Pdl: Novelli su sospensione visite domiciliari di controllo INPS
(ACON) Trieste, 17 mag - COM/AB - "La Giunta intervenga
urgentemente con il Governo nazionale in merito alla sospensione
del servizio delle visite mediche domiciliari di controllo da
parte dell'INPS, per contemperare le esigenze di risparmio, le
funzioni dell'ente e la tutela della funzione fiscale del medico
incaricato, senza dimenticare i problemi occupazionali dei medici
stessi".
A chiederlo è il consigliere regionale del Pdl Roberto Novelli in
un'interpellanza.
"Con una circolare del 30 aprile scorso - rileva Novelli - l'INPS
ha deciso la sospensione delle visite mediche di controllo
domiciliari ai lavoratori in malattia disposte d'ufficio,
lasciando operative solo quelle richieste dai datori di lavoro.
Sospensione giustificata dall'Ente come necessaria per ottenere
un contenimento della spesa, così come richiesto da recenti
interventi normativi".
"Più che un contenimento, però, nel breve periodo tale decisione
non potrà che determinare un consistente aumento dell'attuale
spesa per l'indennità di malattia. L'Istituto spende, infatti,
ogni anno 50 milioni di euro per le visite fiscali d'ufficio, ma
l'assenza dei controlli su categorie a rischio e l'impossibilità
di prevenire abusi e assenteismi ingiustificati potrebbe portare
a seri problemi: sarebbe sufficiente l'aumento dello 0,1% di
assenti per malattia per portare la spesa relativa a 100 milioni
di euro".
"Con questo provvedimento quindi - prosegue l'esponente del Pdl -
l'INPS rinuncia a svolgere il proprio ruolo sociale procurando un
sicuro danno allo Stato e, al tempo stesso, preannuncia la fine
della collaborazione professionale di circa mille medici, di cui
circa quaranta in Friuli Venezia Giulia, con un'età media intorno
ai cinquant'anni e che svolge questa attività in modo prevalente,
avendo firmato un rapporto di quasi esclusività con l'Ente".
"Tali professionisti, che assicurano il servizio su tutto il
territorio nazionale da oltre vent'anni e con elevata
professionalità, proprio a causa di questo rapporto libero
professionale di collaborazione fiduciaria intrattenuto con
l'INPS, avrebbero enormi difficoltà di reinserimento nel mondo
del lavoro, senza neanche beneficiare, tra l'altro, degli
ammortizzatori sociali previsti per la altre categorie di
lavoratori. Oltretutto, i medici fiscali attualmente iscritti
nelle varie liste provinciali, poiché rimane invariata la
possibilità di disporre le visite di accertamento richieste dai
datori di lavoro (che potrebbero, in caso contrario, denunciare
l'Ente per interruzione di pubblico servizio), restano vincolati
da un contratto atipico alla disponibilità 7 giorni su 7 sulle
fasce orarie di reperibilità, senza alcuna garanzia di poter
lavorare".
"Vista la grave situazione sia per la garanzia del servizio che
per la tutela dei lavoratori - conclude Novelli - è necessario
che la Giunta regionale intervenga quanto prima con il Governo
nazionale e con l'INPS, confrontandosi anche con le
organizzazioni di categoria e valutando soluzioni alternative a
quelle individuate dall'Istituto di previdenza".