CR: legge manutenzione, relatore minoranza Brandolin (2)
(ACON) Trieste, 5 dic - RC - Il provvedimento firmato Giunta
regionale - è stata la considerazione del relatore di minoranza
Giorgio Brandolin (PD) - è nato dall'esigenza di correggere e
aggiornare alcune norme dopo le bocciature della Corte
costituzionale, piuttosto che la sopravvenuta entrata in vigore
di leggi nazionali. Ma se il testo iniziale si limitava a
introdurre poche novità di una qualche rilevanza, in seguito
Giunta e maggioranza hanno apportato modifiche forzate e non
corrispondenti allo spirito della legge di manutenzione.
Il risultato - ha accusato ancora Brandolin - è un testo che da
132 è passato a 214 articoli. Non vorremmo fosse il preludio alla
volontà di modificare in Aula altre norme importanti, evitando il
normale iter legislativo a causa dell'imminente chiusura della
legislatura. Si tratta di un modo di agire costante di questa
maggioranza.
Il relatore dell'opposizione è quindi passato a elencare tutte le
riforme mancate del centrodestra, seppure annunciate: il Piano
delle attività estrattive e quello della gestione dei rifiuti
solidi urbani, il Piano paesaggistico e quello di governo del
territorio, la riforma delle Unioni montane, la gestione
dell'Azienda speciale di Villa Manin.
Pertanto - ha rimarcato Brandolin - non siamo d'accordo con
alcune proposte presentate che sanno poco di manutenzione, ma
molto di tamponamento improvvisato. Si fa riferimento, ad
esempio, all'articolo 135 dove si decide per legge quanto devono
durare i provvedimenti comunali di limitazione della mobilità
veicolare a seguito di inquinamento atmosferico, o ad alcune
disposizioni in materia di attività estrattive che si inseriscono
in un quadro normativo non definito in quanto manca il relativo
Piano regionale. Stessa cosa per le proposte relative allo
sghiaiamento degli alvei di competenza regionale, alle modifiche
al codice dell'edilizia, alla prosecuzione dell'attività di
alcuni impianti di depurazione delle acque reflue urbane.
Se poi si è deciso, anche grazie all'intervento del PD, di
esaminare la questione caccia in separata sede, ci sono state
modifiche confusionarie sulla legge che ha istituito l'Azienda
speciale di Villa Manin, dove la maggioranza ha riesumato una
norma abrogata solo qualche mese fa. E da approfondire ci sono
anche le proposte della maggioranza per permettere ai sindaci che
amministrano Comuni fino a 10.000 abitanti di potersi presentare
alle elezioni per il terzo mandato consecutivo; per i tempi di
evasione delle pratiche burocratiche degli enti pubblici a
vantaggio di cittadini e imprese; per l'abrogazione del Garante
delle autonomie locali, peraltro mai nominato dalla Giunta
regionale.
(segue)