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Pdl: Novelli su sospensione visite domiciliari di controllo INPS

17.05.2013
12:40
(ACON) Trieste, 17 mag - COM/AB - "La Giunta intervenga urgentemente con il Governo nazionale in merito alla sospensione del servizio delle visite mediche domiciliari di controllo da parte dell'INPS, per contemperare le esigenze di risparmio, le funzioni dell'ente e la tutela della funzione fiscale del medico incaricato, senza dimenticare i problemi occupazionali dei medici stessi".

A chiederlo è il consigliere regionale del Pdl Roberto Novelli in un'interpellanza.

"Con una circolare del 30 aprile scorso - rileva Novelli - l'INPS ha deciso la sospensione delle visite mediche di controllo domiciliari ai lavoratori in malattia disposte d'ufficio, lasciando operative solo quelle richieste dai datori di lavoro. Sospensione giustificata dall'Ente come necessaria per ottenere un contenimento della spesa, così come richiesto da recenti interventi normativi".

"Più che un contenimento, però, nel breve periodo tale decisione non potrà che determinare un consistente aumento dell'attuale spesa per l'indennità di malattia. L'Istituto spende, infatti, ogni anno 50 milioni di euro per le visite fiscali d'ufficio, ma l'assenza dei controlli su categorie a rischio e l'impossibilità di prevenire abusi e assenteismi ingiustificati potrebbe portare a seri problemi: sarebbe sufficiente l'aumento dello 0,1% di assenti per malattia per portare la spesa relativa a 100 milioni di euro".

"Con questo provvedimento quindi - prosegue l'esponente del Pdl - l'INPS rinuncia a svolgere il proprio ruolo sociale procurando un sicuro danno allo Stato e, al tempo stesso, preannuncia la fine della collaborazione professionale di circa mille medici, di cui circa quaranta in Friuli Venezia Giulia, con un'età media intorno ai cinquant'anni e che svolge questa attività in modo prevalente, avendo firmato un rapporto di quasi esclusività con l'Ente".

"Tali professionisti, che assicurano il servizio su tutto il territorio nazionale da oltre vent'anni e con elevata professionalità, proprio a causa di questo rapporto libero professionale di collaborazione fiduciaria intrattenuto con l'INPS, avrebbero enormi difficoltà di reinserimento nel mondo del lavoro, senza neanche beneficiare, tra l'altro, degli ammortizzatori sociali previsti per la altre categorie di lavoratori. Oltretutto, i medici fiscali attualmente iscritti nelle varie liste provinciali, poiché rimane invariata la possibilità di disporre le visite di accertamento richieste dai datori di lavoro (che potrebbero, in caso contrario, denunciare l'Ente per interruzione di pubblico servizio), restano vincolati da un contratto atipico alla disponibilità 7 giorni su 7 sulle fasce orarie di reperibilità, senza alcuna garanzia di poter lavorare".

"Vista la grave situazione sia per la garanzia del servizio che per la tutela dei lavoratori - conclude Novelli - è necessario che la Giunta regionale intervenga quanto prima con il Governo nazionale e con l'INPS, confrontandosi anche con le organizzazioni di categoria e valutando soluzioni alternative a quelle individuate dall'Istituto di previdenza".