Convegno 50° Specialità: conclusioni pres. Regione Tondo (5)
(ACON) Udine, 8 mar - MPB - Un intervento conclusivo, quello
del presidente della Regione Renzo Tondo, rivolto in particolare
agli studenti presenti al convegno: con la collaborazione
dell'Ufficio scolastico regionale ha, infatti, partecipato ai
lavori anche una nutrita presenza di studenti del triennio di
quattro scuole superiori udinesi, gli istituti di istruzione
superiore "Arturo Malignani" e "Bonaldo Stringher", il liceo
classico europeo "Uccellis" e l'istituto tecnico commerciale
"Antonio Zanon".
Cinquant'anni fa la Regione non c'era: c'era il Friuli e c'era
Trieste, bisognava mettersi assieme, creare i meccanismi per
costruire lo sviluppo di un'area tra le più marginali del Paese,
inventare strumenti che altre regioni non hanno: Autovie Venete,
perchè nessuna regione è proprietaria di una rete autostradale;
Friulia e Mediocredito per intervenire a sostegno delle imprese
anche laddove altre banche non intervengo; Promotur che,
spendendo denaro pubblico, contribuisce allo sviluppo del tessuto
produttivo; un Piano urbanistico per le scelte di gestione del
territorio. E poi, affrontare le emergenze: la ricostruzione dal
sisma innanzitutto.
Queste le luci, nella sintesi di Tondo. Ma non mancano le ombre:
l'eccesso di spesa pubblica, la questione delle sedi, delle
Province, dei troppi Comuni di piccole dimensioni. E il lavoro,
nodo centrale - ha detto il presidente della Regione - del nostro
impegno politico, anche in prospettiva.
Oggi dobbiamo immaginare la specialità e la nuova autonomia, come
valore vero, un supporto rivolto a creare lavoro ed economia.
E se l'interlocuzione con lo Stato e la burocrazia rimangono nodi
difficili, tre sono sostanzialmente le direzioni sulle quali
muoverci, per costruire una autonomia rivolta al futuro: la prima
riguarda la proiezione internazionale, con l'auspicata
realizzazione della fiscalità di vantaggio per far fronte alla
concorrenza dei Paesi vicini; poi, un processo di
sbrurocratizzazione da trattare anche con lo Stato; infine, un
sostegno alle imprese che esportano e che, in ultima analisi,
sono quelle che funzionano e fanno reddito; e su questo versante
i GECT, ovvero i Gruppi europei di collaborazione territoriale,
sono una strada innovativa.
Insieme - ha concluso Tondo - questi costituiscono i presupposti
per una nuova visione e non solo per resistere alle difficoltà
del cambiamento.
(fine)