Idv: Corazza, sistema vitalizi consiglieri un inganno per i cittadini
(ACON) Trieste, 19 dic - RC - "Italia dei valori è rimasta
ancora una volta da sola a battersi contro i privilegi della
casta". Lo scrive il presidente del gruppo in Consiglio
regionale, Alessandro Corazza.
Nel cuore della notte, lo stesso Corazza e il collega Enio Agnola
sono stati infatti gli unici di tutta l'Assemblea legislativa
regionale (47 sì, 2 no, nessun astenuto - fa sapere Corazza) a
votare contro l'emendamento all'articolo 11 della Finanziaria
2013 che disciplina il nuovo sistema contributivo per la pensione
dei consiglieri regionali a partire dalla prossima legislatura.
È l'ultimo capitolo di una battaglia iniziata molti anni fa e
sfociata nell'agosto 2010, in tempi non sospetti, nella proposta
di legge di Idv che chiedeva l'abolizione totale dei vitalizi -
prosegue Corazza. Dopo tanto insistere, grazie anche alle
pressioni della società civile, nella Finanziaria del 2011 il
Consiglio regionale aveva finalmente deciso di abrogare
l'ingiusto sistema retributivo, impegnandosi a trasformarlo in
contributivo in un secondo momento.
Purtroppo - attacca Corazza - ieri tutte le forze politiche hanno
approfittato della tarda ora per infilare in Finanziaria,
all'ultimo momento, la riforma dei vitalizi dopo che in un anno
di tempo non si è trovato un solo giorno per discutere questo
argomento, così sentito dai cittadini.
Si tratta, però, di un finto sistema contributivo - spiega il
portavoce di opposizione -. L'Aula ha pensato bene di
architettare un emendamento che, tecnicamente, prevede una
trattenuta su base mensile ai singoli consiglieri regionali, ma
in realtà, come definito all'interno dello stesso emendamento,
questi consiglieri quando andranno in pensione avranno un
vitalizio di gran lunga superiore a quello che può ottenere un
cittadino con un fondo pensione di tipo privato.
Ecco come si ingannano i cittadini - conclude Corazza -. Anche
nel "virtuoso" Friuli Venezia Giulia si finge di ascoltare le
richieste che salgono dalla società civile per mantenere, invece,
i privilegi della casta.