PD: Brandolin, sul rigassificatore le tante posizioni di Tondo
(ACON) Trieste, 13 dic - COM/AB - Giovedì 13 dicembre 2013
Tondo finalmente dichiara: "Sul rigassificatore di Zaule mettiamo
una pietra sopra".
Sarà veramente così?
A chiederselo è il consigliere regionale del PD Giorgio Brandolin
che aggiunge.
Non si può, infatti, non pensare alle tante dichiarazioni e prese
di posizione susseguitesi in quest'ultimo anno, che vanno dal
piglio deciso del "si deve fare", al pilatesco "è una decisione
presa dalla Giunta Illy", al bonario "bisogna ascoltare gli Enti
locali", al sibillino "bisogna prendere atto del parere contrario
dell'Autorità portuale di Trieste".
Ognuna delle quali significa qualcosa, evidentemente, senza
dimenticare la rimozione, dopo il pasticcio del parere favorevole
della Conferenza dei servizi pur in presenza della contrarietà
degli Enti locali, del dirigente regionale (ma pare difficile che
abbia preso in autonomia una simile responsabilità) e senza
dimenticare anche che il partito di Tondo, il Pdl, a Trieste è
spaccato tra favorevoli e contrari.
Già a febbraio 2012, infatti, il Pdl in Consiglio comunale a
Trieste aveva votato insieme alla maggioranza di centrosinistra
il no al rigassificatore, irritando la Giunta regionale a partire
dal vicepresidente Ciriani, che aveva parlato di scelta
irresponsabile.
Nel marzo successivo, Tondo giudica "pregiudiziale" il parere
contrario del comune di Trieste, annunciando un parere definitivo
entro qualche settimana (e sappiamo come è andata a finire), e
comunque nega al Comune di Muggia la possibilità di far parte
della Conferenza dei servizi, ricorrendo al TAR, sapendo bene la
contrarietà di quel Comune al progetto.
A maggio nuovo dietro front, con Tondo che conferma al ministro
Passera la volontà di realizzare il rigassificatore, stante la
forte richiesta di energia dalle aziende del territorio
regionale, e afferma deciso: "siamo pronti ad assumerci le nostre
responsabilità". Risultato: il Consiglio comunale di Trieste a
larghissima maggioranza riafferma il no al rigassificatore.
Poi, in barba ai propositi di arrivare a una decisione in tempi
stretti, si arriva ad agosto, quando in una bella intervista
vacanziera Tondo dichiara sicuro che vanno realizzati
elettrodotto, rigassificatore e TAV, salvo contraddirsi il giorno
dopo affermando che la condivisione con gli Enti locali è una
priorità.
Alla fine, tra novembre e dicembre, tra ministri che la pensano
diversamente sul tema (Passera e Clini), autorizzazioni che
ballano tra competenza regionale e nazionale (con Tondo che alla
fine sceglie di passare la palla al ministero, anche se ci vorrà
il parere della Regione) e pasticci sul parere stesso, basta il
no dell'Autorità portuale di Trieste, retta da persona della
corrente vicina a quel senatore Camber da sempre ascoltato attore
in merito al futuro di Trieste, a far finalmente (?) decidere
Tondo: il rigassificatore non s'ha da fare.
O no? I cittadini di Trieste meritano innanzitutto di sapere con
certezza quali rischi corrono con la presenza di un simile
impianto, vista la incompletezza rilevata da più parti della
documentazione progettuale, e di non veder giocare sulla propria
testa una partita che sembra avere un sapore di gioco
economico/politico più che di occasione di sviluppo per Trieste e
il Friuli Venezia Giulia.