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UAR: Rosolen, legge sanità autoreferenziale e poco concreta

04.12.2012
18:42
(ACON) Trieste, 4 dic - COM/AB - "Ho votato NO alla riforma sanitaria perchè sono troppe le perplessità e altrettanto numerosi gli aspetti negativi che emergono dal documento approvato rispetto al nuovo assetto sanitario della nostra regione voluto dal presidente Tondo e della sua Giunta. Non era una legge migliorabile con emendamenti perché era mera architettura istituzionale; non era una legge urgente perché si prevede la sua entrata in vigore a gennaio 2014; non era una legge concreta perché limitata all'effetto annuncio che accompagna gli spot elettorali".

A sostenerlo è Alessia Rosolen, consigliere di Un'Altra Regione, che aggiunge.

"La logica di questa operazione appare più legata a una visione tecnico-funzionalista che a una progettazione di cultura sanitaria. Fa parte di quella mentalità squisitamente burocratica che pensa che gli affari umani possono essere gestiti da semplici detentori della macchina politica".

"L'accorpamento e la centralizzazione - i due criteri fondanti del documento - confondono l'universalismo con l'uniformità, e così si dà credito a una medicina omologante che pretende di avvalersi di principi tecnici, sottraendo ogni valore alle specificità e al senso di appartenenza".

"Questa riorganizzazione sanitaria, in perfetta coerenza con il principio di aziendalizzazione, coincide con la distorsione del concetto di salute comunitaria. La misurazione dei bisogni di cura non può essere costretta entro i parametri della crisi economica, in quanto l'efficienza diventa soltanto il paradigma della conformità alle regole di mercato".

"Dal punto di vista strettamente tecnico, questo piano presenta il rischio reale di azzeramento delle specificità cliniche e delle eccellenze di cura presenti nelle singole Aziende sanitarie, concentrando il funzionamento della macchina soltanto sulle dinamiche amministrative ed economiche. Una cosa è razionalizzare i servizi e facilitare l'accesso alle competenze migliori, altro è dare spazio al potere dei funzionari e sottomettere le capacità tecniche esistenti alla morsa burocratica".

"Pensare di ridurre il costo della sanità con una grossolana operazione di taglio è semplicemente velleitario e inconcepibile. Sarebbe proprio interessante vedere, a distanza di tempo, il vero costo di gestione dell'apparato amministrativo a discapito di quello clinico. Non abbasseremo la guardia in tal senso e monitoreremo l'iter progettuale della riforma".

"Un'Altra Regione si è opposta a questo progetto - conclude Alessia Rosolen - per le modalità autoreferenziali con il quale è stato prodotto e portato avanti, per le scadenti analisi con i quali sono state valutate le ricadute sulla cittadinanza nel lungo tempo e, semplicemente, per i dubbi risultati di salute, di praticità e di economia che si possono onestamente intravedere".