CR: Finanziaria regionale, relatori Baiutti e Colussi (3)
(ACON) Trieste, 12 dic - MPB - La relazione di minoranza della
legge finanziaria 2013 - per Giorgio Baiutti (PD)- è occasione
per valutare di quanto è stato fatto e denunciare ciò che si
sarebbe potuto fare nella legislatura se la congiuntura economica
fosse stata affrontata in tempo. La situazione del Friuli Venezia
Giulia viene letta, con dovizia di dati, settore per settore -
fra gli indici riportati la spesa delle famiglie per i consumi a
-4,5%, 1 giovane su tre è occupato, solo 1 contratto su 5
stipulati è a tempo indeterminato - dentro le prospettive
nazionali, con sullo sfondo il collegamento tra finanziaria
regionale e risoluzione del contenzioso costituzionale per il
riconoscimento delle prerogative statutarie del Friuli Venezia
Giulia in materia di compartecipazione al gettito tributario, di
contributo al federalismo fiscale, di coordinamento della finanza
pubblica.
Riduzione della spesa pubblica per sostenere l'economia e
riordino della rete ospedaliera con il riassetto del sistema
delle Aziende Sanitarie territoriali, considerata la madre di
tutte le riforme, sono i punti sui quali Baiutti ha insistito per
dire, infine, che la legge finanziaria, come uscita dai lavori
della Commissione di merito, mantiene un impianto inaccettabile
di tagli lineari sulle diverse linee di spesa che dovranno essere
corrette in Aula sulla base di criteri che portino a privilegiare
crescita sociale, sviluppo economico, incremento occupazionale e
maggior attenzione a settori importanti come cultura e politiche
sociali.
La Giunta - ha detto ancora Baiutti - ha annunciato la
destinazione dei 70 milioni di maggiori entrate derivanti dalla
sentenza della Corte Costituzionale. La Regione dovrebbe
accollarsi anche il 35-40% dello sforamento del patto di
stabilità integrato, allentando la morsa sui pesanti vincoli che
ricadono sui Comuni. Molti di questi rivendicano una
compensazione dell'extragettito dell'IMU, peraltro di difficile
conseguimento, mentre altri contestano la mancata possibilità di
utilizzo dell'avanzo di amministrazione che per i Comuni ha
sempre rappresentato una risorsa per affrontare il secondo
semestre dell'esercizio finanziario.
Temi di discussione e confronto in Aula saranno la riduzione del
differenziale sui trasferimenti tra grandi e piccoli Comuni, la
necessità di attivare tutte le misure utili a creare reddito da
occupazione e muovere azioni di sostegno alle imprese che vivono
una situazione critica per l'accesso al credito, i tagli alla
cultura, la terza corsia: ma Baiutti ha auspicato di trovare
qualcosa di più anche su sanità e rete ospedaliera, investimenti
della spesa pubblica, strategie in campo energetico, dismissione
di beni demaniali.
Piero Colussi (Cittadini-Libertà Civica), anch'egli relatore di
minoranza, sottolineando che la nostra comunità regionale ha
sempre dato prova di buona volontà, capacità, serietà e,
soprattutto, uso responsabile della propria autonomia, ha
evidenziato la necessità di un dibattito aperto che distingua
giudizio politico da elementi fattuali.
Ha quindi analizzato i tagli al bilancio 2013 affermando che non
vi è alcun elemento oggettivo in base al quale si possa dire oggi
che l'avanzo accertato 2012 sarà maggiore di quello presunto già
applicato al bilancio 2013. Ciò significa che nessuno è in grado
di promettere che i tagli applicati oggi al bilancio, che a volte
sono dei veri e propri azzeramenti, saranno sanati in sede di
assestamento. In sostanza, questa manovra non avrà tempi
supplementari e dunque è ora che bisogna decidere per il meglio -
è stata l'esortazione di Colussi.
Sul che fare, Colussi pur considerando i vincoli che la manovra
finanziaria sconta, ha messo in luce i limiti delle strategie
adottate elencando una lunga serie di finalità di spesa in
sofferenza o a risorse azzerate: azioni sociali realizzate
tramite gli Enti locali; piano dell'offerta formativa; Parchi
naturali regionali; politica della casa per l'edilizia agevolata
e per l'edilizia popolare.
Per non parlare della cultura, sulla quale - ha detto - cala il
sipario. Dai 34,3 milioni del 2012 si passerebbe - con una
riduzione insostenibile del 64% - ai soli 12,5 milioni per il
2013 decretando la chiusura di gran parte delle nostre
istituzioni culturali e la morte di tante piccole realtà diffuse
in tutto il territorio regionale. Il dato statistico evidenzia
che in 4 anni - dal 2009 al 2013 - le risorse vedono un crollo
che in percentuale significa meno 70%. L'annuncio, dopo la
sentenza della corte Costituzionale, dell'integrazione al settore
di altri 9 milioni manterrebbe il taglio comunque al 39%. È
evidente che tutto ciò non sarà sufficiente e che per limitare i
danni al 20% in meno di risorse bisognerà arrivare almeno a 27-28
milioni di euro, ovvero aggiungere ulteriori 6-7 milioni: questa
è la verità - ha concluso Colussi avvertendo che in un momento
in cui la disoccupazione giovanile ha toccato numeri da brivido
sarebbe davvero imperdonabile far mancare il lavoro - seppur
precario e sottopagato - ai tanti ragazzi e ragazze che operano
nel teatro, nel cinema, nella musica, nell'organizzazione delle
tante manifestazioni di cui il Friuli Venezia Giulia è ricco.
(segue)