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Citt: Colussi, finanziare Fondo audiovisivo e Film Commission

09.12.2012
13:30
(ACON) Trieste, 9 dic - COM/AB - Il significato del voto unanime del Consiglio regionale sulla necessità di prorogare di un anno la vita dei due enti - FVG Film Commission e Fondo Regionale per l'Audiovisivo - che in Friuli Venezia Giulia si occupano di produzione audiovisiva è importante e va ben spiegato.

Personalmente - afferma Piero Colussi, consigliere regionale dei Cittadini-Libertà civica - sono convinto che solo ora è stato compreso pienamente il ruolo e il valore di queste due realtà introdotte nel 2006 nell'ordinamento regionale con la legge sul cinema. In questi mesi di congelamento della loro attività, molti operatori del settore, in Italia e non solo, si chiedevano meravigliati che cosa stava succedendo nella nostra regione. Il commento più frequente era: "Ma come? Siete stati i primi a creare queste nuove agenzie, eravate i più bravi a renderle attrattive anche con risorse limitate, siete riusciti a far girare i loro film in regione a registi del calibro di Tornatore, Bellocchio, Salvatores e ora avete mandato tutto all'aria? Siete veramente strani lassù al nord".

C'è da sperare che si possa rientrare nel novero delle Regioni virtuose e assennate. Il primo passo è stato fatto, ora bisogna fare anche quelli successivi, a partire dalla finanziaria che la prossima settimana arriverà in Aula: in questo momento il piatto piange miseramente. La FVG Film Commission dispone al momento di soli 300.000 euro, la metà di quello che c'era nel 2012 e un terzo di quello che c'era nel 2011; molto peggio, però, va al Fondo Regionale per l'Audiovisivo, che si trova il proprio capitolo totalmente azzerato (nel 2012 c'era la disponibilità di 400.000 euro).

Troppo poco per un progetto di start up che fin qui ha prodotto risultati straordinari, riuscendo a far nascere dal nulla decine e decine di piccole imprese di giovani impegnati - a vario titolo - nella produzione audiovisiva in un contesto dove si è partiti praticamente dall'anno zero, o quasi. E poi dicono che non c'è lavoro per i nostri ragazzi. Una volta tanto che abbiamo individuato una strada che da buoni frutti cerchiamo di percorrerla fino in fondo. In alternativa, noi politici dovremmo cambiare mestiere.