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CR: costi della politica, relatore di maggioranza Martines (3)

30.07.2013
14:41
(ACON) Trieste, 30 lug - RC - Non sui costi, ma sul ruolo della politica ha a che fare la proposta di legge n. 5 all'attenzione dell'Aula. Ha a che fare con l'etica, perciò va oltre il mero provvedimento fatto di numeri.

È così che il primo relatore di maggioranza, Vincenzo Martines (PD), ha definito il provvedimento sul trattamento economico dei consiglieri e degli assessori regionali, nonché sul trattamento dei Gruppi consiliari.

Non si sono fatte semplificazioni - ha proseguito Martines - che avessero il rischio di trascinare nel vortice dei tutti uguali: tutti furbi, tutti disonesti, anche chi non lo è. È, invece, un provvedimento di buon senso e al contempo rivolto al senso comune, ma non al volere di chi, preso da ingiustificati mal di pancia, non riconosce il lavoro del legislatore.

Tre i punti essenziali della proposta sulla base dei dettami del decreto legge n. 174 del 2012, cosiddetto decreto Monti e divenuto legge 213/2013, anche se siamo andati oltre, con un percorso autonomo: riguardano lo "stipendio" dei consiglieri; il riconoscimento delle spese per l'esercizio del loro mandato; il vitalizio, che qui viene abolito.

L'indennità di presenza è stata legata al valore del lavoro di un sindaco capoluogo di provincia, per 6.300 euro lordi (il decreto Monti parla di 7.000 euro, quindi poniamo il 10% in meno). E sono 3.600 gli euro massimi (anche in questo caso il 10% in meno del decreto Monti, che parla di 4.000 euro) che l'Ufficio di presidenza potrà concedere a ciascun consigliere per le spese. Una cifra in cui sono incluse tutte le voci, per eliminare ogni rimborso aberrante. Si passerà, così, da 2,4 milioni a 304.000 euro annui.

Da ultimo, per il vitalizio, ovvero l'indennità di fine mandato, è più serio lasciare all'autonomia del consigliere come gestire la propria previdenza - ha detto Martines. E questo segnerà un risparmio davvero consistenze per le casse regionali.

In conclusione, si tratta di un testo che prevede equilibrio tra decoro dell'istituzione, riconoscimento del lavoro di ogni consigliere regionale, congruità di quanto percepito e quanto fatto.

(segue)

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