V Commissione: audizione assessore Panontin
(ACON) Udine, 26 giu - MPB - Audizione a Udine della V
Commissione, presieduta da Vincenzo Martines (PD), con
l'assessore alla funzione pubblica, autonomie locali e
coordinamento delle riforme Paolo Panontin, incentrata
soprattutto sulla riforma degli Enti locali.
Una riforma di sistema che - ha detto Martines - nel lavoro di
Commissione dovrà sciogliere la gran parte delle questioni
proprio perchè in Aula possa svolgersi un dibattito politico di
sostanza.
E se la questione è passare da un sistema a più livelli
istituzionali a uno duale incentrato su Regione e Comuni
organizzati in ambiti territoriali ottimali, superare le Province
sarà possibile solo attraverso o una riforma costituzionale o
attingendo alla nostra specialità modificando lo Statuto
regionale: due strade che comunque coinvolgono il Parlamento, ma
che nel secondo caso potrebbero far diventare il Friuli Venezia
Giulia un laboratorio nazionale, e l'assessore Panontin ha
ribadito anche in questa occasione di preferire la seconda
strada.
Obiettivo della riforma arrivare ad aggregazioni di Comuni in
grado di svolgere il maggior numero di funzioni di base,
rimettendo in capo alla Regione quanto, per un principio di
adeguatezza, non sia possibile assolvere. Essenziale, in questo
superamento delle Province, chiarire "chi fa cosa" e come
organizzare le aggregazioni dei comuni considerando diversi
parametri, culturali, geografici, storici, economici, di
dimensione. Inoltre, come promuovere i processi di aggregazione,
con un sistema bilanciato di incentivi, ma anche di
penalizzazioni per chi mantenga posizioni di isolamento. Una leva
finanziaria che diventa fondamentale. E altro capitolo quello
dell'individuazione della forma di governo all'interno della
realtà associativa.
Il percorso ha già delle tappe segnate nell'agenda
dell'assessore, che dopo l'estate formulerà alla Giunta le linee
guida della riforma che, se saranno condivise, verranno
presentate alla Commissione e poi alle Autonomie locali, prima
della sintesi finale per l'approdo all'Aula. L'auspicio è che
l'iter possa concludersi entro il mese di giugno del 2015.
Molte le osservazioni dei consiglieri come primo contributo a
focalizzare punti critici e di forza.
Così Rodolfo Ziberna (Pdl) ha sottolineato la necessità di
chiedere, anche attraverso una serie di audizioni, il punto di
vista dei principali portatori di interesse su criticità e
aspettative.
Pietro Paviotti (Cittadini) ha posto l'attenzione non solo sulla
possibilità di ottenere servizi migliori a un costo minore, ma
anche sulle potenzialità di una programmazione sovraterritoriale.
Diego Moretti (PD) ha insistito sulla semplificazione del governo
del territorio, sulla revisione dei trasferimenti ordinari di
risorse e sulla previsione di strumenti di penalizzazione laddove
non ci sia attenzione a mettere insieme i servizi.
Giulio Lauri (SEL), condividendo la strada della modifica
statutaria, ha sottolineato l'importanza di seguire le possibili
interconnessioni con le materie di altri assessorati, della
definizione del perimetro dell'ambito ottimale. Non ha nascosto
neppure i problemi della rappresentanza e della particolare
complessità di alcune aree della regione.
Anche Igor Gabrovec (PD-Ssk), ricordando di aver sempre sostenuto
le ragioni del mantenimento delle Province per la tutela
dell'identità dei territori e delle comunità linguistiche e
nazionali, ha insistito sul problema della rappresentanza.
Per Enio Agnola (PD) l'individuazione di territori omogenei deve
far immaginare anche un originale modello di sviluppo: un
processo virtuoso che deve prevedere elementi di sostenibilità.
Per Elio De Anna (Pdl) la Regione deve risolvere il nodo politico
dell'area triestina. Quanto al proprio territorio, lo immagina
solo in un discorso di area vasta; inoltre ha invitato a
considerare la Provincia non come ente intermedio e a tener conto
dei rischi, togliendola, di far nascere altri enti.
Per Cristiano Shaurli (PD) non c'è riforma degli Enti locali che
non parta dalla riforma - anzi dall'autoriforma - della Regione,
delle sue competenze, delle sue funzioni e dei trasferimenti. Una
riforma che comunque non può essere impostata solo sulla messa in
comune di servizi, ma che deve avere come fine ultimo anche la
programmazione del futuro del territorio. E per promuovere
aggregazioni volontarie bene sarà agire sulla leva dei
trasferimenti ordinari di risorse.
Anche Elena Bianchi (M5V) ha sottolineato l'importanza di
incentivi e dinsincentivi per indurre scelte più congrue.
Infine il presidente Martines, che ha confermato l'impegno della
Commissione a convocare una serie di audizioni, ha evidenziato
che la Regione nel semplificare deve anche promuovere leve di
sviluppo.
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