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Convegno 50° specialità: pres. Associazione consiglieri, Arduini (3)

08.03.2013
11:12
(ACON) Udine, 8 mar - COM/RC - È un ritorno al passato, quello descritto dal presidente dell'Associazione dei consiglieri regionali, Pietro Arduini, nel parlare di "Evoluzione socio-economica del Friuli Venezia Giulia nel cinquantenario della specialità" al convegno organizzato a Udine per i 50 anni dalla nascita dello Statuto della nostra Regione.

Quando mi sono messo a scrivere questo intervento - ha infatti esordito l'ex assessore alle Finanze - la mente mi ha riportato ai tempi della mia gioventù, di come erano allora le condizioni socio-economiche della nostra regione. Terra di emigrazione, sia interna (per realtà come Veneto, Lombardia, Piemonte) sia esterna (verso Germania, Inghilterra, ma anche America Latina, Canada e Australia).

Arduini ha quindi ricordato le ragazze che partivano in gran numero a fare le domestiche, mentre i giovani che rimanevano ambivano a un posto fisso nelle amministrazioni pubbliche o anche nelle Forze dell'Ordine. Per gli studenti, un grande aiuto economico era poter lavorare durante la stagione estiva nelle vicine località balneari, all'epoca in grande crescita. Basti considerare cha Lignano ha avuto, nel 1973, il massimo delle presenze: oltre 6 milioni.

Erano anni in cui il Friuli Venezia Giulia era una regione tra le più povere d'Italia e veniva considerata alla stregua delle regioni più povere del Sud - ha aggiunto Arduini, menzionando poi la difficile situazione del dopoguerra, oltretutto con Trieste riunificata all'Italia in modo definitivo solo nel 1954 e con la presenza di moltissime servitù militari che limitavano lo sviluppo. Ma anche la presenza, sempre attuale, di tre minoranze linguistico-culturali, per non parlare di una posizione geografica che l'ha resa terra di confine durante la guerra fredda e che anche in questo caso ha reso più difficile ogni sviluppo. Ciò nonostante, ha saputo mantenere buone le relazioni con i Paesi confinanti, tornate utili e rafforzate negli anni a venire ad esempio con strumenti finanziari come Finest e Informest per la cooperazione internazionale tra le aziende. Tutte particolarità che devono farci guardare con rispetto e riconoscenza dal resto d'Italia - ha rimarcato Arduini.

L'ex assessore ha, quindi, sottolineato che lo Statuto di specialità non è stato un regalo e che ci sono tutte le ragioni, storiche ed economiche, perché ci sia lasciato. Il suo discorso ha poi toccato temi quali la moneta unica, la globalizzazione, la non facile competizione industriale con imprese che hanno costi di salari e sociali nemmeno lontanamente paragonabili con i nostri. Ma - è stata la sua riflessione - ci siamo dentro e dobbiamo restare, e attrezzarci per vincere anche questa sfida che si presenta molto difficile.

Guardando ai fattori endogeni che causano una compressione dello sviluppo regionale, Arduini si è soffermato soprattutto sul debito pubblico nazionale, accumulato a partire dalla fine degli anni '70 e aumentato ultimamente causa la crisi economica che, nel 2008, è partita dagli Stati Uniti e in Italia è arrivata nel 2009. Un debito - ha sostenuto - a cui la nostra Regione non ha quasi per nulla contribuito, avendo ricevuto un grosso sostegno economico solo per la ricostruzione del post terremoto del '76. Per il resto, le risorse assegnateci con partecipazione alla fiscalità o con altri trasferimenti non hanno quasi mai superato il gettito qui prodotto e incassato dallo Stato. Le nostre amministrazioni locali non sono mai state commissariate per problemi di bilancio (siano esse Comuni o Province); siamo stati i primi a fare la riforma del trasporto pubblico locale. La nostra Regione ha un debito sopportabile rispetto al Pil prodotto, si paga da sola la sanità, può dirsi virtuosa e ha usato bene la propria specialità.

Però non basta essere bravi a casa nostra, non basta rivendicare la nostra specialità - ha concluso Arduini. Bisogna avere il coraggio di imporre il nostro esempio, le nostre virtù amministrative e imprenditoriali alle altre realtà che compongono il Paese, per ottenere una meritata e necessaria considerazione.

(segue)