GM: Tondo, Promotur non promuove turismo ma gestisce impianti
(ACON) Trieste, 7 ago - COM/RC - "Risulta molto difficile
credere che sia stata Promotur ad aver fallito nella promozione
del sistema turistico della montagna dal momento che, a tale
scopo, con la legge regionale 2/2002, sono stati istituiti i
consorzi turistici di ambito prima e l'agenzia Turismo FVG poi,
mentre la stessa Promotur è stata confinata a realizzare e
gestire piste e impianti. Forse, però, per la presidente
Serracchiani basta il nome sincopato a definire la missione
sociale di un ente".
Così il consigliere regionale Renzo Tondo (Gruppo Misto) replica
alle dichiarazioni della presidente della Regione, Debora
Serracchiani, al recente incontro con la Cisl Alto Friuli di
Gemona.
Mi chiedo - rileva Tondo - come Promotur (ente che secondo la
Serracchiani non ha funzionato in quanto a promozione) possa
promuovere il prodotto turistico della montagna o dei suoi ambiti
quando possiede solo una piccola parte di tale prodotto (di fatto
un Centro di costo del sistema turistico), mentre la restante
parte della filiera è rappresentata dai potenziali centri di
profitto, ovvero albergatori, commercianti, maestri di sci,
noleggiatori, animatori, operatori culturali. È come se
pensassimo che FVG Strade o Autovie Venete debbano fare
promozione turistica della Regione solo perché i visitatori, per
arrivarci, devono passare sulle strade di loro competenza.
Promotur - così ancora il consigliere di opposizione - gestisce,
peraltro molto bene, solo le piste, gli impianti e i servizi di
pista, ovvero gli eventi sportivi sulla neve, con livelli di
sicurezza unici nell'arco alpino, stando ai dati ufficiali
forniti dalla Polizia di Stato sulla sinistrosità rilevata e con
livelli di gradimento dell'utenza che da anni si attestano, come
rilevato dall'IRES, su oltre il 98% di giudizi positivi.
Su Agemont - prosegue Tondo - non servono certo le analisi della
presidente Serracchiani per capire che l'ente deve essere
ripensato, in quanto il progetto di scorporo della SpA licenziato
nel 2012 contempla, appunto, la necessità di individuare nuove
strategie gestionali non più inerenti al ruolo di agenzia di
sviluppo. È in questo contesto che si deve leggere il
trasferimento di immobili, non più sostenibile sotto la regia
unica del Centro di Innovazione di Amaro, a una nuova società
(Agemont Imm.re). Senza questa intelligente operazione di
scorporo, oggi non si potrebbe parlare, come afferma la
presidente Serracchiani, di quale nuova mission affidare ad
Agemont.
La zona montana e pedemontana dell'Alto Friuli non sono quelle
del 1987, anno in cui fu istituita Agemont, e dopo oltre
vent'anni ci si accorge improvvisamente che qualcosa non ha
funzionato, scaricando la responsabilità unicamente sulla mia
Giunta - accusa l'ex presidente Tondo. Suggerisco alla presidente
Serracchiani, prima di sparare sentenze, di documentarsi su ciò
che sul territorio effettivamente funziona e su ciò che, invece,
è meglio chiudere. E senza scomodare filiere o escogitare
fantasiose alchimie gestionali, prive di qualsiasi sostenibilità
economica.