PD: Pupulin, contro la crisi serve una nuova politica di sviluppo
(ACON) Trieste, 14 feb - COM/AB - Silenzio assordante da parte
della Giunta Tondo rispetto ai dati esplosivi sullo stato
dell'economia regionale fotografati dal rapporto Cerved Group,
società di rilevazione sulle dinamiche delle imprese nazionali.
Una vera e propria bomba - sottolinea il consigliere regionale
del PD Paolo Pupulin - che ha visto in regione fallite, a seguito
di una crisi prolungata, dal 2009 ben 1.049 aziende. La parte del
leone numericamente l'ha fatta la provincia di Udine, che negli
ultimi 4 anni ha perso 454 aziende di capitale, seguita da
Pordenone con 345, Gorizia 125 e Trieste 25.
Ma il triste primato su base nazionale in termini percentuali
vede in prima fila, tra le province per maggiore intensità di
default, Pordenone con il 5,9%, seguita da Teramo (5,3%) e Ancona
(4,9%). Anche tra le regioni che soffrono maggiormente, il Friuli
Venezia Giulia risulta in testa con un tasso di fallimenti pari
al 4,4% davanti alle Marche (4,1%) e al Piemonte (3,6%).
I settori più colpiti sono la meccanica, l'edilizia ed il
comparto del mobile.
Vengono smentite valutazioni e immagini distorte dell'economia
regionale, quali ha continuamente tentato di rappresentare Tondo
e la sua maggioranza. Si rivela una rappresentazione errata e
pericolosa l'idea di un Friuli Venezia Giulia in cui i venti
della crisi e le conseguenze sull'occupazione fossero meno forti
delle regioni vicine, e persino dei territori più avanzati del
Paese, perché ha fatto sì che venissero abbassate le azioni per
contrastare una situazione che purtroppo invece è divenuta
pesantissima.
Anche sul versante della crescita della disoccupazione si è
inteso mettere la testa sotto la sabbia, quando l'ultima stima
sugli scenari delle economie locali, realizzati da Unioncamere e
Prometeia, ha valutato che la disoccupazione in Friuli Venezia
Giulia dal 7,1% del 2012 si prevede arrivi all'8,1% nel 2013.
Superiore, quindi, a quella delle regioni vicine del Nord Est: in
Trentino Alto Adige si limiterà al 5,8% (nel 2012 5,4%), in
Veneto al 7,0% (nel 2012 6,7%).
Ci vuole - a giudizio di Pupulin - una vera e propria scossa che
individui un'efficace politica industriale e di sviluppo, serve
un'azione di mobilitazione e di condivisione con tutte le forze
economiche e sociali per ridefinire un progetto comune per il
futuro della regione, servono misure immediate per un piano del
lavoro che superi lo stallo delle opere pubbliche, a partire da
quelle immediatamente cantierabili, con il superamento dei limiti
del patto di stabilità per le Amministrazioni che vantano bilanci
in regola.