PD:Codega,serve normativa generale di accoglienza degli stranieri
(ACON) Trieste, 21 lug - COM/MPB - Il consigliere regionale del
PD Franco Codega interviene in merito alla bocciatura della legge
16 del 2011 da parte della Corte Costituzionale (legge contenente
disposizioni di modifica della normativa regionale in materia di
accesso alle prestazioni sociali e di personale, con una sezione
dedicata alla materia dell'assistenza sociale).
"Lo avevamo detto sistematicamente nei lavori di Commissione
preparatori alla legge e lo avevamo riaffermato pubblicamente
durante tutti i lavori di Aula nel novembre 2011 - afferma Codega
- : la nuova versione della legislazione sugli immigrati, messa
in piedi dalla allora Giunta Tondo in sostituzione della
precedente impugnata dalla stessa Commissione Europea, ancora
presentava profili di incostituzionalità.
"Non si è voluto ascoltare, si è voluto andare avanti supini a
una visione della Lega Nord assolutamente improponibile e oggi -
commenta il consigliere PD - se ne vedono i risultati. La Corte
Costituzionale appunto ha bocciato anche la L.R. n.16/2011, la
seconda versione riveduta, ma non ancora corretta, del welfare
padano.
"Abbiamo agli atti i nostri comunicati trasmessi alla stampa
pochi giorni prima della discussione della legge in Aula, che
enunciavano con chiarezza i motivi dell'incostituzionalità -
precisa Codega elencandoli.
"Primo. Richiedendo due anni di permanenza in regione quale
requisito per l'accesso al welfare, era evidente la
discriminazione indiretta nei confronti sia degli altri cittadini
comunitari, ma anche degli altri cittadini italiani provenienti
da altre regioni e perfino dei figli dei nostri corregionali che
attualmente risultano residenti all'estero per motivi di studio o
di lavoro.
"Secondo. Anche ai rifugiati e ai titolari di protezione
sussidiaria si richiedeva il requisito di due anni di permanenza
in regione. Requisito che ovviamente, data la particolare natura
dei soggetti in questione, era praticamente impossibile da
ottemperare e quindi si configura come chiara discriminazione
indiretta.
"Terzo. L'esclusione dall'accesso al welfare di intere categorie
di persone, quali tutti gli stranieri regolarmente soggiornanti
ma non residenti in Italia da almeno 5 anni (vedi art. 9),
rientrava nella stessa fattispecie di violazione dell'art. 3
della Costituzione denunciato dalla sentenza n. 40 della Corte
costituzionale.
"Siamo pertanto soddisfatti che la Corte costituzionale abbia
rimesso le cose a posto.
"Sarà pertanto compito di questa maggioranza - conclude Codega -
rivedere totalmente la materia e ripresentare una normativa
generale di accoglienza degli stranieri che sia consona con la
nostra Costituzione e con le tradizioni di civiltà e accoglienza
di questa nostra regione".