V Comm: Patto di stabilità, audizione Anci (1)
(ACON) Trieste, 11 lug - RC - Uno scoperto di circa 90 milioni
per i Comuni e di 24 per le Province: è quanto è emerso nel corso
dell'audizione su Patto di stabilità e riforma delle autonomie
locali richiesta dall'Associazione nazionale Comuni italiani
(Anci) e Unione Province italiane (Upi) del Friuli Venezia Giulia
alla V Commissione consiliare.
Non abbiamo preconcetti e siamo aperti al dialogo. Questa
Commissione - ha detto il suo presidente, Vincenzo Martines (PD)
- è deputata a essere luogo di partenza della riforma degli enti
locali nella sua interezza, a cominciare dalla riforma della
Regione. Una riforma garantita anche dalle parole del capogruppo
del PD Cristiano Shaurli, e del suo vice Diego Moretti, che hanno
detto dell'impegno della maggioranza in tal senso, decisa però a
non operare a spizzichi e bocconi.
Da parte sua, il presidente Mario Pezzetta ha ricordato le
modifiche già apportate alla Finanziaria regionale 2013 dalla
precedente Giunta, in particolare all'articolo 14, e il saldo
finanziario di competenza mista imposto dal Governo (somma
algebrica del saldo di parte corrente di competenza e del saldo
in conto capitale di cassa, al netto della riscossione e
concessione di credito). Ma se per i Comuni sotto i 5.000
abitanti la situazione è salva, per quelli al di sopra si rischia
il patatrac, con lavori già fatti eseguire che non possono essere
saldati e nuovi che non possono partire, con le ditte destinate a
chiudere perché non vengono pagate.
La richiesta al Consiglio regionale, identica a quella poi
avanzata dal presidente dell'Upi, Alessandro Ciriani, è di
individuare entro ottobre nel Piano investimenti della Regione
quali possono essere delle spese non prioritarie per recuperare
tali somme e permettere i pagamenti alle imprese.
Ma da Pezzetta arriva anche un'altra richiesta: il monitoraggio
dello stato reale dei lavori e la verifica di quali siano gli
spazi finanziari liberi nei Comuni, o accadrà quanto già accaduto
lo scorso anno quando - ha ricordato - si sono buttati 82
milioni.
Il presidente della Consulta dei piccoli Comuni, Giovanni Cumin,
ha quindi ribadito la posizione dell'Anci suggerendo anche la
certificazione dei crediti, come avviene in altre parti d'Italia,
e la creazione di un Fondo di rotazione per coprire i milioni
mancanti per i Comuni con più di 5.000 abitanti.
L'Anci ha poi approfittato per aprire altri due fronti: il limite
del doppio mandato dei sindaci (non è una questione strategica -
ha detto Pezzetta - ma se vale per i sindaci, allora uguaglianza
vuole che valga anche per i consiglieri regionali) e affermare le
qualità positive della Fondazione Scuola di formazione della
funzione pubblica, qualità poi sottolineate anche dall'Upi, ma
che la Regione intende invece stoppare. Se volete cambiare la
governance fate pure - hanno detto - ma mantenete tale organismo.
Da Elio De Anna (Pdl), chiamato in causa quale ex assessore alle
Autonomie locali, la richiesta di verificare se i contratti
firmati dai sindaci siano tutti inderogabili o se alcuni possano
essere bloccati. Sì al monitoraggio, ma cosa complessa e i Comuni
non hanno il personale per farlo. Per il Patto di stabilità,
cercare spazi di manovra con il Governo, svincolando ad esempio
alcune voci europee.
Il capogruppo PD Shaurli ha risposto brevemente sul mandato dei
sindaci (il programma Serracchiani è noto - ha detto - e
contrario al terzo mandato), sottolineando che la cosa principale
è fare una riforma organica complessiva, come avverrà da
settembre, a cominciare dalla modalità di erogazione dei
contributi in capo al Consiglio e alla Regione: sarà meno
puntuale e avverrà per stadi di avanzamento.
L'amministrazione regionale sta lavorando per recuperare un paio
di milioni di euro risultati non pagati dallo Stato per errore,
oltre allo sblocco di altre partite minori, ma soprattutto sta
lavorando per recuperare le decine di milioni di cui i Comuni
hanno bisogno e che l'Anci sta chiedendo. Però - non ha mancato
di dire Shaurli - il monitoraggio sarà fatto sugli spazi
finanziari liberi, ma l'accordo sarà chiaro: se risulterà che le
risorse date per quello spazio non saranno spese, dovranno
tornare in capo alla Regione. Quanto alla Scuola di formazione,
si sta verificando lo strumento della Fondazione, su cui ci sono
dei dubbi.
Che si faccia una verifica sulla reale utilità delle opere dei
Comuni, è stata poi la richiesta di Cristian Sergo (M5S).
(immagini tv)
(segue)