News


V Comm: due proposte eleggibilità sindaci a consiglieri regionali

08.01.2013
12:53
(ACON) Trieste, 8 gen - RC - La V Commissione consiliare - presieduta per l'occasione da Edoardo Sasco (UDC) - ha dato il via al nuovo anno affrontando due proposte di modifica agli articoli 2 e 4 della legge regionale n. 21 del 2004, la prima di Alessia Rosolen (UAR) sull'ineleggibilità dei sindaci, la seconda di Alessandro Tesolat (UDC) anche sull'incompatibilità e ineleggibilità dei consiglieri e degli assessori regionali.

Quanto alla proposta Rosolen, è stata la stessa consigliera a spiegare che si intende eliminare il paletto previsto dalla LR 21/2004, poi integrata dalla LR 17/2007, sull'ineleggibilità dei sindaci dei Comuni con popolazione superiore a 3.000 abitanti a meno che non si dimettano dalla loro carica 90 giorni prima dello scioglimento del Consiglio regionale. L'intenzione, dunque - ha rimarcato la consigliera - è dare la possibilità ai sindaci di Comuni non capoluogo di candidarsi alle elezioni regionali senza tale obbligo di dimissioni. Mi rendo conto che non si riuscirà a intervenire per le elezioni di questa primavera, ma è un argomento che questo Consiglio regionale dovrebbe sostenere pensando al futuro. Che poi ci sia un fatto di eticità che dovrebbe portare i sindaci, ma anche gli assessori e i consiglieri, a dimettersi, sono d'accordo; allora rivediamo l'intera portata della legge.

Non va lontano la proposta Tesolat, dove semplicemente si aggiunge che, in caso di elezione, scattano le procedure di cui all'articolo 8 sempre della LR 21/2004 relative alla rimozione delle cause di incompatibilità. Inoltre, in un secondo articolo il consigliere mantiene la generale previsione di incompatibilità tra la funzione di sindaco e di consigliere regionale, nella condivisione del principio di contrarietà ai doppi incarichi; nel caso particolare, nella incompatibilità tra le funzioni di primo cittadino che comportano la rappresentanza di una specifica comunità e le funzioni di consigliere regionale che, invece, comportano la rappresentanza dell'intero territorio. È un argomento sostenuto da tutto l'UDC - ha aggiunto Tesolat - sebbene ci rendiamo conto anche noi che i tempi sono ormai esauriti per questa legislatura, ma va affrontato per la prossima.

Subito dopo l'illustrazione, la Commissione ha sentito il parere dell'Associazione nazionale Comuni italiani (ANCI), che ha subito definito "un ostacolo incomprensibile" il limite che si vuole togliere. L'obiettivo di questa legge non è chiaro - ha proseguito il presidente, Mario Pezzetta. Si vuole escludere una categoria di cittadini dal ruolo di protagonisti della politica regionale. Confidiamo che il Consiglio regionale quanto meno apra un dibattito sulla questione. Questa è una discriminazione che, tuttavia, non si fa ricadere né sui vicesindaci né sugli assessori comunali; per loro non si parla di impedirne l'allontanamento dalla comunità locale. Vi chiediamo di riflettere su questo.

(foto; immagini tv)