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PD: Menis, scuola, eliminare discriminazioni su assegni di studio

06.12.2012
16:04
(ACON) Trieste, 6 dic - COM/MPB - "Da qualche anno sono in costante aumento le giovani famiglie costrette a trasferirsi all'estero per motivi di studio o di lavoro. I loro figli, che continuano a mantenere la residenza in FVG, si iscrivono alle scuole dei Paesi che li ospitano sopportando spesso rette d'iscrizione e frequenza molto elevate.

"La legislazione regionale prevede la corresponsione di assegni integrativi per il diritto allo studio per coloro che inseriscono i propri ragazzi nelle scuole paritarie, parificate o riconosciute. Un intervento molto importante, che però vale solo per gli istituti italiani.

A sollevare il problema è il consigliere regionale del PD Paolo Menis, che ha annunciato di aver presentato una proposta di legge, sottoscritta da tutta l'opposizione, con l'obiettivo di evitare spiacevoli diversità tra i minori, accomunati dal medesimo diritto-dovere nei confronti dello studio, ispirandosi alla legge di settore.

"In base alla normativa attuale (la legge regionale 14/91) - spiega Menis - possono accedere agli assegni di studio gli studenti che frequentino scuole primarie e secondarie non statali, parificate o paritarie, istituite senza fini di lucro anche se situate fuori regione. Ma tali istituti esistono, naturalmente, anche al di fuori dei confini nazionali. Tuttavia gli uffici competenti negano l'accesso ai finanziamenti per il diritto allo studio per ragioni di natura esclusivamente formale (in quanto, appunto, le scuole risultano statali rispetto al Paese in cui si trovano, ma ciò non corrisponde, come avviene in Italia, al fatto che esse siano a frequenza gratuita).

"Vogliamo evitare - precisa il democratico - che una nostra mamma, trasferitasi per lavoro a Shangai, a Vienna o in Tunisia, con figli frequentanti scuole locali, private o statali, che prevedono una corposa retta di iscrizione, sia discriminata rispetto alla sua collega che lavora in Italia e ha figli iscritti a una scuola non statale.

"Se la ratio della norma regionale è, come espressamente statuisce l'articolo 1, quella di assicurare l'equipollenza del trattamento degli alunni a sostegno dei compiti educativi della famiglia - conclude Menis - è evidente che questa disparità di trattamento dev'essere immediatamente eliminata perché sia garantito a tutti il diritto all'istruzione come previsto dalla nostra Costituzione".