News


PD:Codega,serve normativa generale di accoglienza degli stranieri

21.07.2013
09:55
(ACON) Trieste, 21 lug - COM/MPB - Il consigliere regionale del PD Franco Codega interviene in merito alla bocciatura della legge 16 del 2011 da parte della Corte Costituzionale (legge contenente disposizioni di modifica della normativa regionale in materia di accesso alle prestazioni sociali e di personale, con una sezione dedicata alla materia dell'assistenza sociale).

"Lo avevamo detto sistematicamente nei lavori di Commissione preparatori alla legge e lo avevamo riaffermato pubblicamente durante tutti i lavori di Aula nel novembre 2011 - afferma Codega - : la nuova versione della legislazione sugli immigrati, messa in piedi dalla allora Giunta Tondo in sostituzione della precedente impugnata dalla stessa Commissione Europea, ancora presentava profili di incostituzionalità.

"Non si è voluto ascoltare, si è voluto andare avanti supini a una visione della Lega Nord assolutamente improponibile e oggi - commenta il consigliere PD - se ne vedono i risultati. La Corte Costituzionale appunto ha bocciato anche la L.R. n.16/2011, la seconda versione riveduta, ma non ancora corretta, del welfare padano.

"Abbiamo agli atti i nostri comunicati trasmessi alla stampa pochi giorni prima della discussione della legge in Aula, che enunciavano con chiarezza i motivi dell'incostituzionalità - precisa Codega elencandoli.

"Primo. Richiedendo due anni di permanenza in regione quale requisito per l'accesso al welfare, era evidente la discriminazione indiretta nei confronti sia degli altri cittadini comunitari, ma anche degli altri cittadini italiani provenienti da altre regioni e perfino dei figli dei nostri corregionali che attualmente risultano residenti all'estero per motivi di studio o di lavoro.

"Secondo. Anche ai rifugiati e ai titolari di protezione sussidiaria si richiedeva il requisito di due anni di permanenza in regione. Requisito che ovviamente, data la particolare natura dei soggetti in questione, era praticamente impossibile da ottemperare e quindi si configura come chiara discriminazione indiretta.

"Terzo. L'esclusione dall'accesso al welfare di intere categorie di persone, quali tutti gli stranieri regolarmente soggiornanti ma non residenti in Italia da almeno 5 anni (vedi art. 9), rientrava nella stessa fattispecie di violazione dell'art. 3 della Costituzione denunciato dalla sentenza n. 40 della Corte costituzionale.

"Siamo pertanto soddisfatti che la Corte costituzionale abbia rimesso le cose a posto.

"Sarà pertanto compito di questa maggioranza - conclude Codega - rivedere totalmente la materia e ripresentare una normativa generale di accoglienza degli stranieri che sia consona con la nostra Costituzione e con le tradizioni di civiltà e accoglienza di questa nostra regione".