AR: Santarossa, inutile e rischioso ristrutturare ospedale PN
(ACON) Trieste, 8 lug - COM/MPB - "Nel 2019, tra soli sei anni,
potremmo avere il nuovo ospedale di Pordenone in Comina e invece
rischiamo di veder realizzata una struttura già vecchia e non
funzionale nell'area dell'ex caserma Mittica o addirittura un
maquillage dell'attuale ospedale".
A intervenire sulla vicenda del nuovo ospedale di Pordenone è il
consigliere regionale di Autonomia Responsabile e già assessore
alla Sanità nella prima Giunta Tondo, Valter Santarossa.
"L'attuale ospedale - chiarisce Santarossa - presenta carenze
strutturali e di sicurezza evidenziate da tempo, che hanno
comportato negli anni solo interventi funzionali e non
strutturali che, rispetto alle attuali normative tecniche, non
garantiscono la sicurezza dei pazienti, del personale e dei
visitatori. La paventata soluzione della caserma Mittica, sempre
che lo Stato sia davvero disposto a trasferirci in tempi brevi la
disponibilità del sito, rappresenterebbe solo un complemento
all'attuale struttura ospedaliera, praticamente un modello
anacronistico in due porzioni messe in collegamento o da un ponte
o da un tunnel (ridicolo) che non viene più usato da nessuno.
Tale assurda configurazione, inoltre, sarebbe attraversata da
un'arteria viaria vitale per la città che rischierebbe la
paralisi.
"Le principali e oggettive obiezioni che vengono evidenziate,
invece, da un'eventuale ristrutturazione dell'attuale sito si
caratterizzano dal peggioramento della viabilità dato che via
Montereale verrebbe gravata, in futuro, anche dai flussi di
traffico della Cittadella della salute; resterebbe, inoltre, un
ospedale dalla logistica a padiglioni (in molti piani di
altezza), architettura superata e tipica dei primi del '900; si
avrebbero le stesse diseconomie gestionali dell'attuale ospedale
senza nessun minor costo di gestione. In merito ai lavori, i
cantieri rischiano di incrementare il pericolo di infezioni gravi
anche mortali; la ristrutturazione dei padiglioni esistenti
esporrebbe l'Azienda ospedaliera a rischi elevatissimi nella
conduzione dell'appalto dovuti a imprevisti, varianti in corso
d'opera, con lievitazione dei costi e dilatazione enorme dei
tempi di realizzazione, a tutto vantaggio non certo della
Pubblica amministrazione bensì dell'impresa realizzatrice,
situazione ormai consolidata e nota a chiunque abbia
dimestichezza con appalti di lavori. Per non parlare dei disagi
per i mezzi di emergenza chiamati a intervenire a grande velocità
e invece costretti a un flusso lento causato dai mezzi di
cantiere. Tra i nodi principali, quello irrisolvibile (a meno di
sconvolgimenti dell'intera zona nord della città) della viabilità
intasata, che è stato ben analizzato e documentato dall'ing.
Honsell, incaricata dal Comune di Pordenone, che ha dichiarato la
non opportunità della permanenza dell'ospedale in via Montereale.
"È opportuno anche ricordare - conclude Santarossa - che
l'ospedale deve svolgere la funzione per acuti, mentre quelle per
i malati cronici, di prevenzione, tossicodipendenze,
psichiatriche è esercitata per lo più dall'ASS territoriale e non
necessita di accesso in ospedale, ma può benissimo continuare a
essere erogata nella Cittadella della salute di prossima
realizzazione o in locali che verranno lasciati liberi dopo il
trasloco in Comina del nuovo ospedale (si pensi ad esempio a un
ambulatorio di prelievi).
"L'ubicazione del nuovo ospedale in area extraurbana appare
quindi - è la conclusione di Santarossa - la più opportuna".