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PD: Pupulin, contro la crisi serve una nuova politica di sviluppo

14.02.2013
15:18
(ACON) Trieste, 14 feb - COM/AB - Silenzio assordante da parte della Giunta Tondo rispetto ai dati esplosivi sullo stato dell'economia regionale fotografati dal rapporto Cerved Group, società di rilevazione sulle dinamiche delle imprese nazionali.

Una vera e propria bomba - sottolinea il consigliere regionale del PD Paolo Pupulin - che ha visto in regione fallite, a seguito di una crisi prolungata, dal 2009 ben 1.049 aziende. La parte del leone numericamente l'ha fatta la provincia di Udine, che negli ultimi 4 anni ha perso 454 aziende di capitale, seguita da Pordenone con 345, Gorizia 125 e Trieste 25.

Ma il triste primato su base nazionale in termini percentuali vede in prima fila, tra le province per maggiore intensità di default, Pordenone con il 5,9%, seguita da Teramo (5,3%) e Ancona (4,9%). Anche tra le regioni che soffrono maggiormente, il Friuli Venezia Giulia risulta in testa con un tasso di fallimenti pari al 4,4% davanti alle Marche (4,1%) e al Piemonte (3,6%).

I settori più colpiti sono la meccanica, l'edilizia ed il comparto del mobile.

Vengono smentite valutazioni e immagini distorte dell'economia regionale, quali ha continuamente tentato di rappresentare Tondo e la sua maggioranza. Si rivela una rappresentazione errata e pericolosa l'idea di un Friuli Venezia Giulia in cui i venti della crisi e le conseguenze sull'occupazione fossero meno forti delle regioni vicine, e persino dei territori più avanzati del Paese, perché ha fatto sì che venissero abbassate le azioni per contrastare una situazione che purtroppo invece è divenuta pesantissima.

Anche sul versante della crescita della disoccupazione si è inteso mettere la testa sotto la sabbia, quando l'ultima stima sugli scenari delle economie locali, realizzati da Unioncamere e Prometeia, ha valutato che la disoccupazione in Friuli Venezia Giulia dal 7,1% del 2012 si prevede arrivi all'8,1% nel 2013. Superiore, quindi, a quella delle regioni vicine del Nord Est: in Trentino Alto Adige si limiterà al 5,8% (nel 2012 5,4%), in Veneto al 7,0% (nel 2012 6,7%).

Ci vuole - a giudizio di Pupulin - una vera e propria scossa che individui un'efficace politica industriale e di sviluppo, serve un'azione di mobilitazione e di condivisione con tutte le forze economiche e sociali per ridefinire un progetto comune per il futuro della regione, servono misure immediate per un piano del lavoro che superi lo stallo delle opere pubbliche, a partire da quelle immediatamente cantierabili, con il superamento dei limiti del patto di stabilità per le Amministrazioni che vantano bilanci in regola.