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II Comm: audizione Latterie Friulane su tagli personale

11.12.2012
16:56
(ACON) Trieste, 11 dic - RC - Audizione sulla situazione occupazionale del Consorzio Cooperative Latterie Friulane di Campoformido (UD) e sulla chiusura dello stabilimento Cometa di Spilimbergo (PN), per l'Ufficio di presidenza della II Commissione consiliare. L'incontro con i rappresentanti del Consorzio, le parti sindacali, nonché i sindaci di Campoformido e Spilimbergo e l'assessore regionale di riferimento, Claudio Violino, era stato chiesto dai consiglieri del PD.

Primo a parlare, il presidente di Latterie Friulane, Roberto Rossi, che ha ripercorso la realtà del Consorzio, con le sue 250 aziende e 70 milioni di litri di latte lavorato all'anno. Le aziende occupano un migliaio di persone, in più il Consorzio utilizza circa 100 collaboratori per il trasporto e altri 200 dipendenti per la produzione vera e propria.

La cooperativa intende licenziare 69 dipendenti, esuberi - ha spiegato Rossi - creatisi causa il settore della trasformazione lattiero-casearia in calo, la concorrenza nazionale e la difficoltà di penetrare mercati nuovi, la perdita della fidelizzazione storica dei consumatori, la grande distribuzione che la fa da padrona. Per i volumi di invenduto si cerca di seguire strade alternative, ad esempio il catering.

La ristrutturazione è partita due anni fa con 7 milioni di investimenti, completati nel 2012, l'accorpamento della produzione nel solo stabilimento di Campoformido (come del resto era già stato suggerito 11 anni fa, ma allora si scelse di avere due stabilimenti) anche perché si sono creati dei doppioni di produzione per quanto attiene i formaggi pressati, l'acquisto di nuove attrezzature: tutto questo ha creato gli esuberi di personale e la loro messa in cassa integrazione.

Non da ultimo, Rossi ha fatto presente che in altre realtà, come quelle della vicina provincia di Treviso, si trasformano gli stessi milioni di latte impiegando solo 45 persone. Inoltre il prezzo molto basso del latte al litro - 35 centesimi, insufficienti anche solo per coprire i costi di produzione - con cui vengono pagati i conferitori di Latterie Friulane, tra i più bassi d'Italia, sta portando i soci a chiedersi se vale la pena restare nel Consorzio o andarsene. Se ciò accadesse, sarebbe a rischio l'esistenza stessa della Cooperativa. Nel frattempo, il Consorzio ha iniziato operazioni di carattere commerciale affidando a un'agenzia la collocazione dei prodotti sul mercato, come già sta facendo per altre marche. E per lo stabilimento di Campoformido si prevede un investimento di 5,7 milioni di euro in ammodernamenti e nuovi impianti per la ricotta, dove si cercherà di mantenere alta la qualità ma la concorrenza possiede prodotti a prezzi competitivi. Infine anche la rete trasporti sarà ottimizzata.

Se da parte del sindaco di Campoformido il pensiero è andato alla già pesante situazione dell'area causa il fermo della cartiera Romanello e si è detto disponibile a ogni sorta di intervento, ad esempio per migliorare la viabilità, i rappresentanti sindacali di Flai-Cgil, Uila-Uil e Fai-Cisl hanno accusato Latterie Friulane di non aver assolutamente pensato allo sviluppo del Consorzio.

Avete fatto un Piano industriale difensivo - è stata l'accusa di Flai-Cgil. Non rilancia l'attività, solo taglia il personale.

Date i soldi solo a chi vi presenta progetti sostenibili e credibili - ha detto Uila-Uil all'assessore Violino. Create un Polo lattiero-caseario regionale, costantemente controllabile, che sviluppi nuovi prodotti, commercializzi i prodotti fuori regione e abbia come missione la creazione di nuovi posti di lavoro.

Sono stati 20 anni di mancata innovazione - ha aggiunto Fai-Cisl. È inaccettabile che il Consorzio chiuda la produzione dello stracchino solo perché l'impianto è obsoleto e uno nuovo costerebbe un milione di euro. Oggi volete applicare una linea di tagli troppo repentina, chiediamo che si proceda per gradi. Oppure - e qui la politica potrebbe intervenire - per i 5,7 milioni di cui si parla si faccia ricorso al credito bancario.

Da parte di Enzo Marsilio e Paolo Pupulin (PD) l'affermazione che il progetto "Tipicamente friulano" avrebbe dovuto prevedere in primis il coinvolgimento di Latterie Friulane. Però non può bastare operare solo con latte friulano, bisogna pensare a un progetto con delle realtà più grosse, esterne. Poi si dovrebbe cercare di far diventare soci anche quei conferitori che non lo sono già.

Di Enio Agnola (Idv), invece, la riflessione sul fatto che un progetto di filiera di questa estate portava le firme di tutti fuorché quella di Latterie Friulane e il consigliere si è chiesto come mai.

Ferma la posizione del presidente Rossi, che ha affermato di rammaricarsi di una cosa sola: non aver iniziato la riorganizzazione già due anni fa. Dopo 7 milioni spesi, investirne altri 5,7 significa credere nell'azienda, non certo volerla affossare. Se è difficile collocare il Montasio sul mercato nazionale è perché fa parte di una DOP troppo piccola.

Da ultimo, l'assessore Claudio Violino si è detto disposto a intervenire se il Consorzio gli chiederà aiuto e coinvolgerà, se necessario, anche i colleghi di Sviluppo economico (Seganti), Lavoro (Brandi) e Cooperazione (Molinaro), altrimenti non intende entrare nelle scelte aziendali che, per altro, non conosce nei dettagli. Latterie Friulane sino ad oggi ha utilizzato altri mezzi, come la filiera e un Piano di ristrutturazione a cui l'assessore intende attenersi. Va discussa l'utilità di un Polo latte regionale, ma in questo momento esula dal Piano aziendale. Resta la difficoltà di un settore che, specie per il prezzo del latte, può mettere in difficoltà l'intera zootecnia regionale.

(immagini tv)