Idv: Agnola e Corazza, morta in Aula l'autonomia regionale
(ACON) Trieste, 01 feb - COM/RC - Uno squallido ostruzionismo
affossa la riforma delle Province avanzata dal gruppo consiliare
di Italia dei valori: perso l'ultimo treno e presa in giro tutta
la Regione. Enio Agnola commenta così l'esito odierno dei lavori
d'Aula, dove all'ordine del giorno era stata inserita anche la
proposta di legge del suo gruppo in materia di trasferimento
delle funzioni esercitate dalle Province, poi non discussa.
Italia dei valori - scrive Agnola - per l'ennesima volta è
rimasta sola contro tutti. Già durante la riunione dei
capigruppo, la settimana scorsa, la maggioranza aveva inserito la
discussione all'ultimo punto dell'ordine del giorno. Oggi -
denuncia il collega, Alessandro Corazza - i lavori sono stati
appositamente dilatati per affossare l'esame della nostra legge,
scomoda a tutti gli altri partiti perché mette tutti con le
spalle al muro rispetto le loro vere intenzioni di avviare la
riforma delle Province.
I lavori sono iniziati con 40 minuti di ritardo - tuona il
capogruppo di Idv - e poi le risposte sulle interrogazioni,
presentate da appena due consiglieri, si sono allungate
oltremodo, nonostante il richiamo del consigliere Agnola che ha
chiesto al presidente di far rispettare i tempi previsti dal
regolamento e di non allungare strumentalmente la discussione.
Infine - spiega ancora Corazza -, verso le 11.30 abbiamo chiesto
l'inversione dell'ordine del giorno per partire subito con
l'esame della nostra proposta di legge. Niente da fare: 23 voti
contro, 16 a favore. Era una richiesta che avrebbe soddisfatto
anche il comitato "Se non ora quando", presente tra il pubblico
in Aula, in quanto Annamaria Menosso del Partito democratico
aveva agganciato alla proposta di legge di Idv anche un
emendamento finalizzato all'introduzione della preferenza di
genere.
Peccato solo che, su richiesta di Roberto Antonaz di Rifondazione
comunista, la seduta sia stata sospesa per permettere l'audizione
di un gruppo di lavoratori precari e dello stesso comitato "Se
non ora quando" - sottolinea Corazza, che non riesce a trattenere
tutta la sua indignazione -. Ritengo senz'altro meritorie le
audizioni, ma andavano fatte a fine seduta, alle 14.00, in modo
da non compromettere lo svolgimento dei lavori d'Aula, atteso che
questa era l'ultima seduta utile per approvare la legge di
riforma delle Province.
Il regolamento - rincara ancora Corazza - non permette, infatti,
lo svolgimento di audizioni durante i lavori d'Aula. Maurizio
Salvador dell'UDC, che presiedeva in quel momento, non è stato
però della stessa opinione e, trincerandosi dietro l'affermazione
che l'Aula è suprema, ha posto in votazione la proposta di
Antonaz che è passata con i soli voti contrari di Italia dei
valori.
Il regolamento non si può derogare a maggioranza, hanno accusato
a questo punto Corazza e Agnola. L'esito della giornata era,
quindi, già deciso - sostengono i due -. Lavori a rilento e
sospensioni hanno prodotto il loro effetto: la proposta di legge
di Idv, che bloccherebbe le elezioni provinciali 2013
analogamente a quanto sta già avvenendo nel resto d'Italia a
seguito della legge di stabilità votata a dicembre scorso dal
Parlamento, non viene discussa e l'Aula chiude i lavori alle 14.
Nei 5 anni della prossima legislatura sarà pregiudicata ogni
possibilità, per il Consiglio regionale, di portare a compimento
una riforma organica in materia - commenta Corazza -. E questo
triste finale, dopo aver annunciato a settembre 2011 i referendum
consultivi, dopo aver istituito una Commissione speciale sulle
Province che ha lavorato ad agosto e settembre 2012, dopo che sul
tema non solo Italia dei valori ma anche Antonio Pedicini del Pdl
aveva depositato una sua legge accanto ad altre già depositate in
precedenza da altri gruppi, e dopo che per anni si è detto alla
comunità regionale che si sarebbe affrontato seriamente e
trasversalmente questo argomento.
È una presa in giro per tutta la comunità regionale - ribadisce
Enio Agnola -. È giusto ricordare che in pieno agosto erano state
convocate e ascoltate centinaia di persone, in rappresentanza di
istituzioni, sindacati e associazioni, per costruire un
provvedimento che superasse il sistema delle Province. Ieri, 31
gennaio 2013, è stata festeggiata la Regione autonoma, oggi, 1
febbraio 2013, è stata seppellita la Regione autonoma. E tutto
per assecondare un patto elettorale Pdl-Lega, costruito sulle
spalle dei cittadini.
A 50 anni dalla nascita del nostro Statuto speciale - conclude
Agnola -, l'attuale classe politica regionale ha dimostrato
ancora una volta di non possedere la maturità e la volontà per
usare l'autonomia del Friuli Venezia Giulia. Un'autonomia che
viene, invece, sfruttata solo come scudo difensivo verso le
riforme imposte da Roma.