News


Scelta Civica: chiusura Ferriera solo con soluzioni per dipendenti

25.02.2013
17:49
(ACON) Trieste, 25 feb - COM/AB - Una ventina di anni fa tutta la città di Trieste, congiuntamente alle istituzioni pubbliche e alle organizzazioni sindacali, si stringeva attorno agli operai della Ferriera di Servola per scongiurarne la chiusura. Oggi la tendenza generale é di chiudere i battenti della fabbrica che ha fatto la storia dell'acciaio in Regione. Allora ci fu un atto di grandissima solidarietà, che conseguì risultati positivi con il riavvio della produzione e la riassunzione di tutto il personale. Da allora i tempi sono profondamente cambiati sia sotto il profilo della salvaguardia ambientale che delle condizioni economiche e del mercato dell'acciaio.

L'analisi è di Gianfranco Moretton, consigliere regionale di Scelta Civica, che aggiunge.

Oltretutto, la Ferriera triestina sembrerebbe essere la più debole di tutte le altre del gruppo Lucchini perché registra consistenti perdite di bilancio. Una situazione che si è manifestata solo in questi ultimi anni, ma che in precedenza aveva dato ottimi risultati operativi con conseguenti utili di bilancio. Un tempo in cui l'azienda prima di tutto e le istituzioni poi, avrebbero potuto riconvertire la Ferriera in altra attività non inquinante e con prospettive di continuità produttiva e garanzia di ricollocazione occupazionale dei lavoratori.

Purtroppo ciò non é stato fatto e oggi la situazione non solo é fortemente compromessa, ma presenta condizioni di drammaticità per il futuro degli operai della Ferriera e del suo indotto. Una cosa é certa: non é possibile pensare alla chiusura della Ferriera facendo pagare alla comunità triestina, per primi ai lavoratori e alle loro famiglia, un prezzo sociale così elevato, se prima di tutto non si trovano soluzioni alternative all'occupazione dei dipendenti. Non sono sufficienti gli ammortizzatori sociali se a priori non viene elaborato un preciso piano di riconversione della Ferriera con relativa ricollocazione lavorativa di operai e impiegati.

Non fare ciò porterebbe inequivocabilmente a una pericolosa ma giustificata reazione del mondo lavorativo e dei sindacati, che produrrebbe effetti devastanti per la città. La Regione e tutte le altre istituzioni cittadine devono fare fronte comune perché sia evitato il dramma che si sta profilando in una città come Trieste, che sta già pagando un prezzo elevatissimo sul piano della chiusura di tante aziende e di consistenti perdite occupazionali. AB