UAR: Rosolen, scenderemo in piazza contro il rigassificatore
(ACON) Trieste, 27 nov - COM/AB - Il consigliere regionale di
Un'Altra Regione Alessia Rosolen ritiene assolutamente necessario
manifestare la contrarietà al progettato rigassificatore a Zaule
(TS) e manda un messaggio al presidente Tondo, affermando che
questa scelta sarà la tomba della città di Trieste. "Bisogna
scendere in piazza, e lo faremo domani - afferma Rosolen - prima
che sia troppo tardi, prima che interessi di bottega vendano
un'intera città e il suo futuro".
Nello specifico, ecco quel che Alessia Rosolen con un'Altra
Regione, assieme al movimento Un'Altra Trieste, intende precisare.
Scelte politiche.
Il Consiglio comunale di Trieste, quello di Muggia e il Consiglio
provinciale di Trieste, ovvero le più alte espressioni
democratiche della comunità, dopo aver valutato la documentazione
tecnica relativa all'impianto, l'impatto sull'ambiente, i rischi
e le ricadute sull'economia locale, hanno più volte espresso voto
contrario all'impianto. Voto contrario proprio in ragione del
prezzo che dovrebbe pagare la città e la sua economia se venisse
realizzato il rigassificatore a Trieste, impatto sull'ambiente
che non è stato ritenuto compensato dalle previste ricadute
economiche.
Eppure, nonostante la contrarietà della maggioranza dei
triestini, contrarietà non preconcetta ma basata su una
approfondita analisi tecnica del progetto, la Regione e la
maggioranza che la sostiene (Pdl, UDC e Lega Nord) procede
spedita e trasmette Governo un parere favorevole. È ora di
presentare il conto a Renzo Tondo e al suo vice in pectore,
l'assessore Sandra Savino. Favorevoli per ragioni politiche al
rigassificatore, favorevoli come tutto il Pdl che sta seduto sui
banchi della Regione. È ora di chiedere ai consiglieri regionali
triestini e agli assessori della Giunta Tondo di scegliere da che
parte stare. Favorevoli o contrari.
Di fronte all'imposizione del rigassificatore e all'ultima
vergognosa scelta della Regione è ora di prendere posizione.
Chi vuole il bene di Trieste tolga il sostegno alla Giunta Tondo.
Chi è contro il rigassificatore lasci il suo posto da assessore.
Questioni di carattere ambientale.
Il rigassificatore proposto comporterà lo scarico a mare di
un'importante quantità di acque reflue derivanti dal processo
industriale di rigassificazione. Questo scarico, sia per
contenuto chimico che per temperatura, determinerà l'alterazione
dell'ecosistema del golfo con effetti non noti e oggi non
prevedibili con sicurezza in via teorica. Da qui le richieste
degli approfondimenti al progetto e dei monitoraggi in fase di
funzionamento dell'impianto. La realizzazione della condotta
sottomarina per portare il gas alla rete nazionale comporterà la
movimentazione di fanghi inquinati nel golfo, stesso risultato
sarà determinato dal movimento delle navi gasiere. Il
rigassificatore impone inoltre la necessità di valutare la non
trascurabile questione del rischio di gravi incidenti, rischio
amplificato dalla presenza di altri impianti industriali tra i
quali la Ferriera di Servola.
Questioni di carattere economico.
Da quanto appreso, pare che la movimentazione delle navi gasiere
escluda la possibilità di qualsiasi movimento contemporaneo di
naviglio, tanto di natura commerciale quanto di natura
diportistica. Ciò per ragioni di sicurezza. Per farla breve, nel
golfo non potrebbero muoversi altre navi né potrebbe svolgersi
una regata, per esempio la Barcolana. Uno dei nostri più illustri
concittadini, un Vecchio Saggio, ci ha più volte ammoniti,
ricordandoci che questa sarebbe la tomba del porto.
L'insediamento del rigassificatore a Trieste significherebbe
rinunciare al porto commerciale e al turismo nautico.
Coerentemente si comprende allora il tardivo e limitatissimo
finanziamento della piattaforma logistica da parte dell'attuale
Governo (30 milioni su 300 promessi). Il porto commerciale,
ritenuto non più strategico, sarebbe lasciato morire per essere
sostituito da un porto esclusivamente energetico (noi come Baku?
come Atirau?). I vantaggi dell'impianto sarebbero i posti di
lavoro (circa 80) e l'investimento di circa 500 milioni di euro
per la sua realizzazione. La costruzione dell'impianto tuttavia
non verrebbe affidata a imprese locali se non relativamente a una
limitata parte.