contrarietà al progettato rigassificatore a Zaule (TS) e manda un messaggio al presidente Tondo, affermando che questa scelta sarà la tomba della città di Trieste. "Bisogna scendere in piazza, e lo faremo domani - afferma Rosolen - prima che sia troppo tardi, prima che interessi di bottega vendano un'intera città e il suo futuro".

Nello specifico, ecco quel che Alessia Rosolen con un'Altra Regione, assieme al movimento Un'Altra Trieste, intende precisare.

Scelte politiche. Il Consiglio comunale di Trieste, quello di Muggia e il Consiglio provinciale di Trieste, ovvero le più alte espressioni democratiche della comunità, dopo aver valutato la documentazione tecnica relativa all'impianto, l'impatto sull'ambiente, i rischi e le ricadute sull'economia locale, hanno più volte espresso voto contrario all'impianto. Voto contrario proprio in ragione del prezzo che dovrebbe pagare la città e la sua economia se venisse realizzato il rigassificatore a Trieste, impatto sull'ambiente che non è stato ritenuto compensato dalle previste ricadute economiche. Eppure, nonostante la contrarietà della maggioranza dei triestini, contrarietà non preconcetta ma basata su una approfondita analisi tecnica del progetto, la Regione e la maggioranza che la sostiene (Pdl, UDC e Lega Nord) procede spedita e trasmette Governo un parere favorevole. È ora di presentare il conto a Renzo Tondo e al suo vice in pectore, l'assessore Sandra Savino. Favorevoli per ragioni politiche al rigassificatore, favorevoli come tutto il Pdl che sta seduto sui banchi della Regione. È ora di chiedere ai consiglieri regionali triestini e agli assessori della Giunta Tondo di scegliere da che parte stare. Favorevoli o contrari. Di fronte all'imposizione del rigassificatore e all'ultima vergognosa scelta della Regione è ora di prendere posizione. Chi vuole il bene di Trieste tolga il sostegno alla Giunta Tondo. Chi è contro il rigassificatore lasci il suo posto da assessore.

Questioni di carattere ambientale. Il rigassificatore proposto comporterà lo scarico a mare di un'importante quantità di acque reflue derivanti dal processo industriale di rigassificazione. Questo scarico, sia per contenuto chimico che per temperatura, determinerà l'alterazione dell'ecosistema del golfo con effetti non noti e oggi non prevedibili con sicurezza in via teorica. Da qui le richieste degli approfondimenti al progetto e dei monitoraggi in fase di funzionamento dell'impianto. La realizzazione della condotta sottomarina per portare il gas alla rete nazionale comporterà la movimentazione di fanghi inquinati nel golfo, stesso risultato sarà determinato dal movimento delle navi gasiere. Il rigassificatore impone inoltre la necessità di valutare la non trascurabile questione del rischio di gravi incidenti, rischio amplificato dalla presenza di altri impianti industriali tra i quali la Ferriera di Servola.

Questioni di carattere economico. Da quanto appreso, pare che la movimentazione delle navi gasiere escluda la possibilità di qualsiasi movimento contemporaneo di naviglio, tanto di natura commerciale quanto di natura diportistica. Ciò per ragioni di sicurezza. Per farla breve, nel golfo non potrebbero muoversi altre navi né potrebbe svolgersi una regata, per esempio la Barcolana. Uno dei nostri più illustri concittadini, un Vecchio Saggio, ci ha più volte ammoniti, ricordandoci che questa sarebbe la tomba del porto. L'insediamento del rigassificatore a Trieste significherebbe rinunciare al porto commerciale e al turismo nautico. Coerentemente si comprende allora il tardivo e limitatissimo finanziamento della piattaforma logistica da parte dell'attuale Governo (30 milioni su 300 promessi). Il porto commerciale, ritenuto non più strategico, sarebbe lasciato morire per essere sostituito da un porto esclusivamente energetico (noi come Baku? come Atirau?). I vantaggi dell'impianto sarebbero i posti di lavoro (circa 80) e l'investimento di circa 500 milioni di euro per la sua realizzazione. La costruzione dell'impianto tuttavia non verrebbe affidata a imprese locali se non relativamente a una limitata parte.