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I Comm: sì a riorganizzazione dell'Amministrazione regionale

31.07.2013
16:20
(ACON) Trieste, 31 lug - RC - Ho voluto io fosse reintrodotto il direttore generale, la presidente Serracchiani invece era perplessa, ma l'ho convinta che si tratta di una figura di raccordo indispensabile per migliorare il funzionamento della macchina regionale.

È quanto ha reso noto l'assessore regionale Paolo Panontin alla I Commissione consiliare, presieduta da Renzo Liva (PD), rispondendo ad alcune critiche dell'opposizione ai 10 articoli che modificano le leggi regionali 7/1988, 18/1996 e 13/2003 in materia di ordinamento e organizzazione dell'amministrazione regionale e che, appunto, introducono l'incarico di direttore generale già previsto ai tempi della Giunta Illy e soppresso dalla Giunta Tondo, sebbene lo stesso ex presidente oggi ammetta che fu uno sbaglio cancellare quella figura.

Si tratta di una persona che opererà alle dirette dipendenze del presidente della Regione, in posizione sovraordinata rispetto ai direttori centrali. Il suo compenso economico massimo - ha fatto sapere ancora Panontin - sarà di 180.000 euro lordi annui a cui aggiungere gli oneri riflessi, i quali portano la cifra complessiva a 246.000 euro. Anche considerata questa somma, il risparmio per la Regione con la nuova organizzazione sarà di 578.000 euro annui effettivi, che tra pochi anni aumenterà quando, con il subentro di alcuni pensionamenti, si potranno accorpare altre strutture di servizio.

Il compenso da 180.000 euro, però, fa gridare all'incongruità Luca Ciriani (Pdl) che ha anche affermato di non capire l'urgenza di una tale manovra, ma anche Giulio Lauri (SEL), perché cozza con la disposizione prevista nella legge che l'Aula si appresta ad approvare quanto a costi della politica, dove parla di compenso degli amministratori delle società non quotate e controllate dalla Regione, che non potranno percepire più di quanto non sia il trattamento economico omnicomprensivo del presidente della Regione. Una dicitura che per alcuni consiglieri significa 10.000 euro lordi mensili, per altri circa 13.500 (ovvero con o senza la quota previdenziale), per un totale annuo di 120.000 euro nel primo caso, circa 160.000 nel secondo. E comunque sia - è stato detto - non è ammissibile che un direttore generale prenda molto di più del presidente della Regione; c'è qualcosa da rivedere.

A chi, inoltre, come Riccardo Riccardi (Pdl) e Renzo Tondo (Misto) paventava uno svilimento degli assessori rispetto alle scelte in capo al presidente della Regione, Panontin ha assicurato che non scenderanno di ruolo, di non sentirsi assolutamente sminuito né di provare alcun imbarazzo su come è stato scelto.

Vero è che l'ordinamento e l'organizzazione di Consiglio, Amministrazione ed Enti regionali dopo più di 20 anni necessita di una revisione in un nuovo quadro normativo. Bisogna rendere più razionale e organica l'organizzazione del personale ma dell'intera macchina regionale, dove il primo passo è stato la riformulazione delle deleghe degli assessori.

Le attuali 13 vicedirezioni sono così ridotte a 4 grandi aree: area attività produttive; area risorse forestali; area finanza, che ha acquisito le politiche comunitarie; area ambiente ed energia, con il settore idrico. A queste si affiancano le aree, già esistenti, della sanità. Perciò si è deciso di prevedere i vicedirettori solo dove c'è una struttura complessa.

L'organigramma, quindi, diventerà: direttore generale; direttore centrale; vicedirettore centrale; direttore di servizio; direttore di staff. Come si rapporterà il direttore generale - ha chiesto Riccardi, ma anche Elena Bianchi di M5S - rispetto al segretario generale, figura a cui oggi sono affidati diversi dei compiti che si portano in capo al direttore generale?

Al termine, PD, Cittadini e SEL hanno votato in favore del provvedimento, mentre Pdl, Tondo e M5S si sono astenuti. Il presidente Liva sarà relatore di maggioranza già domani per l'Aula, Riccardi lo sarà di minoranza.

(immagini tv)