50° Statuto FVG: presidente della Regione, Tondo (4)
(ACON) Trieste, 31 gen - AB - A concludere la seduta
celebrativa è stato il presidente della Regione Renzo Tondo, che
ha tratteggiato i passi più significativi della storia di
un'autonomia regionale lunga cinquanta anni.
Il 31 gennaio 1963 - ha affermato - superate le remore imposte
dal Trattato di pace del 1947 e, con esse, la riserva contenuta
nella decima disposizione transitoria e finale della Costituzione
della Repubblica, nasceva questa Regione. Essa ha rappresentato
un unicum in Italia non solo per la sua originaria composizione,
ma soprattutto perché, fin dall'inizio, fu definita come l'ultima
delle Regioni speciali e la prima delle Regioni a statuto
ordinario. Meno forti erano infatti i poteri assegnati, ma
soprattutto la dotazione finanziaria spettante fu molto più
ridotta rispetto alle altre autonomie allora esistenti.
Dopo aver ricordato i presupposti e i passaggi che portarono alla
promulgazione dello Statuto di autonomia, Tondo ha evidenziato
come i primi decenni furono dedicati soprattutto a consolidare
un'unità regionale che non traeva origine da condizioni
geografiche e storiche, bensì essenzialmente politiche: lo
dimostra il dibattito nell'Assemblea costituente e ne è prova
l'emendamento che ha sancito la specialità, proposto alla
Costituente quasi all'ultimo momento, che ha fissato e fatto
approvare la denominazione della Regione e la sua composizione
territoriale, come poi sancita dall'articolo 116 della
Costituzione.
Da quel momento ci si preoccupò innanzitutto di risolvere il
problema della marginalità del nord est, geograficamente
mutilato, ma soprattutto posto lontano dalle realtà più centrali
ed economicamente più dinamiche del Paese, e inoltre con un
territorio disomogeneo e caratterizzato dalla presenza di
importanti minoranze linguistiche. La marginalità geografica, se
non superata, avrebbe creato emarginazione economica e avrebbe
consolidato la situazione di sottosviluppo in cui versava il
confine orientale.
In questa logica e con questo obiettivo primario - così ancora il
presidente Tondo - sono state portate avanti iniziative
fondamentali come l'autostrada che collegava Trieste e Udine al
Veneto, affidata in concessione alla Regione. Analogamente, sono
state poi gestite e vinte le grandi sfide che l'Istituto
regionale ha dovuto affrontare, la ricostruzione del Friuli dopo
il devastante sisma del maggio e settembre 1976 e il trattato
internazionale italo jugoslavo di Osimo del 1975, che interessò
la provincia di Trieste.
Siamo fieri, come cittadini di questa regione, di aver potuto e
saputo in quegli anni decisivi, grazie alla solidarietà nazionale
e all'impegno della popolazione e della sua classe dirigente,
ricostruire un dinamico tessuto economico e soprattutto di aver
completato una rete infrastrutturale all'avanguardia. Le risorse
per la ricostruzione hanno generato l'autostrada per Tarvisio,
cioè per il nord Europa, l'ammodernamento e il raddoppio della
ferrovia Pontebbana e lo scalo di Cervignano. Le risorse di Osimo
hanno poi completato le strutture del confine, gli autoporti e
finanziato la grande viabilità.
La riflessione di Tondo si è quindi spostata sul tema del
regionalismo e dell'autonomia. Siamo consapevoli - ha affermato -
che l'Italia è stretta dai vincoli imposti dall'Unione europea,
che il debito pubblico accumulato è enorme, che la spesa va
drasticamente ridotta e riqualificata. Ci chiediamo però se
quest'opera debba essere necessariamente compiuta mortificando le
autonomie, le Regioni come pure le Autonomie locali, tanto più se
queste autonomie hanno potuto rappresentare concretamente la
propria virtuosità.
