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Idv: Agnola e Corazza, morta in Aula l'autonomia regionale

01.02.2013
16:43
(ACON) Trieste, 01 feb - COM/RC - Uno squallido ostruzionismo affossa la riforma delle Province avanzata dal gruppo consiliare di Italia dei valori: perso l'ultimo treno e presa in giro tutta la Regione. Enio Agnola commenta così l'esito odierno dei lavori d'Aula, dove all'ordine del giorno era stata inserita anche la proposta di legge del suo gruppo in materia di trasferimento delle funzioni esercitate dalle Province, poi non discussa.

Italia dei valori - scrive Agnola - per l'ennesima volta è rimasta sola contro tutti. Già durante la riunione dei capigruppo, la settimana scorsa, la maggioranza aveva inserito la discussione all'ultimo punto dell'ordine del giorno. Oggi - denuncia il collega, Alessandro Corazza - i lavori sono stati appositamente dilatati per affossare l'esame della nostra legge, scomoda a tutti gli altri partiti perché mette tutti con le spalle al muro rispetto le loro vere intenzioni di avviare la riforma delle Province.

I lavori sono iniziati con 40 minuti di ritardo - tuona il capogruppo di Idv - e poi le risposte sulle interrogazioni, presentate da appena due consiglieri, si sono allungate oltremodo, nonostante il richiamo del consigliere Agnola che ha chiesto al presidente di far rispettare i tempi previsti dal regolamento e di non allungare strumentalmente la discussione.

Infine - spiega ancora Corazza -, verso le 11.30 abbiamo chiesto l'inversione dell'ordine del giorno per partire subito con l'esame della nostra proposta di legge. Niente da fare: 23 voti contro, 16 a favore. Era una richiesta che avrebbe soddisfatto anche il comitato "Se non ora quando", presente tra il pubblico in Aula, in quanto Annamaria Menosso del Partito democratico aveva agganciato alla proposta di legge di Idv anche un emendamento finalizzato all'introduzione della preferenza di genere.

Peccato solo che, su richiesta di Roberto Antonaz di Rifondazione comunista, la seduta sia stata sospesa per permettere l'audizione di un gruppo di lavoratori precari e dello stesso comitato "Se non ora quando" - sottolinea Corazza, che non riesce a trattenere tutta la sua indignazione -. Ritengo senz'altro meritorie le audizioni, ma andavano fatte a fine seduta, alle 14.00, in modo da non compromettere lo svolgimento dei lavori d'Aula, atteso che questa era l'ultima seduta utile per approvare la legge di riforma delle Province.

Il regolamento - rincara ancora Corazza - non permette, infatti, lo svolgimento di audizioni durante i lavori d'Aula. Maurizio Salvador dell'UDC, che presiedeva in quel momento, non è stato però della stessa opinione e, trincerandosi dietro l'affermazione che l'Aula è suprema, ha posto in votazione la proposta di Antonaz che è passata con i soli voti contrari di Italia dei valori.

Il regolamento non si può derogare a maggioranza, hanno accusato a questo punto Corazza e Agnola. L'esito della giornata era, quindi, già deciso - sostengono i due -. Lavori a rilento e sospensioni hanno prodotto il loro effetto: la proposta di legge di Idv, che bloccherebbe le elezioni provinciali 2013 analogamente a quanto sta già avvenendo nel resto d'Italia a seguito della legge di stabilità votata a dicembre scorso dal Parlamento, non viene discussa e l'Aula chiude i lavori alle 14.

Nei 5 anni della prossima legislatura sarà pregiudicata ogni possibilità, per il Consiglio regionale, di portare a compimento una riforma organica in materia - commenta Corazza -. E questo triste finale, dopo aver annunciato a settembre 2011 i referendum consultivi, dopo aver istituito una Commissione speciale sulle Province che ha lavorato ad agosto e settembre 2012, dopo che sul tema non solo Italia dei valori ma anche Antonio Pedicini del Pdl aveva depositato una sua legge accanto ad altre già depositate in precedenza da altri gruppi, e dopo che per anni si è detto alla comunità regionale che si sarebbe affrontato seriamente e trasversalmente questo argomento.

È una presa in giro per tutta la comunità regionale - ribadisce Enio Agnola -. È giusto ricordare che in pieno agosto erano state convocate e ascoltate centinaia di persone, in rappresentanza di istituzioni, sindacati e associazioni, per costruire un provvedimento che superasse il sistema delle Province. Ieri, 31 gennaio 2013, è stata festeggiata la Regione autonoma, oggi, 1 febbraio 2013, è stata seppellita la Regione autonoma. E tutto per assecondare un patto elettorale Pdl-Lega, costruito sulle spalle dei cittadini.

A 50 anni dalla nascita del nostro Statuto speciale - conclude Agnola -, l'attuale classe politica regionale ha dimostrato ancora una volta di non possedere la maturità e la volontà per usare l'autonomia del Friuli Venezia Giulia. Un'autonomia che viene, invece, sfruttata solo come scudo difensivo verso le riforme imposte da Roma.