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Citt: contrari a ineleggibilità consigliere Mazzolini

26.07.2013
22:57
(ACON) Trieste, 26 lug - COM/AB - Nella seduta della Giunta delle elezioni, in accordo con il capogruppo Piero Paviotti e con il collega di gruppo Gino Gregoris, il consigliere dei Cittadini Emiliano Edera ha espresso voto contrario alla proposta di ineleggibilità del consigliere Stefano Mazzolini.

Il gruppo dei Cittadini ritiene che il Consiglio regionale, organo politico e non giuridico, possa assumersi la responsabilità di dichiarare un cittadino ineleggibile (e dunque privo del diritto di elettorato passivo) soltanto di fronte a situazioni interpretabili in modo pacifico e senza ombra di dubbio. Il caso Mazzolini, invece, presenta diversi e fondati motivi di dubbio che hanno fatto propendere per un voto contrario.

In particolare, la legge regionale 21/2004 dichiara ineleggibili "gli amministratori di enti regionali" e l'ente del quale il consigliere Mazzolini era presidente (Promotur) non è esattamente un ente regionale, ma piuttosto un'agenzia; va precisato a questo proposito che nell'iter di approvazione della stessa legge (21/2004), la prima formulazione della norma così come uscita dalla competente Commissione regionale definiva ineleggibili "gli amministratori di enti, istituti, agenzie, consorzi o aziende dipendenti dalla Regione", ma durante la discussione in Aula rimase la formulazione che comprende solo gli "enti regionali", esplicitando pertanto la volontà del legislatore di circoscrivere la limitazione ai soli amministratori degli enti regionali e non agli altri.

Esiste, inoltre, un contrasto piuttosto evidente tra gli articoli 2 e 4 della suddetta legge. La Corte costituzionale si è pronunciata più volte sostenendo che le cause di ineleggibilità, stante il fatto che le stesse incidono sulla sfera dei diritti inviolabili sanciti costituzionalmente derogando dal principio del diritto di elettorato passivo, devono essere "di stretta interpretazione", il che significa che non è possibile decidere per analogia.

Il combinato disposto di una fattispecie che presenta motivi di forte incertezza interpretativa e le pronunce della Corte costituzionale che non ammette decisioni interpretative, hanno dunque indotto il gruppo dei Cittadini a votare contro l'ineleggibilità, ben sapendo che spetterà eventualmente a un giudice pronunciarsi definitivamente.