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Convegno 50° Specialità: conclusioni pres. Regione Tondo (5)

08.03.2013
13:33
(ACON) Udine, 8 mar - MPB - Un intervento conclusivo, quello del presidente della Regione Renzo Tondo, rivolto in particolare agli studenti presenti al convegno: con la collaborazione dell'Ufficio scolastico regionale ha, infatti, partecipato ai lavori anche una nutrita presenza di studenti del triennio di quattro scuole superiori udinesi, gli istituti di istruzione superiore "Arturo Malignani" e "Bonaldo Stringher", il liceo classico europeo "Uccellis" e l'istituto tecnico commerciale "Antonio Zanon".

Cinquant'anni fa la Regione non c'era: c'era il Friuli e c'era Trieste, bisognava mettersi assieme, creare i meccanismi per costruire lo sviluppo di un'area tra le più marginali del Paese, inventare strumenti che altre regioni non hanno: Autovie Venete, perchè nessuna regione è proprietaria di una rete autostradale; Friulia e Mediocredito per intervenire a sostegno delle imprese anche laddove altre banche non intervengo; Promotur che, spendendo denaro pubblico, contribuisce allo sviluppo del tessuto produttivo; un Piano urbanistico per le scelte di gestione del territorio. E poi, affrontare le emergenze: la ricostruzione dal sisma innanzitutto.

Queste le luci, nella sintesi di Tondo. Ma non mancano le ombre: l'eccesso di spesa pubblica, la questione delle sedi, delle Province, dei troppi Comuni di piccole dimensioni. E il lavoro, nodo centrale - ha detto il presidente della Regione - del nostro impegno politico, anche in prospettiva.

Oggi dobbiamo immaginare la specialità e la nuova autonomia, come valore vero, un supporto rivolto a creare lavoro ed economia.

E se l'interlocuzione con lo Stato e la burocrazia rimangono nodi difficili, tre sono sostanzialmente le direzioni sulle quali muoverci, per costruire una autonomia rivolta al futuro: la prima riguarda la proiezione internazionale, con l'auspicata realizzazione della fiscalità di vantaggio per far fronte alla concorrenza dei Paesi vicini; poi, un processo di sbrurocratizzazione da trattare anche con lo Stato; infine, un sostegno alle imprese che esportano e che, in ultima analisi, sono quelle che funzionano e fanno reddito; e su questo versante i GECT, ovvero i Gruppi europei di collaborazione territoriale, sono una strada innovativa.

Insieme - ha concluso Tondo - questi costituiscono i presupposti per una nuova visione e non solo per resistere alle difficoltà del cambiamento.

(fine)