M5S: Sergo, tagli costi politica sono una presa in giro
(ACON) Trieste, 31 lug - COM/AB - Sui tagli ai costi della
politica la presidente Serracchiani e alcuni esponenti della
maggioranza hanno preso in giro gli elettori. Per fortuna la Rete
non dimentica".
Il consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle Cristian Sergo,
durante la discussione della legge sui costi della politica, ha
svelato le contraddizioni del centrosinistra regionale che in
campagna elettorale predica bene mentre, alla resa dei conti,
razzola male.
"Sul profilo twitter della Serracchiani
(https://twitter.com/serracchiani/status/320096740701261824 ) e
su quello del presidente della V Commissione Vincenzo Martines
(http://www.vincenzomartines.com/consiglieri-regionali-vizi-privat
i-e-pubbliche-virtu-tra-rimborsi-e-regolamenti/) troviamo gli
annunci elettorali dei due esponenti del PD che oggi sono stati
puntualmente calpestati in Aula - rivela Sergo. Copiando il
MoVimento 5 Stelle (che comunque proponeva un'indennità lorda di
5 mila euro, pari al triplo del reddito medio dei cittadini
italiani), il duo Serracchiani/Martines il 10 marzo scorso
proponeva infatti "indennità dei consiglieri regionali pari a
quella dei sindaci di comuni capoluogo: 5 mila euro lordi
comprensivi di rimborsi chilometrici e dei pasti". In pochi mesi
hanno cambiato idea - attacca il consigliere regionale M5S -.
L'indennità è lievitata così a 6.300 euro lordi più un rimborso
forfettario che potrà arrivare fino a 3.500 euro".
In Aula M5S ha tentato comunque di migliorare la proposta di
legge in discussione. "Con un emendamento abbiamo chiesto che il
rimborso spese omnicomprensivo per svolgere il mandato fosse
stabilito in 2 mila euro. Inoltre abbiamo proposto una puntuale
rendicontazione delle spese sostenute dai gruppi, questo per
evitare che accada anche in futuro - come nel recente, triste,
passato - che con i 3600 euro di soldi pubblici per l'esercizio
del mandato si acquistino gioielli, vestiti, scarpe, pettini,
pneumatici, seggiolini per bambini e ogni ben di Dio. Tutto
inutile, la maggioranza ha bocciato tutti i nostri emendamenti".
"Il risultato è un inganno. Con il provvedimento approvato oggi
il reddito netto in busta paga di un consigliere sarà inferiore
appena del 10% - 15% rispetto il passato - rivela Sergo. Inoltre
non è stata eliminata l'integrazione di indennità di fine
mandato, ma il contributo obbligatorio per costituirla, sì. Un
risultato, insomma, molto lontano dai proclami elettorali e dalle
aspettative dei cittadini. Tutti gli altri tagli sono, infatti,
frutto dei provvedimenti del Governo Monti e, ancora prima, del
ministro Tremonti. Poco di che vantarsi, a giochi fatti, per la
presidente Serracchiani e la sua maggioranza. Meno male che
almeno, una volta per tutte, abbiamo abolito il vitalizio".