Convegno 50° specialità: pres. Associazione consiglieri, Arduini (3)
(ACON) Udine, 8 mar - COM/RC - È un ritorno al passato, quello
descritto dal presidente dell'Associazione dei consiglieri
regionali, Pietro Arduini, nel parlare di "Evoluzione
socio-economica del Friuli Venezia Giulia nel cinquantenario
della specialità" al convegno organizzato a Udine per i 50 anni
dalla nascita dello Statuto della nostra Regione.
Quando mi sono messo a scrivere questo intervento - ha infatti
esordito l'ex assessore alle Finanze - la mente mi ha riportato
ai tempi della mia gioventù, di come erano allora le condizioni
socio-economiche della nostra regione. Terra di emigrazione, sia
interna (per realtà come Veneto, Lombardia, Piemonte) sia esterna
(verso Germania, Inghilterra, ma anche America Latina, Canada e
Australia).
Arduini ha quindi ricordato le ragazze che partivano in gran
numero a fare le domestiche, mentre i giovani che rimanevano
ambivano a un posto fisso nelle amministrazioni pubbliche o anche
nelle Forze dell'Ordine. Per gli studenti, un grande aiuto
economico era poter lavorare durante la stagione estiva nelle
vicine località balneari, all'epoca in grande crescita. Basti
considerare cha Lignano ha avuto, nel 1973, il massimo delle
presenze: oltre 6 milioni.
Erano anni in cui il Friuli Venezia Giulia era una regione tra le
più povere d'Italia e veniva considerata alla stregua delle
regioni più povere del Sud - ha aggiunto Arduini, menzionando poi
la difficile situazione del dopoguerra, oltretutto con Trieste
riunificata all'Italia in modo definitivo solo nel 1954 e con la
presenza di moltissime servitù militari che limitavano lo
sviluppo. Ma anche la presenza, sempre attuale, di tre minoranze
linguistico-culturali, per non parlare di una posizione
geografica che l'ha resa terra di confine durante la guerra
fredda e che anche in questo caso ha reso più difficile ogni
sviluppo. Ciò nonostante, ha saputo mantenere buone le relazioni
con i Paesi confinanti, tornate utili e rafforzate negli anni a
venire ad esempio con strumenti finanziari come Finest e
Informest per la cooperazione internazionale tra le aziende.
Tutte particolarità che devono farci guardare con rispetto e
riconoscenza dal resto d'Italia - ha rimarcato Arduini.
L'ex assessore ha, quindi, sottolineato che lo Statuto di
specialità non è stato un regalo e che ci sono tutte le ragioni,
storiche ed economiche, perché ci sia lasciato. Il suo discorso
ha poi toccato temi quali la moneta unica, la globalizzazione, la
non facile competizione industriale con imprese che hanno costi
di salari e sociali nemmeno lontanamente paragonabili con i
nostri. Ma - è stata la sua riflessione - ci siamo dentro e
dobbiamo restare, e attrezzarci per vincere anche questa sfida
che si presenta molto difficile.
Guardando ai fattori endogeni che causano una compressione dello
sviluppo regionale, Arduini si è soffermato soprattutto sul
debito pubblico nazionale, accumulato a partire dalla fine degli
anni '70 e aumentato ultimamente causa la crisi economica che,
nel 2008, è partita dagli Stati Uniti e in Italia è arrivata nel
2009. Un debito - ha sostenuto - a cui la nostra Regione non ha
quasi per nulla contribuito, avendo ricevuto un grosso sostegno
economico solo per la ricostruzione del post terremoto del '76.
Per il resto, le risorse assegnateci con partecipazione alla
fiscalità o con altri trasferimenti non hanno quasi mai superato
il gettito qui prodotto e incassato dallo Stato. Le nostre
amministrazioni locali non sono mai state commissariate per
problemi di bilancio (siano esse Comuni o Province); siamo stati
i primi a fare la riforma del trasporto pubblico locale. La
nostra Regione ha un debito sopportabile rispetto al Pil
prodotto, si paga da sola la sanità, può dirsi virtuosa e ha
usato bene la propria specialità.
Però non basta essere bravi a casa nostra, non basta rivendicare
la nostra specialità - ha concluso Arduini. Bisogna avere il
coraggio di imporre il nostro esempio, le nostre virtù
amministrative e imprenditoriali alle altre realtà che compongono
il Paese, per ottenere una meritata e necessaria considerazione.
(segue)