CR: Finanziaria regionale, relatori Asquini e Piccin (1)
(ACON) Trieste, 12 dic - RC - La legge finanziaria regionale
2013 e gli altri documenti di bilancio arrivano sui tavoli
dell'Aula presieduta da Maurizio Franz.
Per il relatore di maggioranza Roberto Asquini del Gruppo Misto,
a detta del quale si tratta di una manovra di entità decisamente
inferiore rispetto alla media sia per i forti tagli alle
compartecipazioni erariali, sia per le riduzioni delle stesse
determinate dalla crisi. Tagli sui quali la Regione ha, in
diversi casi, sollevato (e in taluni casi già vinto, con
ulteriori fondi derivati proprio da questo) l'eccezione di
costituzionalità.
Sono tagli per Asquini incomprensibili, visto che sono fatti nei
confronti di una Regione virtuosa, che da tempo ha iniziato una
fase di contenimento dei costi (e la riduzione dell'indebitamento
è una delle evidenze maggiori), sostiene da sola la propria
sanità, è impegnata nell'ampliamento dell'autostrada.
La nuova implementazione permette di apportare nuovo sostegno a
molte voci peculiari della strategia e del lavoro della Regione
che erano state decurtate, se non azzerate, sulla base delle
manovre nazionali. Già equilibrata nelle sue ristrettezze, ora la
Finanziaria regionale acquista migliorie sensibili.
E che la priorità si stata la riduzione del debito lo ha
affermato anche la leghista Mara Piccin, sempre quale relatore di
maggioranza. Si deve ottenere la restituzione da Roma dei decimi
dei dipendenti statali e non - ha ricordato - che vivono in
regione e beneficiano di sanità, trasporto pubblico e welfare.
Però la Corte costituzionale a ottobre ha accolto il ricorso
presentato dal Friuli Venezia Giulia sulla manovra Tremonti di
luglio 2010: la sentenza ha riconosciuto alla Regione la
compartecipazione sull'aumento del gettito tributario, che lo
Stato voleva trattenere tutto per sé, recuperando, così, 70
milioni di euro.
Si tratta di risorse - garantisce la Piccin - che saranno
assegnate secondo una logica di efficacia e di ripristino dei
fondi in quei riparti che più erano stati penalizzati, come le
Autonomie locali, il trasporto pubblico locale e la cultura.
Sedici milioni saranno ripartiti con una particolare attenzione a
comparto produttivo, agricoltura e parchi. Tuttavia i livelli
precedenti di spesa pubblica, nonostante queste risorse
aggiuntive, non saranno più riproponibili.
Entrando nel dettaglio di alcune scelte, all'articolo 2 le
attività produttive vedono una contrazione di 33 milioni rispetto
al 2012, virtualmente compensati da 26 milioni di FAS - Fondi
aree sottoutilizzate (virtualmente perché possono essere spesi in
quota parte del territorio regionale non meglio precisata e i
destinatari finali non possono essere enti e associazioni). Sono
previsti contributi alle imprese agricole danneggiate da eventi
calamitosi; nuove modalità per il sostegno alle iniziative
promozionali delle imprese; per l'artigianato, risorse per
accordi 2012 di sospensione del lavoro riconducibili a crisi
aziendali; per il commercio, contributi da parte dei Centri di
assistenza tecnica (CAT) a favore dello sviluppo del commercio
elettronico, della certificazione di qualità,
dell'ammodernamento, dell'introduzione di sistemi di sicurezza.
Il dibattito inerente la cultura (articolo 6) è stato sulla base
dell'iniziale riduzione delle poste per 34 milioni, poi
incrementate. Si è scelto di garantire l'attività degli organismi
primari, ovvero quelli che hanno strutture consolidate e
personale alle dipendenze.
Istruzione, formazione e ricerca (articolo 7) rilevano una
diminuzione del 32% rispetto al 2012, ma vedono la messa in
sicurezza del diritto allo studio in particolare per le scuole
dell'infanzia non statali, per i contributi per i trasporti e i
libri di testo per la scuola superiore, il comodato dei testi per
le scuole dell'obbligo, le borse di studio per l'università. La
ricerca ha l'estensione al 2013 del regime transitorio per i
distretti dell'innovazione e la conferma di un contributo al
Consorzio per l'area di ricerca scientifica e tecnologica di
Trieste.
In materia sanitaria (articolo 8), c'è una riduzione di 100
milioni di euro, ma non dei servizi al cittadino.
All'articolo 9 si intende facilitare l'inserimento lavorativo dei
disoccupati mediante l'utilizzo, temporaneo e straordinario, di
queste persone da parte di Province e Comuni in ambito forestale
e vivaistico.
La partita della sussidiarietà e devoluzione (articolo 10) ha
visto la Regione sobbarcarsi 90 dei 198 milioni richiesti dallo
Stato per il patto di stabilità dei Comuni. Vi sono, inoltre, 44
milioni in più agli Enti locali riducendo il taglio dei
trasferimenti al 10%. Il tutto porta un taglio complessivo,
rispetto al 2012, di 8 milioni per le Province e di 11 milioni
per i Comuni.
A conclusione, la Piccin ha preannunciato degli ordini del giorno
per la costituzione dei Gestori unici, almeno a livello
provinciale, in materia di acqua e rifiuti. Altri riguarderanno
il completamento della banda larga e l'organizzazione del
commercio sulla scia di quanto in vigore in Austria.
(foto; immagini tv)
(segue)