CR: costi della politica, relatore di maggioranza Ziberna (5)
(ACON) Trieste, 30 lug - RC - Relatore di maggioranza ma
esponente di opposizione e, per l'occasione, rappresentante non
solo del Pdl, ma di tutto il centrodestra. È così che si è
presentato Rodolfo Ziberna, terzo relatore appunto di maggioranza
per la proposta di legge n. 5. E questa scelta - ha detto - è per
dimostrare che ciò che intendiamo tutelare sono sempre e comunque
gli interessi della comunità regionale.
Il consigliere ha quindi ricordato i tagli già operati dalla X
legislatura, come il passaggio da 59 a 49 consiglieri regionali
con un risparmio di 10 milioni di euro; la possibilità di passare
da un assegno vitalizio puro (sistema retributivo) a uno
contributivo, che darebbe una pensione mensile lorda inferiore ai
600 euro, pari a tagli sull'ordine dei 4 milioni di euro; il
contenimento del numero degli assessori regionali esterni,
contrariamente alla presidente Serracchiani che ha vanificato
parte di questi tagli dotando la propria Giunta di 6 assessori
esterni, per un costo attuale di 1,3 milioni di euro in più
rispetto alla Giunta Tondo.
Il testo di oggi migliora il decreto Monti e contiene diversi
elementi portanti, anche se non mancano le criticità, come il
taglio di quasi il 90% alle spese dei gruppi consiliari (si
passerà da 2,4 milioni a 304.000 euro) che, per Ziberna, di fatto
renderà impossibile ogni iniziativa dei Gruppi.
Così come è una criticità del provvedimento la cosiddetta
impropriamente pensione contributiva. A noi pare legittimo che un
libero professionista abbia il diritto di avere, per i 5 anni di
legislatura, una corresponsione correlata con quanto
effettivamente versato, un regime ordinario applicato dall'INPS a
tutti i dipendenti eppure qui si nega questo ordinario regime
contributivo. E permane il distinguo tra chi svolge un'attività
privata e chi è dipendente pubblico: quest'ultimo matura comunque
il diritto alla pensione ma è costretto a porsi in aspettativa,
mentre chi svolge un'attività privata può continuare a
esercitarla, compatibilmente con gli impegni di mandato.
Problema aperto anche l'importo non già dell'indennità degli
assessori, bensì dei cosiddetti rimborsi per l'esercizio del
mandato, considerando che non usano la propria autovettura, hanno
personale di servizio, cellulari, e gli esterni non hanno
esigenze elettorali.
Non si manca, poi, di disciplinare la trattenuta al consigliere
per ogni assenza ingiustificata; il trattamento economico degli
amministratori delle società non quotate e controllate dalla
Regione; il personale di cui può disporre ogni Gruppo consiliare,
dove il decreto Monti pone limiti invalicabili alle spese pur non
fissando un numero massimo di dipendenti. Il rischio attuale è di
dover licenziare persone già in forza da anni.
(immagini tv)
(segue)