PD: Pupulin, situazione di crisi più pesante di quel che si dice
(ACON) Trieste, 3 mar - COM/AB - Alle tante sollecitazioni del
Gruppo del PD, anche in occasione dell'ultima finanziaria 2013,
da parte del centro destra e della Giunta Tondo si ammetteva che
obiettivamente la situazione era pesante, ma si continuava ad
affermare ancora che era comunque migliore di quella dei nostri
vicini.
Purtroppo le cose non stanno in questo modo.
Ad affermarlo è il consigliere regionale del PD Paolo Pupulin,
che ricorda come la scorsa settimana aveva dato un'informazione
eclatante sul tasso dei rischi fallimentari che vede, secondo
l'indagine di una società di certificazione finanziaria, il
Friuli Venezia Giulia come regione con il più alto livello
percentuale di fallimenti di società di capitali (pari al 4,4%)
seguito da Marche (4,1%) e Piemonte (3,6%), con settori più
colpiti la meccanica, l'edilizia e il comparto del mobile). In
una graduatoria provinciale su scala nazionale, Pordenone
svettava tra le province con una maggiore intensità di default:
il 5,9%, seguita da Teramo (5,3%) e Ancona (4,9%).
Il rapporto chiarisce che, a seguito di una crisi prolungata, dal
2009 a oggi ben 1.049 aziende in regione sono fallite. Quasi la
metà (454) erano residenti nella provincia di Udine, a seguire
Pordenone (345), Gorizia (125) e Trieste (25).
Confermano adesso tale stato reale di crisi economica regionale
gli ultimi dati ISTAT sul mercato del lavoro, pubblicati venerdì
scorso, 1 marzo, che non si sa perché non hanno ricevuto la
dovuta attenzione né dell'Amministrazione Tondo, nè
dell'assessore al lavoro, sempre pronta a magnificare le proprie
straordinarie azioni di politica per l'occupazione.
Lo scenario si presenta molto pesante. Su base annuale, in Friuli
Venezia Giulia le persone in cerca di occupazione nella media del
2012 sono risultate 37.000, erano state 28.000 nel 2011. Una
crescita di circa il 30%. Il tasso di occupazione è scivolato al
63,6% dal 64,2% dell'anno precedente. Quello della
disoccupazione, sempre su base media annuale, è salito
notevolmente dal 5,2% del 2011 al 6,8 dell'anno appena chiuso.
Deve far riflettere soprattutto il trend dei vari trimestri del
2012. Si è passati dal 7% nel primo (nel corrispondente periodo
del 2011 era stato del 5,83%), al 6,45% del secondo (nel 2011 era
stato del 4,13%), al 6,14% del terzo trimestre (sempre nello
stesso periodo del 2011 era rimasto al 4,07%), fino allo
straordinario balzo finale del quarto trimestre 2012 che arriva a
una disoccupazione pari al 7,6% ( nel 2011 era rimasto al 6,8% ).
Un livello che ha come contraltare il fatto che le persone che
hanno cercato il lavoro senza trovarlo sono arrivate nel IV
trimestre dello scorso anno a ben 41.570, un numero così elevato
che per trovare una condizione corrispondente occorre ritornare
indietro fino al 1995, quando vi erano stati 41.710 lavoratori
senza occupazione a seguito delle grandi ristrutturazioni
industriali.
Credo che ce ne sia abbastanza - evidenzia Pupulin - per
confermare un giudizio di inadeguatezza delle politiche del
lavoro promosse dalla Giunta Tondo, improntate prevalentemente
sul terreno assistenziale piuttosto che su quello delle politiche
attive e della promozione al lavoro.
Ma è stata soprattutto la mancanza di un'autonoma idea e progetto
di sviluppo e di politica industriale, quella che più ha pesato
in negativo nell'azione di governo del centro destra regionale.
Da lì deriva la caduta economica e produttiva, che risulta
purtroppo più forte di altri territori anche limitrofi, che
sembrano resistere un po' meglio di noi.
E' necessario quindi ricostruire da subito, attraverso un nuovo e
serio rapporto di condivisione con le parti economiche e sociali,
un progetto di sviluppo su basi nuove e diverse, che punti
soprattutto sui settori chiave della nostra economia, sulle
eccellenze che pure non mancano, su nuovi modelli di
contrattazione tra le parti sociali, sul sostegno ad attività e
settori emergenti e innovativi, sugli investimenti pubblici
liberati dal cappio di un patto di stabilità che penalizza le
amministrazioni più virtuose.
Un'impresa tremendamente impegnativa - conclude Pupulin - ma
senza alternative se ci si propone una nuova stagione di crescita
economica e civile della nostra regione.
AB