Il Consiglio regionale è stato eletto non solo per rappresentare
il territorio, ma prima di tutto per valorizzare e, se
necessario, per difendere l'autonomia, definita dalla
Costituzione e sancita dallo Statuto costituzionale. Noi
riteniamo che la specialità sia attuale nella misura in cui
adeguiamo il cambiamento globale alle esigenze del territorio. La
specialità della nostra Regione non ha soltanto profonde radici
storiche, in quanto la sua collocazione geopolitica ancora oggi
richiede strumenti specifici di intervento, anche dopo la caduta
dei confini politici in questa parte dell'Europa. Le nostre
imprese subiscono la concorrenza dei Paesi vicini dove sono in
vigore più favorevoli regimi di tassazione e di lavoro. Per
questo è stato importante aver ottenuto, nel percorso di
attuazione del federalismo fiscale, la possibilità di introdurre
in Friuli Venezia Giulia una 'fiscalità di sviluppo'. Senza
contare i costi dell'energia, un problema che vale per tutte le
imprese italiane, ma che qui da noi diventa pressante.
A giustificare la specialità - ha sottolineato Tondo - c'è poi la
presenza di minoranze, il nostro ruolo storico e geopolitico di
cerniera con i Paesi del Centro e dell'Est che ha posto il Friuli
Venezia Giulia nel cuore dell'Europa. Un ruolo che intendiamo
rafforzare al servizio del Paese, anche grazie al progetto di
Euregio Senza Confini sottoscritto il 27 novembre 2012 con Veneto
e Carinzia.
L'autonomia - a giudizio di Tondo - non va rivendicata come
diritto, ma conquistata con l'autorevolezza e l'efficienza, e va
difesa con i fatti, i comportamenti, i numeri soprattutto
vogliamo coniugarla con la parola 'responsabilità'.
La Regione Friuli Venezia Giulia è una delle poche, forse
addirittura l'unica Amministrazione pubblica territoriale, Stato
compreso, ad aver ridotto drasticamente, nel corso di questa
ultima legislatura, il debito regionale, precedentemente prodotto
e autorizzato. Questo, a nostro avviso, è il modo che dovrebbe
essere comune a tutti, per concorrere efficacemente a risanare il
Paese, non già quello di tagliare i servizi necessari per i
cittadini, con il rischio di intaccare i livelli di assistenza.
Siamo stati, inoltre, i primi in Italia con le sole Regioni e
Province speciali dell'arco alpino, ad aver aderito
spontaneamente e tempestivamente all'intesa con lo Stato per il
contributo di solidarietà a favore delle Regioni più
svantaggiate, patto rimasto però un concorso virtuoso ma isolato
a tre sole Regioni. E ci siamo sobbarcati, anche per conto dello
Stato, la realizzazione di una struttura impegnativa come la
terza corsia dell'autostrada sulla direttrice europea del
corridoio quinto.
Nonostante questo impegno e nonostante le risorse riservate dallo
Statuto siano state sin dall'origine percentualmente le più
contenute - così ancora il presidente Tondo - la Regione è stata
oggetto nell'ultimo periodo di tagli lineari, incompatibili con
gli impegni che essa deve onorare rispetto a un territorio dove
sanità, trasporto pubblico e soprattutto la finanza degli Enti
locali gravano interamente sul bilancio regionale, a differenza
di quanto avviene per le altre Regioni italiane.
Rispetto alla sanità, che occupa più della metà del bilancio
regionale, Tondo ha ricordato che nel 1996 la Regione ha deciso
di uscire dal Sistema sanitario nazionale e da allora ha gestito
la sua sanità in piena autonomia, senza aver mai avuto bisogno di
chiedere allo Stato risorse aggiuntive. A ciò si aggiungono
strumenti quali il Fondo per l'autonomia possibile, destinato al
sostegno di persone gravemente in difficoltà, portato a zero dal
Governo attuale e che la Regione ha scelto di garantire con le
stesse risorse.
La celebrazione dei primi 50 anni della Regione autonoma - ha
concluso Tondo - non sarebbe tale senza il ricordo, il
riconoscimento e il ringraziamento a tutti coloro che hanno in
questo lungo arco di tempo rappresentato e difeso l'istituzione
regionale, dedicando la parte più importante della loro vita e
tutto l'impegno professionale. E tutti siamo consapevoli che
nulla di quello che è stato fatto in questi anni sarebbe stato
possibile senza la responsabile partecipazione, collaborazione e
anche il sacrificio della nostra gente, che oggi merita qui un
forte attestato di stima.
Con l'intervento del presidente Tondo si è conclusa in Consiglio
regionale la cerimonia celebrativa per il 50° dalla promulgazione
dello Statuto di Autonomia della Regione Friuli Venezia Giulia.
(fine)