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V Commissione: audizione assessore Panontin

26.06.2013
19:10
(ACON) Udine, 26 giu - MPB - Audizione a Udine della V Commissione, presieduta da Vincenzo Martines (PD), con l'assessore alla funzione pubblica, autonomie locali e coordinamento delle riforme Paolo Panontin, incentrata soprattutto sulla riforma degli Enti locali.

Una riforma di sistema che - ha detto Martines - nel lavoro di Commissione dovrà sciogliere la gran parte delle questioni proprio perchè in Aula possa svolgersi un dibattito politico di sostanza.

E se la questione è passare da un sistema a più livelli istituzionali a uno duale incentrato su Regione e Comuni organizzati in ambiti territoriali ottimali, superare le Province sarà possibile solo attraverso o una riforma costituzionale o attingendo alla nostra specialità modificando lo Statuto regionale: due strade che comunque coinvolgono il Parlamento, ma che nel secondo caso potrebbero far diventare il Friuli Venezia Giulia un laboratorio nazionale, e l'assessore Panontin ha ribadito anche in questa occasione di preferire la seconda strada.

Obiettivo della riforma arrivare ad aggregazioni di Comuni in grado di svolgere il maggior numero di funzioni di base, rimettendo in capo alla Regione quanto, per un principio di adeguatezza, non sia possibile assolvere. Essenziale, in questo superamento delle Province, chiarire "chi fa cosa" e come organizzare le aggregazioni dei comuni considerando diversi parametri, culturali, geografici, storici, economici, di dimensione. Inoltre, come promuovere i processi di aggregazione, con un sistema bilanciato di incentivi, ma anche di penalizzazioni per chi mantenga posizioni di isolamento. Una leva finanziaria che diventa fondamentale. E altro capitolo quello dell'individuazione della forma di governo all'interno della realtà associativa.

Il percorso ha già delle tappe segnate nell'agenda dell'assessore, che dopo l'estate formulerà alla Giunta le linee guida della riforma che, se saranno condivise, verranno presentate alla Commissione e poi alle Autonomie locali, prima della sintesi finale per l'approdo all'Aula. L'auspicio è che l'iter possa concludersi entro il mese di giugno del 2015.

Molte le osservazioni dei consiglieri come primo contributo a focalizzare punti critici e di forza.

Così Rodolfo Ziberna (Pdl) ha sottolineato la necessità di chiedere, anche attraverso una serie di audizioni, il punto di vista dei principali portatori di interesse su criticità e aspettative.

Pietro Paviotti (Cittadini) ha posto l'attenzione non solo sulla possibilità di ottenere servizi migliori a un costo minore, ma anche sulle potenzialità di una programmazione sovraterritoriale.

Diego Moretti (PD) ha insistito sulla semplificazione del governo del territorio, sulla revisione dei trasferimenti ordinari di risorse e sulla previsione di strumenti di penalizzazione laddove non ci sia attenzione a mettere insieme i servizi.

Giulio Lauri (SEL), condividendo la strada della modifica statutaria, ha sottolineato l'importanza di seguire le possibili interconnessioni con le materie di altri assessorati, della definizione del perimetro dell'ambito ottimale. Non ha nascosto neppure i problemi della rappresentanza e della particolare complessità di alcune aree della regione.

Anche Igor Gabrovec (PD-Ssk), ricordando di aver sempre sostenuto le ragioni del mantenimento delle Province per la tutela dell'identità dei territori e delle comunità linguistiche e nazionali, ha insistito sul problema della rappresentanza.

Per Enio Agnola (PD) l'individuazione di territori omogenei deve far immaginare anche un originale modello di sviluppo: un processo virtuoso che deve prevedere elementi di sostenibilità.

Per Elio De Anna (Pdl) la Regione deve risolvere il nodo politico dell'area triestina. Quanto al proprio territorio, lo immagina solo in un discorso di area vasta; inoltre ha invitato a considerare la Provincia non come ente intermedio e a tener conto dei rischi, togliendola, di far nascere altri enti.

Per Cristiano Shaurli (PD) non c'è riforma degli Enti locali che non parta dalla riforma - anzi dall'autoriforma - della Regione, delle sue competenze, delle sue funzioni e dei trasferimenti. Una riforma che comunque non può essere impostata solo sulla messa in comune di servizi, ma che deve avere come fine ultimo anche la programmazione del futuro del territorio. E per promuovere aggregazioni volontarie bene sarà agire sulla leva dei trasferimenti ordinari di risorse.

Anche Elena Bianchi (M5V) ha sottolineato l'importanza di incentivi e dinsincentivi per indurre scelte più congrue.

Infine il presidente Martines, che ha confermato l'impegno della Commissione a convocare una serie di audizioni, ha evidenziato che la Regione nel semplificare deve anche promuovere leve di sviluppo.

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