II Comm: audizione Latterie Friulane su tagli personale
(ACON) Trieste, 11 dic - RC - Audizione sulla situazione
occupazionale del Consorzio Cooperative Latterie Friulane di
Campoformido (UD) e sulla chiusura dello stabilimento Cometa di
Spilimbergo (PN), per l'Ufficio di presidenza della II
Commissione consiliare. L'incontro con i rappresentanti del
Consorzio, le parti sindacali, nonché i sindaci di Campoformido e
Spilimbergo e l'assessore regionale di riferimento, Claudio
Violino, era stato chiesto dai consiglieri del PD.
Primo a parlare, il presidente di Latterie Friulane, Roberto
Rossi, che ha ripercorso la realtà del Consorzio, con le sue 250
aziende e 70 milioni di litri di latte lavorato all'anno. Le
aziende occupano un migliaio di persone, in più il Consorzio
utilizza circa 100 collaboratori per il trasporto e altri 200
dipendenti per la produzione vera e propria.
La cooperativa intende licenziare 69 dipendenti, esuberi - ha
spiegato Rossi - creatisi causa il settore della trasformazione
lattiero-casearia in calo, la concorrenza nazionale e la
difficoltà di penetrare mercati nuovi, la perdita della
fidelizzazione storica dei consumatori, la grande distribuzione
che la fa da padrona. Per i volumi di invenduto si cerca di
seguire strade alternative, ad esempio il catering.
La ristrutturazione è partita due anni fa con 7 milioni di
investimenti, completati nel 2012, l'accorpamento della
produzione nel solo stabilimento di Campoformido (come del resto
era già stato suggerito 11 anni fa, ma allora si scelse di avere
due stabilimenti) anche perché si sono creati dei doppioni di
produzione per quanto attiene i formaggi pressati, l'acquisto di
nuove attrezzature: tutto questo ha creato gli esuberi di
personale e la loro messa in cassa integrazione.
Non da ultimo, Rossi ha fatto presente che in altre realtà, come
quelle della vicina provincia di Treviso, si trasformano gli
stessi milioni di latte impiegando solo 45 persone. Inoltre il
prezzo molto basso del latte al litro - 35 centesimi,
insufficienti anche solo per coprire i costi di produzione - con
cui vengono pagati i conferitori di Latterie Friulane, tra i più
bassi d'Italia, sta portando i soci a chiedersi se vale la pena
restare nel Consorzio o andarsene. Se ciò accadesse, sarebbe a
rischio l'esistenza stessa della Cooperativa.
Nel frattempo, il Consorzio ha iniziato operazioni di carattere
commerciale affidando a un'agenzia la collocazione dei prodotti
sul mercato, come già sta facendo per altre marche. E per lo
stabilimento di Campoformido si prevede un investimento di 5,7
milioni di euro in ammodernamenti e nuovi impianti per la
ricotta, dove si cercherà di mantenere alta la qualità ma la
concorrenza possiede prodotti a prezzi competitivi. Infine anche
la rete trasporti sarà ottimizzata.
Se da parte del sindaco di Campoformido il pensiero è andato alla
già pesante situazione dell'area causa il fermo della cartiera
Romanello e si è detto disponibile a ogni sorta di intervento, ad
esempio per migliorare la viabilità, i rappresentanti sindacali
di Flai-Cgil, Uila-Uil e Fai-Cisl hanno accusato Latterie
Friulane di non aver assolutamente pensato allo sviluppo del
Consorzio.
Avete fatto un Piano industriale difensivo - è stata l'accusa di
Flai-Cgil. Non rilancia l'attività, solo taglia il personale.
Date i soldi solo a chi vi presenta progetti sostenibili e
credibili - ha detto Uila-Uil all'assessore Violino. Create un
Polo lattiero-caseario regionale, costantemente controllabile,
che sviluppi nuovi prodotti, commercializzi i prodotti fuori
regione e abbia come missione la creazione di nuovi posti di
lavoro.
Sono stati 20 anni di mancata innovazione - ha aggiunto Fai-Cisl.
È inaccettabile che il Consorzio chiuda la produzione dello
stracchino solo perché l'impianto è obsoleto e uno nuovo
costerebbe un milione di euro. Oggi volete applicare una linea di
tagli troppo repentina, chiediamo che si proceda per gradi.
Oppure - e qui la politica potrebbe intervenire - per i 5,7
milioni di cui si parla si faccia ricorso al credito bancario.
Da parte di Enzo Marsilio e Paolo Pupulin (PD) l'affermazione che
il progetto "Tipicamente friulano" avrebbe dovuto prevedere in
primis il coinvolgimento di Latterie Friulane. Però non può
bastare operare solo con latte friulano, bisogna pensare a un
progetto con delle realtà più grosse, esterne. Poi si dovrebbe
cercare di far diventare soci anche quei conferitori che non lo
sono già.
Di Enio Agnola (Idv), invece, la riflessione sul fatto che un
progetto di filiera di questa estate portava le firme di tutti
fuorché quella di Latterie Friulane e il consigliere si è chiesto
come mai.
Ferma la posizione del presidente Rossi, che ha affermato di
rammaricarsi di una cosa sola: non aver iniziato la
riorganizzazione già due anni fa. Dopo 7 milioni spesi,
investirne altri 5,7 significa credere nell'azienda, non certo
volerla affossare. Se è difficile collocare il Montasio sul
mercato nazionale è perché fa parte di una DOP troppo piccola.
Da ultimo, l'assessore Claudio Violino si è detto disposto a
intervenire se il Consorzio gli chiederà aiuto e coinvolgerà, se
necessario, anche i colleghi di Sviluppo economico (Seganti),
Lavoro (Brandi) e Cooperazione (Molinaro), altrimenti non intende
entrare nelle scelte aziendali che, per altro, non conosce nei
dettagli. Latterie Friulane sino ad oggi ha utilizzato altri
mezzi, come la filiera e un Piano di ristrutturazione a cui
l'assessore intende attenersi. Va discussa l'utilità di un Polo
latte regionale, ma in questo momento esula dal Piano aziendale.
Resta la difficoltà di un settore che, specie per il prezzo del
latte, può mettere in difficoltà l'intera zootecnia regionale.
(immagini tv)