I Comm: sì a riorganizzazione dell'Amministrazione regionale
(ACON) Trieste, 31 lug - RC - Ho voluto io fosse reintrodotto
il direttore generale, la presidente Serracchiani invece era
perplessa, ma l'ho convinta che si tratta di una figura di
raccordo indispensabile per migliorare il funzionamento della
macchina regionale.
È quanto ha reso noto l'assessore regionale Paolo Panontin alla I
Commissione consiliare, presieduta da Renzo Liva (PD),
rispondendo ad alcune critiche dell'opposizione ai 10 articoli
che modificano le leggi regionali 7/1988, 18/1996 e 13/2003 in
materia di ordinamento e organizzazione dell'amministrazione
regionale e che, appunto, introducono l'incarico di direttore
generale già previsto ai tempi della Giunta Illy e soppresso
dalla Giunta Tondo, sebbene lo stesso ex presidente oggi ammetta
che fu uno sbaglio cancellare quella figura.
Si tratta di una persona che opererà alle dirette dipendenze del
presidente della Regione, in posizione sovraordinata rispetto ai
direttori centrali. Il suo compenso economico massimo - ha fatto
sapere ancora Panontin - sarà di 180.000 euro lordi annui a cui
aggiungere gli oneri riflessi, i quali portano la cifra
complessiva a 246.000 euro. Anche considerata questa somma, il
risparmio per la Regione con la nuova organizzazione sarà di
578.000 euro annui effettivi, che tra pochi anni aumenterà
quando, con il subentro di alcuni pensionamenti, si potranno
accorpare altre strutture di servizio.
Il compenso da 180.000 euro, però, fa gridare all'incongruità
Luca Ciriani (Pdl) che ha anche affermato di non capire l'urgenza
di una tale manovra, ma anche Giulio Lauri (SEL), perché cozza
con la disposizione prevista nella legge che l'Aula si appresta
ad approvare quanto a costi della politica, dove parla di
compenso degli amministratori delle società non quotate e
controllate dalla Regione, che non potranno percepire più di
quanto non sia il trattamento economico omnicomprensivo del
presidente della Regione. Una dicitura che per alcuni consiglieri
significa 10.000 euro lordi mensili, per altri circa 13.500
(ovvero con o senza la quota previdenziale), per un totale annuo
di 120.000 euro nel primo caso, circa 160.000 nel secondo. E
comunque sia - è stato detto - non è ammissibile che un direttore
generale prenda molto di più del presidente della Regione; c'è
qualcosa da rivedere.
A chi, inoltre, come Riccardo Riccardi (Pdl) e Renzo Tondo
(Misto) paventava uno svilimento degli assessori rispetto alle
scelte in capo al presidente della Regione, Panontin ha
assicurato che non scenderanno di ruolo, di non sentirsi
assolutamente sminuito né di provare alcun imbarazzo su come è
stato scelto.
Vero è che l'ordinamento e l'organizzazione di Consiglio,
Amministrazione ed Enti regionali dopo più di 20 anni necessita
di una revisione in un nuovo quadro normativo. Bisogna rendere
più razionale e organica l'organizzazione del personale ma
dell'intera macchina regionale, dove il primo passo è stato la
riformulazione delle deleghe degli assessori.
Le attuali 13 vicedirezioni sono così ridotte a 4 grandi aree:
area attività produttive; area risorse forestali; area finanza,
che ha acquisito le politiche comunitarie; area ambiente ed
energia, con il settore idrico. A queste si affiancano le aree,
già esistenti, della sanità. Perciò si è deciso di prevedere i
vicedirettori solo dove c'è una struttura complessa.
L'organigramma, quindi, diventerà: direttore generale; direttore
centrale; vicedirettore centrale; direttore di servizio;
direttore di staff. Come si rapporterà il direttore generale - ha
chiesto Riccardi, ma anche Elena Bianchi di M5S - rispetto al
segretario generale, figura a cui oggi sono affidati diversi dei
compiti che si portano in capo al direttore generale?
Al termine, PD, Cittadini e SEL hanno votato in favore del
provvedimento, mentre Pdl, Tondo e M5S si sono astenuti. Il
presidente Liva sarà relatore di maggioranza già domani per
l'Aula, Riccardi lo sarà di minoranza.
(immagini tv)