PD: Iacop, congelare le elezioni provinciali di Udine
(ACON) Trieste, 8 gen - COM/RC - Prendendo parte ai lavori
della V Commissione, il consigliere regionale del PD Franco Iacop
ha richiamato l'ordine del giorno proposto dal suo Gruppo,
accolto dalla Giunta Tondo in sede di discussione sulla
Finanziaria regionale 2013 e teso a evitare che le imminenti
elezioni per il rinnovo dell'Amministrazione provinciale di Udine
pregiudichino il concretizzarsi della riorganizzazione del
sistema istituzionale Regione-Autonomie locali, con particolare
riferimento alla razionalizzazione delle Province e delle loro
funzioni.
L'ordine del giorno, con primo firmatario lo stesso Iacop, si
collega alla legge di stabilità 2013 (la n. 228 del 2012), la
quale, per consentire la riforma organica della rappresentanza
amministrativa locale, prevede il differimento di un anno delle
Province già commissariate e il commissariamento di quelle in
scadenza nel 2013.
La nostra Regione non può rimanere arretrata rispetto alle
disposizioni di legge nazionali - afferma l'esponente del PD - e
deve perciò prevedere che la Provincia di Udine non proceda al
rinnovo dei rispettivi organi elettivi, in scadenza in primavera,
e in loro sostituzione sia nominato un commissario fino alla
definizione della riorganizzazione complessiva prevista con
apposita legge regionale. Il PD quindi incalza il presidente
Tondo e la sua Giunta, in virtù della competenza primaria
attribuita dallo Statuto della Regione, ad adottare provvedimenti
che impediscano tali elezioni.
Da tempo sollecitiamo Tondo a smetterla con i proclami equivoci e
gli annunci propagandistici - afferma Iacop - e dare invece corso
a una riforma compiuta degli enti intermedi, partendo proprio
dall'esame delle diverse proposte di legge presentate in merito
alla razionalizzazione dell'ordinamento delle Province del Friuli
Venezia Giulia, tra cui quella formulata dal gruppo consiliare
del PD.
Non si può correre il rischio - conclude Iacop - di rinviare
ulteriormente un processo di riforma importante, perdendo
l'opportunità di iniziare veramente il riordino complessivo degli
enti locali, partendo almeno da un territorio (quello udinese) e
non avere sempre il limite del non poter interrompere un mandato
in corso.