UAR: Rosolen, legge sanità autoreferenziale e poco concreta
(ACON) Trieste, 4 dic - COM/AB - "Ho votato NO alla riforma
sanitaria perchè sono troppe le perplessità e altrettanto
numerosi gli aspetti negativi che emergono dal documento
approvato rispetto al nuovo assetto sanitario della nostra
regione voluto dal presidente Tondo e della sua Giunta. Non era
una legge migliorabile con emendamenti perché era mera
architettura istituzionale; non era una legge urgente perché si
prevede la sua entrata in vigore a gennaio 2014; non era una
legge concreta perché limitata all'effetto annuncio che
accompagna gli spot elettorali".
A sostenerlo è Alessia Rosolen, consigliere di Un'Altra Regione,
che aggiunge.
"La logica di questa operazione appare più legata a una visione
tecnico-funzionalista che a una progettazione di cultura
sanitaria. Fa parte di quella mentalità squisitamente burocratica
che pensa che gli affari umani possono essere gestiti da semplici
detentori della macchina politica".
"L'accorpamento e la centralizzazione - i due criteri fondanti
del documento - confondono l'universalismo con l'uniformità, e
così si dà credito a una medicina omologante che pretende di
avvalersi di principi tecnici, sottraendo ogni valore alle
specificità e al senso di appartenenza".
"Questa riorganizzazione sanitaria, in perfetta coerenza con il
principio di aziendalizzazione, coincide con la distorsione del
concetto di salute comunitaria. La misurazione dei bisogni di
cura non può essere costretta entro i parametri della crisi
economica, in quanto l'efficienza diventa soltanto il paradigma
della conformità alle regole di mercato".
"Dal punto di vista strettamente tecnico, questo piano presenta
il rischio reale di azzeramento delle specificità cliniche e
delle eccellenze di cura presenti nelle singole Aziende
sanitarie, concentrando il funzionamento della macchina soltanto
sulle dinamiche amministrative ed economiche. Una cosa è
razionalizzare i servizi e facilitare l'accesso alle competenze
migliori, altro è dare spazio al potere dei funzionari e
sottomettere le capacità tecniche esistenti alla morsa
burocratica".
"Pensare di ridurre il costo della sanità con una grossolana
operazione di taglio è semplicemente velleitario e inconcepibile.
Sarebbe proprio interessante vedere, a distanza di tempo, il vero
costo di gestione dell'apparato amministrativo a discapito di
quello clinico. Non abbasseremo la guardia in tal senso e
monitoreremo l'iter progettuale della riforma".
"Un'Altra Regione si è opposta a questo progetto - conclude
Alessia Rosolen - per le modalità autoreferenziali con il quale è
stato prodotto e portato avanti, per le scadenti analisi con i
quali sono state valutate le ricadute sulla cittadinanza nel
lungo tempo e, semplicemente, per i dubbi risultati di salute, di
praticità e di economia che si possono onestamente intravedere".