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CR: replica Serracchiani a dibattito linee programmatiche (13)

28.05.2013
18:32
(ACON) Trieste, 28 mag - RC - Non ha fatto attendere le sue contro-deduzioni, la presidente della Regione, Debora Serracchiani, sollecitata per tutto il giorno dagli interventi in Aula dei consiglieri.

Presupposto fondamentale - ha così detto - è che non è una questione ideologica, di preconcetto, ma è un'esigenza di tutti e non basta una persona o un solo gruppo di persone, ma serve uno sforzo collettivo per creare le risposte a una crisi così drammatica. E sono così convinta di queste risposte collettive e che dopo l'esito delle elezioni di debba prendere tutto ciò che c'è di buono, che nelle mie linee programmatiche ci sono parti sia delle dichiarazioni di Renzo Tondo sia di Saverio Galluccio.

Bisogna avere il coraggio di fare ciò che in passato si è fatto meno. Penso alle riforme. Quella istituzionale è straordinariamente importante. Si superano le Province ma c'è di più: un riordino generale della macchina regionale. Non si deve guardare solo alle linee strategiche programmatiche (Solo 68? Credevo fossero di più, comunque bastano per lavorare bene insieme). È giusto chiedersi perché nel 2012 non si è avuto il coraggio di fare scelte elettorali più forti.

E scelte - ha proseguita la presidente - le sta facendo anche la Commissione trasporti nazionale. Le Autorità portuali da 28 scenderanno a 11: allora il porto di Trieste ridiventi importante per l'Alto Adriatico; se si danno 100 milioni alla piattaforma off shore di Venezia, sia giusto dare la stessa somma al porto di Trieste.

Penso a un modello di sviluppo nuovo, che riordini anche le risorse che mettiamo nelle opere infrastrutturali, gestendole in modo oculato secondo le esigenze del territorio. La Regione che pianifica e fa bene le leggi, parte da queste strategie.

Sul superamento delle Province, la Serracchiani ha spiegato che non si intende punire qualcuno, né che sarà fatto solo per i costi della politica, ma per la semplificazione e per poter affidare le competenze a Regione e Comuni quanto a progettazione e gestione. Come impostare le aggregazioni - ha aggiunto -, studiamolo insieme. Per la provincia di Udine, non concordo la scelta dell'ex presidente Tondo perchè potevamo essere noi laboratorio d'Italia e imporre la nostra autonomia, avviando quella riforma istituzionale che in campagna elettorale abbiamo detto di voler fare. E che anche di questo se ne discuta in Aula. Il tema della chiusura delle Province non deve assumere alcun colore politico.

Sul Reddito di cittadinanza sia fatta una valutazione seria: 50.000 famiglie sono nella disoccupazione cronica, da cui non riescono a uscire. Sì dunque agli ammortizzatori sociali, ma pensando che si perde il sostegno se si rifiuta un posto di lavoro. Perché dobbiamo scegliere le priorità e gli obiettivi in quanto non si può garantire tutto: va affrontata l'emergenza, ma al contempo guardare alla fine dell'emergenza e andare verso la crescita. Ci vorrà il coraggio di investire, di spendere. Non basta l'austerità, ma mettere insieme politiche che tengano d'occhio i conti e al contempo investano. Non ci interessa chi farà le proposte, se tutti le potremo condividere. Certo che, per il rispetto dei ruoli, le scelte che non riterremo opportune non le assumeremo.

Sugli assessori esterni - ha proseguito la presidente - potrei limitarmi a ricordare la scelta iniziale, simile, di Tondo, ma c'è dietro un'altra cosa: una scelta politica con cui stabilire chi fa il Governo e chi ha, invece, il compito di fare le leggi. Ci vuole una distinzione. Non da ultimo, è una questione di competenze.

La fiscalità non é solo di vantaggio, ma anche la leva di autonomia su cui premere di più. Il vantaggio è anche quello che ci creiamo noi utilizzando la nostra autonomia.

Credo prima di tutto nel rispetto delle istituzioni, perciò mi spiace che qualcuno abbia denigrato gli incontri come spot quelli avuti dai rappresentanti della Regione con il Governo nazionale. Cercherò l'aiuto dei nostri parlamentari - nessuno escluso - e con loro avrò un incontro per parlare dei nostri interessi e come intervenire in Parlamento in tal senso.

Il contenimento della spesa è cosa seria, che perseguiremo con attenzione, ma non solo con scelte di chiusura perché l'abbattimento del costo fine a sé stesso non serve. Faccio l'esempio dell'Agenzia regionale della Salute: 2,431 milioni di euro di costi con assorbimento del personale tra i dipendenti regionali: è la dimostrazione che le spese rimangono e non vengono ridotte, al contrario quella Agenzia serve e potevano essere utilizzate meglio le sue competenze.

Non è stata follia ideologica quella che ha dettato la scelta di stop per la Palmanova-Manzano, ma ci sono molte categorie che quella strada non la ritengono più una soluzione, perciò è stata fatta una valutazione seria guardando alle risorse e alle soluzioni tecniche. Se, poi, la Cimpello-Sequals fosse tanto strategica, ritengo che la precedente amministrazione l'avrebbe fatta prima: comunque visto che è stata voluta, stiamo cercando di capirne la strategicità. La privatizzazione dell'aeroporto di Ronchi si scontra con i fondi europei per il Polo intermodale: stiamo studiando come non essere sanzionabili da Bruxelles. E comunque tutti affermano: più ferrovia e meno gomma, soprattutto per il settore merci. Sulla TAV (treno ad alta velocità) mi sono limitata a registrare gli interventi statali, oggi incentrati a Ovest e poco a Est. Se è vero che qui si può aumentare il servizio e togliere il collo di bottiglia, è quanto questa Regione intende pretendere e mi applicherò per batter cassa a Roma. E questo è un costo senza dubbio inferiore a quello della TAV. Dobbiamo pretendere che questa regione non resti ai margini, ma ripartano i collegamenti con tutta Europa oltre che con le altre regioni d'Italia.

Siamo chiamati a fare scelte determinanti - ha chiosato la presidente Serracchiani - legate all'entrata della Croazia nell'UE; può essere il luogo ove avere importanti relazioni internazionali. Non da ultimo stiamo ricostruendo il rapporto della Regione Friuli Venezia Giulia all'interno della Conferenza Stato/Regioni in ogni settore, perché siamo in un Paese che si chiama Italia e con capitale Roma perciò è lì che si deve andare a discutere e ottenere competenze per l'autonomia. Il lavoro è nelle mani di tutti.

(segue)